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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

21 dicembre 2024

Il corto circuito delle toghe rosse

E anche il Matteo numero due è stato assolto.

Il fatto (che gli era stato addebitato) non sussiste.

Nel giro di 24 ore i pm militanti hanno subito due solenni schiaffoni da giudici che, pur se sempre magistrati tali per concorso pubblico, non se la sono sentita di seguire i colleghi militanti nella loro crociata ideologica.

Se aggiungiamo la sonora grattata sugli specchi della cassazione nel tentativo di salvare capra e cavoli, cioè il diritto reale per cui è il Governo a decidere quali siano gli stati sicuri in cui è possibile rispedire i clandestini, con la difesa del privilegio dei magistrati di riservarsi l'ultima parola, calpestando con ciò la certezza del diritto che si basa sulla norma, per concedere l'interpretazione che non è mai certa e, anzi, cambia a seconda della persona cui è demandata, possiamo dire che abbiamo avuto due giorni in cui vince l'Italia e perde l'ideologia.

I politici possono essere giudicati solo e soltanto dagli Elettori, come è stato per Renzi sonoramente bocciato al referendum del 2016 (prima, cioè, della persecuzione giudiziaria) e adesso a capo di un insignificante partitino che cerca di rientrare nel pd.

Ma è stato così anche per Salvini prima elevato a primo partito proprio in funzione delle attività poste in atto e che gli sono state malamente contestate da alcuni pubblici ministeri, poi riportato a terra per due errori clamorosi come entrare nel governo Draghi con i cattocomunisti e votare la rielezione di Mattarella.

I clandestini vanno rimandati a casa.

Singoli, individuali, non certo di massa, casi di chiara ed evidente persecuzione nei loro confronti, aprono le porte al riconoscimento di rifugiato.

Ma, di norma, chi cerca di entrare illegalmente in Italia, anche tramite le navi ong, deve essere riportato, come minimo, al porto di partenza e non deve pesare sui cittadini Italiani  e, quindi, sul nostro bilancio.

Per una volta posso essere parzialmente d'accordo con la Schlein che, prendendo atto della sentenza a favore di Salvini, ha dichiarato che per loro è sempre stata una scelta politica da rigettare.

Appunto, una scelta politica, soggetta solo al giudizio degli Elettori, non dei magistrati.

Una scelta politica che la Schlein e i suoi sostenitori hanno tutto il diritto di contestare, ma che Salvini, la Meloni e tutti noi abbiamo il diritto di perseguire, rimandando a casa tutti i clandestini, passati, presenti e futuri.


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