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06 giugno 2007

Meglio morti che rossi


Nei primi anni ottanta l’Impero del Male sembrava potersi pappare tutto il mondo.
Gli Stati Uniti uscivano faticosamente dalla crisi del dopo Vietnam e da una presidenza disastrosa, quella di Jimmy Carter, forse il peggior presidente che abbiano mai avuto, e si affidavano al “cow boyRonald Reagan.
Molti preconizzavano una imminente guerra.
Reagan non si fece intimidire o intimorire e, abbandonando la politica passiva del suo predecessore, rilanciò la politica Americana nel mondo, puntando sulla Libertà: come sistema economico e per i Popoli.
Gli euromissili, i Pershing e i Cruise installati anche in Italia in quegli anni, suscitavano paure e manifestazioni di chi ululava “meglio rossi che morti” con il suo contraltare "meglio morti che rossi" gridato da chi era consapevole sulla dignità e l'onorabilità di combattere per la Libertà..
E in occasione del colpo di stato in Polonia, Reagan e Thatcher furono i promotori di “Let Poland Be Poland”, una manifestazione televisiva nella quale i principali leaders del mondo libero esprimevano la loro solidarietà al popolo polacco.
Il comunismo crollò, senza combattere.
Ma c’era anche un altro aspetto della politica di quegli anni che oggi ritorna prepotentemente alla ribalta: lo scudo spaziale.
Fu ridicolizzato.
Si parlò di un attore di serie “b” che credeva ancora di recitare.
Si spesero colonne di giornali per dimostrare che era impossibile.
Eppure un primo sistema antimissili fu realizzato, i “patriots”, in occasione della prima guerra del Golfo, salvarono le città israeliane dagli attacchi missilistici iracheni.
Oggi un sistema di difesa verrà installato in due nazioni dell’ex blocco sovietico: Polonia e Repubblica Ceca.
La cosa non garba a Vladimir Putin che, abbandonato lo straccio rosso, è pur sempre il capo di una grande nazione con (legittime) ambizioni che risalgono a ben prima dell’Impero del Male, essendo l’espansionismo russo una caratteristica che storicamente si registra sin dallo Zar Pietro il Grande.
Putin fa la voce grossa e l’impressione è che la debole e vecchia europa se la faccia sotto.
Come negli anni ottanta si sono riattivate le manifestazioni contro un sistema meramente difensivo che estende a gran parte dell’europa la difesa antimissili sperimentata negli Stati Uniti.
La riunione del G8, che già sta portando scontri in Germania con i soliti no global in prima fila, vedrà confrontarsi Bush e Putin, due presidenti in scadenza di mandato.
L’Americano consapevole delle responsabilità mondiali che gravano sul suo Paese, il Russo che ambirebbe a lasciare la sua nazione nuovamente assisa al ruolo di superpotenza.
Sono due ambizioni che possono benissimo convivere e integrarsi.
La proposta di Putin di collaborare perché il sistema antimissile sia esteso alla Russia è condivisibile, con alcune clausole che inibiscano di esportare ai paesi musulmani tali sistemi e, magari, ottenendo contropartite politiche e di impegno contro il comune nemico rappresentato dal terrorismo islamico e dai rigurgiti comunisti guidati dalla Cina.
Personalmente non vedo confliggere l’interesse Americano e quello russo, anzi credo che agli Stati Uniti converrebbe poter contare su un partner che forte come potrebbe essere una Russia integrata nella catena di comando mondiale, piuttosto che buttarla tra le braccia degli stati canaglia o della Cina.
Vediamo come la vecchia e debole europa stia sempre più abdicando ai suoi doveri morali, stia perdendo forza e convinzione nella affermazione di quei principi che resero grandi le singole nazioni del continente, esportando una civiltà e aiutando, con il Colonialismo, tanti popoli ad uscire dai sistemi tribali primitivi in cui si stavano avvitando senza speranza.
Intellettualmente vecchia, politicamente debole, edonista e senza valori morali, questa è l’immagine che proietta di se l’europa.
Mentre vivace e forte appare la giovane europa dell’est alla quale potrebbe ben aggiungersi una Russia accontentata nelle sue ambizioni politiche.

Ovvio che Bush non potrà piegarsi ai diktat, ma la realpolitik vuole che si consumi il matrimonio tra la più grande democrazia del mondo e la giovane democrazia russa.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

La Storia ha già sancito che Reagan fu un grande, anche se forse i suoi meriti non sono stati ancora riconosciuti come meritavano.
Quanto all'unione sinergica tra le due democrazie, la auspichiamo tutti!