Dieci milioni qui, settanta milioni da un'altra parte, ben settecento milioni per la celebrazione della cosiddetta resistenza !!!
Con settecento milioni si potrebbero realizzare altri due centri per clandestini in Albania, invece di rinfocolare, ancora dopo ottanta anni, le divisioni tra Italiani.
Ma settecento milioni, in fondo, sono una goccia nel mare magnum delle spese parcellizate, frutto di anni di assalto alla diligenza del bilancio statale, che, purtroppo, proseguono anche con un Governo di Centro Destra che pure, sembra ... pare, ha azzerato gli sperperi a favore dei giornali (che devono vivere del loro, pubblicità e lettori, in base al merito e alla capacità di essere redditizi, non devono invece sopravvivere con le sovvenzioni pubbliche), provvedimento che mi auguro possa essere doppiato dall'azzeramento dei contributi per la cinematografia e il teatro, per nani e ballerini che, ugualmente, se meritano, attirano pubblico e guadagnano, se non meritano, non attirano pubblico e dovranno trovarsi un lavoro produttivo, non vivere di sovvenzioni (che magari finiscono ad una rampolla della famiglia Agnelli/Elkann).
Con il debito pubblico che abbiamo, la prima cosa che sarebbe da fare è tagliare le spese ideologiche, per indirizzare le risorse verso la riduzione delle tasse per tutti e il pagamento di strumenti, strutture, servizi pubblici efficienti.
Invece la grande battaglia dei cattocomunisti è, come al solito, contro un provvedimento concettualmente giusto, come l'adeguamento delle retribuzioni dei membri del governo non parlamentari a quelle dei loro colleghi parlamentari e si parla di una miseria, settemila euro lordi per diciassette persone per dodici mesi = 1.500.000 euro.
Naturalmente la media di quasi 140mila euro di retribuzione all'anno per un magistrato (che magari impedisce al Governo di fermare l'invasione dei clandestini) non viene neppure menzionata (e considerando che si parla di quasi diecimila magistrati, la spesa è ben più consistente: un miliardo e quattrocento milioni !).
Capisco la difficoltà della sottrazione di benefit che sono entrati, per le elargizioni precedenti, nella sfera delle disponibilità di questo o quello, ma, senza voler usare la spada di Alessandro, non si può accettare che si faccia una battaglia per "risparmiare" un milione e cinquecentomila euro di adeguamento concettualmente corretto e poi sperperare settecento milioni per celebrare la "resistenza".
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