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25 febbraio 2021

Gioie e delizie dei sottosegretari

Dopo una settimana ed un consiglio dei ministri che riferiscono essere stato molto acceso, il governo Draghi ha completato la sua struttura con la nomina dei sottosegretari, con il pieno utilizzo del manuale Cencelli (come peraltro è giusto che sia).

La prima notizia buona è che c'è (per ora, in attesa del sottosegretario con delega allo Sport) solo un "tecnico".

Quella cattiva è che si tratta di Gabrielli, a questo punto ex capo della Polizia, ma soprattutto ex prefetto di Roma che impose con la forza, ad un quartiere che non li voleva, di "ospitare" degli immigrati.

Un personaggio in perfetto stile Lamorgese e che purtroppo avrà la determinante delega sui Servizi Segreti e la cui nomina ha fatto felice Renzi, quindi una pessima nomina.

I sottosegretari, lungi dall'essere solo figurine per far contente le correnti dei partiti, hanno un ruolo essenziale nell'operatività del governo che rappresentano nelle varie commissioni parlamentari e sono in possesso di deleghe specifiche su settori che hanno una loro rilevanza anche se accorpati in un unico ministero.

Dei trentanove nominati, venti sono uomini e diciannove donne e anche questa è una buona notizia, perchè si è evitato il "riequilibrio", a prescindere dai meriti, preteso dalle Erinni del femminismo.

Se la compagine è così formata, evidentemente è rappresentativa del meglio che hanno da offrire i partiti della maggioranza e, in quel meglio, devono essere comprese le zavorre del governo come Speranza, Franceschini, Lamorgese, Di Maio, le cui conferme rappresentano tanti errori di Draghi che avrebbe avuto, almeno, la possibilità di spostarli in ruoli dove forse avrebbero fatto meno danni, ma che evidentemente sono il meglio che i rispettivi partito sono in grado di mettere in campo.

La rappresentanza del Centro Destra, tra ministri e sottosegretari, mi sembra adeguata e solida.

Particolari speranze nutro per i sottosegretari leghisti agli Interni (Molteni, padre dei decreti sicurezza aboliti dal Conte bis tramite un sottosegretario del pci/pds/ds/pd non riconfermato)), Mef (Durigon, padre di quota cento), Lavoro (Nisini, critica verso reddito di cittadinanza e navigator), Cultura (Borgonzoni, solida militante che ha fatto il cursus honorum politico dalla gavetta ed è, per sua formazione professionale, pienamente competente di arte e cultura, tanto da rappresentare un autentico contrappeso a Franceschini essendo anche l'unico sottosegretario in quel ministero).

Una ottima squadra quella leghista che se anche non dovesse riuscire a far cambiare rotta al governo, potrebbe però centrare l'obiettivo di limitare i danni, nell'attesa delle elezioni del 2023.

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