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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

04 febbraio 2021

Di pancia e di testa

La mia reazione istintiva al nome di Draghi come presidente del consiglio è un NO senza appello.

NO perchè non è mai stato eletto nè votato.

NO perchè è frutto di una scelta solipsistica di un signore che non ha mai dato prove di particolare ingegno.

NO perchè appartiene a quella consorteria burocratico-affaristico-finanziaria che vorrebbe guidare il mondo senza passare attraverso il voto dei cittadini che considera solo sudditi da sfruttare.

NO perchè da governatore della banca europea ha sempre pronunciato i discorsi in inglese, cosa che mi è sempre andata di traverso in quanto manifestava la sua sudditanza verso gli stranieri, da europeista convinto quale è, invece di dare spazio ed essere ambasciatore della nostra bella lingua.

NO perchè non mi fido di uno che ottiene una serie di apologetiche recensioni ptreventive dalla stessa stampa serva che aveva ugualmente accolto con peana ed osanna Mario Monti e sappiamo tutti come siamo andati a finire.

NO perchè non sono i mercati nè i "salotti buoni" della finanza a decidere se Lega e Fratelli d'Italia siano "sdoganati" e "ripuliti" dal loro Sovranismo, perchè essere Sovranisti (ma io preferisco sempre NAZIONALISTI) non solo non è una colpa, ma è anzi un MERITO.

Ed è un merito accompagnarsi nel parlamento europeo alla Le Pen piuttosto che a Macron, all'Afd piuttosto che alla Merkel e a Vox piuttosto che al socialista Sanchez.

E' inoltre falso che la classe politica abbia mancato al suo ruolo, è ciò che la stampa serva vuole proiettare nelle menti più deboli e disinformate, ma la verità è che UN SOLO POLITICO si è mostrato inadatto al ruolo e quello è Mattarella che per tre volte (dopo l'esito del voto del 4 marzo 2018, dopo la crisi di governo tra Lega e Cinque Stelle dell'agosto 2019 e adesso con scuse imbarazzanti) ha perso tempo, dato coperture e cercato anche i vicoli più bui, per evitare che noi Italiani esprimessimo le nostre scelte e con esse manifestassimo la Sovranità che ci appartiene e che ci è assegnata dalla costituzione del 1948.

Quindi, di pancia, sono totalmente con chi, come Giorgia Meloni, ma anche Alessandro Di Battista, ha preannunciato che mai voterebbe a favore di un governo Draghi.

Ma la realtà è che al voto non ci andremo e, quindi, ci toccherà anche il governo del sant'uomo mandatoci dalla Provvidenza (magari qualcuno farebbe meglio a ripassare la Storia Patria ...).

E allora, di testa, dico: andiamo a vedere le carte di Draghi.

Il programma e i nomi che dovrebbero realizzarlo.

Importanti l'uno e gli altri, in pari proporzioni.

Una certa flessibilità al compromesso è dovuta, ma senza rinunciare ai caposaldi di quei Valori che hanno consentito al Centro Destra, almeno nelle sue componenti Nazionaliste, di arrivare a rappresentare il 40% dell'elettorato come risulta sistematicamente da tutti i sondaggi.

Salvini e la Meloni lo sanno.

Sanno che qualche compromesso è inevitabile e che sarebbe accettato anche dalla gran parte del loro elettorato, purchè analoghi sacrifici siano manifesti anche per i cattocomunisti e i grillini e chiunque vorrà sostenere Draghi.

Porre preventivamente l'altezza dell'asticella del compromesso accettabile è improprio, esattamente come in qualsiasi trattativa, andarci con un limite invalicabile, riduce le possibilità di un buon accordo e la capacità di manovra dei leaders trattanti.

La valutazione potrà quindi essere fatta solo ex post ed è su quella che Salvini e la Meloni rischieranno il loro futuro politico, ma anche il futuro politico dei loro partiti e del consenso che, adesso, li sta premiando.

Salvini e la Meloni lo sanno e confido che non siano resi sciocchi dall'ubris della leadership, nè dalle sirene dei consiglieri fraudolenti della stampa serva.

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