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No alla deriva

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24 febbraio 2021

Verso le elezioni comunali

Le elezioni comunali di primavera o di autunno, saranno un test, importante ma non indicativo del risultato generale, per le politiche che, piaccia o meno a Mattarella ed ai suoi referenti nell'unione sovietica europea, si terranno nel 2023.

Non possono essere considerate indicative del risultato generale perchè si tratta di votazioni nelle quali prevale l'elemento locale, che è fatto di problemi spiccioli come un senso unico o le buche nelle strade e di sensibilità nei confronti del sindaco uscente che acquista sempre più uno spessore suo proprio, superiore a quello del partito o della lista di appartenenza.

Non sono indicative anche perchè ci sono situazioni locali, penso alla mia Bologna, dove il connubio tra potere politico, economico e associativo è tale da rendere la scalata a Palazzo d'Accursio una impresa improba per chiunque si collochi al di fuori del "salotto buono" che vede curia, partito erede di quello comunista, imprenditori, banche (fondazioni) e intellettuali organici alla sinistra, spartirsi tutto con una conventio ad excludendum verso ogni novità.

Al voto saranno chiamate città importanti, da Milano a Roma, da Bologna a Torino a Napoli.

E sarà quindi importante vedere come si comporranno gli schieramenti, se, cioè, si confermerà lo schema pregresso con una sinistra cattocomunista, un grillismo ammaccato ma ancora autonomo e un Centro Destra unito in tutte le sue componenti, oppure se ci saranno delle scomposizioni e ricomposizioni che alterino lo schema vigente dal 1994.

Personalmente mi auguro che il Centro Destra sappia restare unito, scegliendo ovunque un candidato che sia affidabile e militante e non rivolgendosi a figure di mezzo, incolori, inodori, insapori.

Leggo su Il Resto del Carlino (quindi un quotidiano che, con la direzione di Brambilla, tira la volata al compromesso storico in salsa draghiana) che si fanno i nomi di Andrea Cangini (in Forza Italia ma su posizioni fortemente antileghiste e antisovraniste, tanto da aver votato a favore della riforma del Mes in dissenso con il suo gruppo) e di Gianluca Galletti (casiniano di ferro, già ministro nei governi Renzi e Gentiloni).

Ecco, per me quelli sono i candidati peggiori che il Centro Destra potrebbe sostenere e, ovviamente, non potrebbero contare sul mio voto.

Non voglio perdere un'altra occasione, come fu persa quella del quinquennio di Guazzaloca, per cambiare Bologna e Cangini e Galletti rappresenterebbero comunque quella parte della città che ha sempre gestito la cosa pubblica, non rappresenterebbero, se non per qualche boccalone, alcuna discontinuità.

Il Centro Destra, Salvini, la Meloni, Berlusconi, riflettano molto bene, perchè non importa vincere in città dove il Centro Destra ha quasi sempre perso, ma è importante dare un segnale di coerenza ideale e politica, scegliendo un candidato che sia riconoscibile come espressione della coalizione, per dare coesione alla coalizione stessa.

Anche in chiave futura, con la testa rivolta al 2023.

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