Una psicosi, pari a quella antinucleare del dopo Chernobill o Fukushima, indotta da chi ha interesse a istigare le menti più deboli della popolazione verso un suo, personale obiettivo, sta pervadendo di nuovo la vecchia Europa.
E' la psicosi dell'invasione russa.
Per sostenere la causa di Zelensky (che faccio fatica a considerare la causa dell'Ucraina e del Popolo Ucraino) da quasi tre anni ci martellano con una visione del futuro in cui si realizza la profezia di Nostradamus che vedeva i cosacchi abbeverare i loro cavalli nelle fontane di Roma.
Ma la Storia e la cronaca dicono ben altro.
A parte ogni considerazione sulle responsabilità del conflitto che non è solo l'ingresso delle truppe russe nel Donbass del 2022, ma inizia nel 2014 con la rivolta che, cacciando il presidente regolarmente eletto in Ucraina, ha spianato la strada all'elezione di Zelensky e ad una costante repressione e oppressione delle popolazioni della Crimea e del Donbass di nazionalità russa, oltre a dover richiamare il regalo di Kruscev che, all'interno del monolite sovietico, spostava territori come figurine e regalò, per mero capriccio, la Crimea all'Ucraina, vi sono altre considerazioni che smentiscono ogni propaganda del terrore.
Intanto la Russia non ha mai invaso e, anzi, ha sempre dovuto combattere invasioni.
Neppure quando il regime comunista era ormai agli sgoccioli, le truppe sovietiche hanno varcato, nel tentativo di puntellarlo, i confini della propria area di influenza, così fissata, con la strenua ma inutile opposizione di Churchill, per l'accordo di Yalta tra Stalin e il presidente democratico americano, malato e debole, Roosevelt che regalò mezza Europa dell'est al comunismo.
Ma venendo all'oggi, consideriamo quanta difficoltà ha la Russia per vincere la guerra contro l'Ucraina con la quale ha un rapporto di popolazione, quindi anche di mobilitazione, di uno a cinque.
La situazione è praticamente di stallo, anche se adesso l'Ucraina sembra avere esaurito le sue risorse umane e la superiorità numerica della Russia possa prevalere.
Bene, proviamo ad immaginare che la Russia attacchi l'Europa che, pur divisa, doppia la popolazione russa ed ha una vastità territoriale di gran lunga superiore a quella dell'Ucraina.
Se i russi si sono impantanati in Ucraina, allungando le linee di rifornimento e il territorio eventualmente da controllare, non sarebbe minimamente in grado di far fronte ad una reazione della Nato, anche solo con armi convenzionali.
Non è neppure da considerare l'ipotesi di armi nucleari perchè allora perderemmo tutti, tranne la Cina.
Non credo che Putin, tanto più conscio delle difficoltà di prevalere sulla piccola Ucraina, stia studiando di invadere uno stato che è già parte della Nato.
Diverso il discorso nel caso in cui, a causa di un persistente isolamento verso occidente, la Russia si appiattisse sulle posizioni del nostro vero nemico, la Cina, che ha messo gli occhi e vorrebbe mettere le mani su Formosa.
E' la Cina il nostro vero nemico e lo sarebbe anche della Russia, storicamente e geograficamente.
Spetta a noi, ai governanti occidentali, cessare la propaganda antirussa, per recuperare al nostro mondo, alla nostra Civiltà, cui inequivocabilmente appartiene, la Russia, evitando di regalarla alla Cina.
La visione di Berlusconi, di una Russia che entrasse a pieno titolo nella Nato, resta ancora quella più conforme agli interessi di noi Occidentali.
Gli stati europei dovranno fare la loro parte riorganizzando le proprie forze armate e finanziando adeguatamente la propria difesa militare, applicando il motto dei R0mani "si vis pacem, para bellum".
E spetterà al Presidente Trump, dal 20 gennaio, cercare non tanto una pace in Ucraina (che tanto arriverà comunque) quanto la strada per riportare a casa, in Occidente, la Russia, revocando le sanzioni, incluse quelle giudiziarie contro Putin e accogliendola nuovamente in un rinnovato G8.
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