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No alla deriva

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01 dicembre 2024

Realismo politico

Dopo un parto di quasi sei mesi dal voto di giugno, da oggi inizia il suo cammino la seconda commissione Von der Leyen.

Posto che personalmente sono contrarissimo a questa unione essenzialmente burocratica e ideologica, certamente non politica e ancor meno nell'interesse dei Popoli e delle Nazioni europee (per me andava benissimo il MEC, cioè uno spazio comune di libero scambio di merci e circolazione di persone, che tutelasse, con dazi, comportamenti commerciali scorretti - vendite sottocosto - di chi ne era escluso o dei membri che cercavano di fare i furbetti), l'unione europea è, purtroppo, una realtà, ha le sue regole, ha il suo parlamento, ha il suo consiglio e la sua commissione, le sue direttive e, soprattutto, ha ricevuto porzioni sempre più ampie di sovranità da parte degli Stati che hanno, stoltamente, rinunciato a molte prerogative nazionali, a cominciare dal battere moneta propria (ma non tutti ...).

Una realtà che influisce per circa il 70% sulla legislazione nazionale, quindi una realtà che sarebbe sciocco ignorare (come fanno quegli stati che non riconoscono questo o quel governo che, però, occupa e controlla uno spazio fisico, commercia, ha beni da vendere e comprare).

Penso che da un ragionamento simile sia partita anche Giorgia Meloni quando ha, sin dall'inizio del suo mandato da Presidente del Consiglio, agito perchè l'Italia, tramite un suo rappresentante, avesse più voce in capitolo sulle decisioni europee.

Il suo sforzo è stato premiato con la nomina e la conferma di Raffaele Fitto a commissario e Vicepresidente Esecutivo della commissione.

Fitto non proviene dalle file del vecchio Movimento Sociale e neppure da Alleanza Nazionale, Fitto ha antiche radici democristiane, poi passate in Forza Italia quando Berlusconi era e faceva il Berlusconi, per poi approdare a Fratelli d'Italia che, pur nelle sue Radici rappresentate nel simbolo dalla Fiamma, si manifesta sempre di più come quel grande partito Conservatore di cui l'Italia aveva assoluto bisogno.

Ma Fitto ha anche dimostrato capacità operative gestendo con successo le prime sei rate del pnrr, una immissione di denaro (di cui avremmo potuto fare a meno visto che la metà è a debito da restituire) imposto dai governi Conte e Draghi e che la Meloni si è trovata costretta a gestire, perchè tutto richiesto dai predecessori, nell'importo più alto e impegnativo di ogni altra Nazione (gli altri stati principali hanno scelto di chiedere e ricevere solo la metà di pnrr corrispondente a quello che si versa in europa e che non deve essere restituito).

Ma la nomina di Fitto non rappresenta solo l'incarico attribuito ad una persona valida che rappresenta il movimento conservatore italiano, le modalità della sua nomina e conferma hanno scardinato quella che, anche dopo il voto di giugno, sembrava dovesse essere una commissione con la medesima maggioranza, più spostata a sinistra con l'innesto dei verdi, che tanti danni ha provocato all'economia delle Nazioni ed ai Popoli europei.

Invece, il solo fatto di proporre il nome di un conservatore ha frantumato quella maggioranza e, oggi, su ogni provvedimento si dovranno trovare i numeri, visto che i provvedimenti europei hanno bisogno di tre passaggi: quello in commissione, quello nel parlamento uscito dal voto di giugno e quello in consiglio dove siedono i governi nazionali, con diritto di veto su molti temi e che cominciano a vedere significativi cambi di colore, con un importante spostamento a destra.

Se aggiungiamo che dei tre stati principali, l'Italia è oggi quella più stabile politicamente ed economicamente, mentre la Germania si avvia ad un cambio di governo con il voto del prossimo febbraio e la Francia è bloccata tra un presidente che ha perso ogni attrattiva ed un parlamento frantumato e senza maggioranza, possiamo vedere come vi siano per Fitto margini di manovra per spingere ad invertire la rotta dell'unione, fino ad oggi indirizzata direttamente verso il baratro.

Non sarà facile (ma cosa lo è?), non sarà veloce (solo una guerra accelera i cambiamenti ...), ma è possibile.

Vedremo fra cinque anni se gli sforzi ed i compromessi per portare Fitto ad un incarico così prestigioso, avranno dato i frutti sperati.

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