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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

27 febbraio 2021

Realtà e realismo

Nell'ambito delle mie letture, ci sono i tweet di persone che "seguo" e che, a loro volta, seguono me.

Ovviamente sono tutti nell'ambito di un'area politica ben determinata e delineata sulla destra.

Non mi interessano i dibattiti e le parole insulse e quasi sempre offensive dei cattocomunisti, le cui posizioni mi sono ampiamente note per ascoltare tele e radio giornali faziosi, oltre all'obbligo di leggere il Resto del Carlino (per la cronaca di Bologna) diretto da un certo Michele Brambilla che, dopo trent'anni, ha indossato l'eskimo in redazione (anche se quando gli ho scritto in tal senso mi ha risposto piccato, direttamente dal suo telefono cellulare, che non avevo capito il senso del suo editoriale ... poi ne ha scritti altre decine).

La maggior parte dunque di quelli che seguo sono contrari all'azzardo di Salvini e i primi atti del governo Draghi sembrano dar torto alla Lega e ragione a chi la contesta.

Inaspettatamente, però, i primi sondaggi successivi alla fiducia a Draghi segnano un guadagno di intenzioni di voto della Lega e di Forza Italia e un piccolo arretramento di Fratelli d'Italia.

Eppure anch'io, nei due sondaggi che mi intervistano regolarmente essendo ormai finito nei loro elenchi anche perchè rispondo sempre puntualmente, ho cambiato e alla domanda: chi voteresti se domenica ci fossero le elezioni, ho indicato non più la Lega, ma Fratelli d'Italia anche se continuo ad avere un approccio diffidente e una sensazione di non fiducia verso Giorgia Meloni.

Si sprecano le invettive che intimano a Salvini di uscire dal governo pena la riduzione al 3%.

Quando venne costituito il governo tra Lega e Cinque Stelle la situazione era molto simile.

In tanti schifati dalla scelta di governare con Grillo, ma una costante ascesa della Lega fino al 34% delle europee.

Paradossalmente, dopo l'uscita dal governo Conte 1, cioè quando la Lega ha ripreso la purezza integrale delle sue posizioni, i consensi sono calati fino al 23-24% attuale, che ora ricomincia a crescere.

Provo a dare la mia spiegazione.

Chi si indigna maggiormente dalla scelta di Salvini, rientra tra coloro che, ugualmente, si indignano perchè non si scende in piazza, perchè non si attua una disobbedienza civile, perchè non ci si ribella al regime sanitario.

Concetti che, sulla carta, condivido, ma che dovrebbero porre anche il problema di trasformare le invettive in azioni.

Chi si agita non propone mai di agire tipo: troviamoci questo pomeriggio alle 15 in piazza Maggiore per contestare la zona arancione scuro decisa dal fusto del pretorio regionale, Bonaccini.

Resta quindi tutto sulla carta, nell'attesa che, qualcun altro, agisca anche per noi.

Fanno molto rumore ma penso che siano in pochi, come evidentemente in pochi sono quelli che, pur considerando un azzardo la scelta di Salvini ed essendo quindi orientati a cambiare voto, riconoscono una qualche valenza realistica alla posizione della Lega che potrebbe portare frutti, limitando la devianza dei cattocomunisti.

Evidentemente in maggior numero sono quelli che hanno fiducia nella capacità di Salvini e della Lega di portare le proprie idee e improntare l'azione di governo in senso più favorevole agli Italiani.

Un qualcosa che è tutto da dimostrare e che, ripeto, sembra smentito dai primi atti di Draghi.

Infine ci sono quelli che saltano sul carro del presunto vincitore.

La Lega non solo è il primo partito nelle intenzioni di voto, ma è tornata nella stanza dei bottoni e, quindi, avrà da distribuire.

Prima si sale sul carro, prima potremo soddisfare i nostri desideri.

Esattamente come dopo la costituzione del governo Conte 1.

Magari tra questi ci saranno anche quelli che saltano sul carro anche per una maggiore affinità ideale, ma ci sono sicuramente quelli che, al mutar del vento, scenderebbero subito come si è visto dopo la rottura con il movimento grillino.

Morale ?

Non c'è una morale, solo una posizione personale.

Non condivido la scelta di Salvini, ma non la condanno.

Ma, soprattutto, il nemico non è Salvini, non sono quelli che ne difendono le scelte, ma è l'unione sovietica europea con i suoi ascari italiani cattocomunisti e grillini.

Attaccare Salvini fa solo godere gli europofili.

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