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12 dicembre 2024

Giornata per le Vittime della malagiustizia

Nel 1983, il 17 giugno, venne clamorosamente e rumorosamente arrestato Enzo Tortora, giornalista, volto noto della Rai, conduttore, pacato ed elegante, di tante trasmissioni di cui ricordo per tutte la Domenica Sportiva e Portobello.

Io avevo 26 anni, laureato da poco, da pochissimo entrato nel mondo del lavoro e nella mia illusione giovanile credevo ancora che i magistrati agissero in modo razionale e non per ideologie, su prove e non su teoremi.

All'epoca mi dissi che se erano arrivati ad arrestare un personaggio come Tortora, allora le prove dovevano essere a prova di bomba.

Tortora si fece un periodo comunque troppo lungo in carcere (anche un giorno, per chi è innocente e, estenderei, per chi non è condannato con sentenza definitiva, è troppo !) e poi fu assolto.

Fu l'inizio della caduta di ogni credibilità della magistratura e del passaggio dalla fiducia nella Giustizia alla consapevolezza della inaffidabilità della giustizia.

Oggi viene proposto di istituire una giornata in memoria delle Vittime della malagiustizia, individuando il giorno dell'arresto di Enzo Tortora come data simbolo. 

Con le speciose motivazioni che si possono leggere nella stampa, vi si oppongono i partiti di sinistra, cattocomunisti, verdi, estrema sinistra, grillini e anche l'associazione nazionale dei magistrati, con il pretesto, leggo ne Il Tempo, "del pericolo di un sentimento di sfiducia degli italiani nei confronti dei giudici". 

Il presidente dell'Anm stia sereno, perchè la sfiducia degli Italiani i magistrati militanti se la sono ampiamente guadagnata da soli, coinvolgendo anche i loro colleghi che operano con impegno e dedizione e la cui unica colpa è di non essersi opposti e opporsi alle toghe militanti, con le loro sentenze ideologiche che non sembra siano cessate come vediamo per gli ostacoli che vengono posti nella realizzazione della volontà popolare che ha dato mandato al Governo di respingere i clandestini.

Ripugnante poi il comportamento dei cattocomunisti, sempre pronti a giustificare i "compagni che sbagliano", sempre pronti ad inanellare una giornata dedicata a questo o a quello, ma che nascondono la testa sotto la sabbia quando si parla di malagiustizia, salvo poi strillare come vergini violate quando capita a loro.

Il problema della giustizia in Italia continua ad essere uno dei più rilevanti e resterà un problema finchè la Politica tollererà le invasioni di campo dei magistrati militanti, mostrandosi succube di chi indossa una toga dopo un semplice concorso pubblico.

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