Abbiamo vinto tutti e tutti cantano gli inni alla gloria delle vittoriose armi delle proprie nazioni.
La realtà, poi, la si vedrà nel prosieguo, anche perchè popoli che si odiano e che si vogliono reciprocamente annientare, difficilmente poi si attovaglieranno assieme per mangiare e bere in allegria.
Ma intanto festeggiano anche le borse, il prezzo del gas e del petrolio cala e, quindi, abbiamo vinto anche noi, uno spicchio di gloria vorrete pur concedercelo ?
E come non riconoscere la vittoria al pd che aveva intimato di non concedere le basi in Italia alla flotta aerea americana e, in effetti, nessun velivolo USA è partito da Aviano o Sigonella per bombardare Teheran, a differenza di quanto accadde nel 1999, con il governo D'alema-Mattarella, quando partirono anche i nostri Tornado per bombardare Belgrado (ma questa è una pagina di Storia cancellata dal Ministero della Verità, con falce, martello e scudo crociato, incarnato dai "professionisti dell'informazione").
Come in tutte le vicende umane, però, c'è sempre un vincitore che tale è più degli altri e, in questo caso, è Trump che, grazie alla sua ... chiamiamola "imprevedibilità", spariglia sempre le carte e non consente al proprio interlocutore di giocare agli scacchi, ma di preoccuparsi solo di quel che farà il Presidente.
E, anche se nessuno lo riconoscerà, una piccola, reale vincitrice è la Meloni che "di mille voci al sonito mista la sua non ha" e si è distinta evitando di infilarsi nel cul de sac in cui sono caduti, con entrambi i piedi, Macron, Starmer e Merz, bellicosi prima, trattativisti poi, sempre a sgomitare per entrare nel cono di luce dei riflettori e finiti, al pranzo Nato di ieri a L'Aia, in una tavolata secondaria, mentre la Meloni era seduta alla destra di Trump, al tavolo principale con il Re Guglielmo Alessandro.
E, da Italiano, me ne compiaccio.
Nessun commento:
Posta un commento