Come già è accaduto all'inizio del suo mandato con l'Afghanistan, a fine mandato Biden e la sua cerchia di democratici, diventano protagonisti dell'ennesimo fallimento di una iniziativa politico militare.
A voler essere generosi, cioè senza analizzare le ragioni di un conflitto, ma basandoci esclusivamente sulle dichiarazioni di parte ucraina e alleati, possiamo prendere atto che, ancora una volta, la saggezza popolare, inascoltata, ha prodotto danni.
Se prendiamo per buono che i miliardi sperperati per l'Ucraina e i costi subiti per aver rinunciato al conveniente gas russo, oltre al mercato russo e ai costi ben più pesanti di natura politica avendo regalato la Russia ai veri nemici dell'Occidente (Cina e Corea del Nord), sono derivati dalla battaglia di principio per difendere uno stato aggredito da uno aggressore, allora si conferma che la strada per l'Inferno è lastricata di buone intenzioni.
Ma le buone intenzioni, come le ragioni, sono sulla carta e ci sarebbe molto da ridire.
C'è ora da auspicare che si accelerino i tempi per porre fine a questo insensato contrasto e si possa ricucire con la Russia, provando di nuovo ad avviare un cammino di collaborazione pacifica.
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