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No alla deriva

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06 febbraio 2021

Ma Mattarella non ci ha negato il voto per fare presto ?

Ho appena finito di ascoltare le dichiarazioni e le risposte alle domande dei giornalisti, che Salvini ha reso in uscita dal colloquio con Draghi.

Come già avevo ascoltato dalla Meloni, Draghi farà un nuovo giro di consultazioni, presumibilmente per formulare una sua prima bozza di programma, quale sintesi di tutte le posizioni ascoltate.

E qui mi viene la prima domanda: Mattarella ha impiegato sei minuti dei sette della sua dichiarazione per spiegarci che non ci mandava a votare, violando quindi il principio basilare di ogni democrazia, perchè bisognava fare presto.

Al voto ci si va dopo un minimo di 45 giorni.

Dieci giorni sono già stati bruciati dal minuetto di Mattarella con Fico e adesso Draghi: è questo il concetto di "fare presto" di Mattarella ?

Poi mi è venuto un dubbio che, se fosse fondato, mi porterebbe ad innalzare di un ulteriore livello la posizione di Salvini e della Meloni.

E se il loro fosse un gioco di squadra ?

Salvini entra, dando soddisfazione a una consistente parte dell'elettorato produttivo leghista che, comprendo benissimo, ha interesse che ci siano persone responsabili ed affidabili nella gestione di quel denaro che ci arriva (certo non gratis) dall'unione sovietica europea.

La Meloni, restando fuori, intercetta quegli elettori che, inevitabilmente, usciranno dall'orbita leghista insoddisfatti non solo della persona di Draghi (che, nonostante la veloce procedura di santificazione di cui è oggetto, resta sempre un burocrate legato alle consorterie affaristico e finanziarie dell'unione sovietica europea) ma anche dell'inevitabile inquinamento che deriverebbe ai leghisti nello stare allo stesso tavolo con i cattocomunisti (da Renzi a Zingaretti alla Boldrini).

 Se la Lega perdesse (come a mio avviso perderebbe se entrasse o anche solo appoggiasse un governo Draghi con i cattocomunisti) un 10% dei voti e questi si riversassero su Fratelli d'Italia, cambierebbe il panorama del Centro Destra (anche perchè presumo che Forza Italia finirà comunque svuotata) ma la somma degli addendi darebbe alle forze nazionaliste sempre un 40-45% dei consensi che significherebbe una ipoteca sulle elezioni (che si tengano nel 2021, 2022 o 2023).

Salvini ha comunque dimostrato di essere un Leader, uno Statista da "paese normale".

E' andato senza pregiudizi nè preclusioni.

Ha esposto la posizione della Lega ascoltando le prime impostazioni di Draghi e ora attende la sintesi che Draghi dovrà fare, con programma e squadra, prima di prendere una posizione che, anche in questo in modo molto serio, ha annunciato sarà chiara.

Se sarà un sì, sarà pieno con la partecipazione al governo e non "alla finestra".

Se sarà no, sarà ugualmente una posizione netta.

Aspettiamo dunque i prossimi incontri per capire quale indirizzo prenderà Draghi e se possa essere giustificata una partecipazione motivata e meditata della Lega.

E' giusto vedere le carte di Draghi, senza piaggeria, ma anche senza alcuna sudditanza nè preconcetto.


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