
Concediamo pure che l’ici, anche se non per tutti, è stata tolta dalla prima casa di abitazione.
La cedolare secca al 10% sugli straordinari e premi aziendali è ininfluente, perché minima, soggetta ad un doppio tetto per usufruirne (meno di 30mila euro di reddito e fino ad un massimo di 3mila euro) e a termine (31/12/2008).
Quello che manca nella politica di governo è la riduzione delle tasse, quanto meno al livello ante Prodi.
Bastava abrogare le nuove aliquote e ripristinare quelle della riforma Berlusconi del 2005 per dare sollievo ai nostri portafogli.
Emblematico l'esempio della tassa sul carnet di assegni.
Il 30 aprile scorso entrò in vigore la nuova normativa Visco-Prodi, fondata sullo spionaggio fiscale, che portò il limite di trasferimento denaro con assegni liberi da 12500 euro a 4999 (5000 già imponeva il “non trasferibile”) più altre vessazioni improponibili in una società libera, quali, ad esempio, l’obbligo di inserire il codice fiscale ad ogni girata.
Oggi alcune di quelle norme sono state abolite.
Ripristinato il limite di 12500 euro (in realtà 12499,99 anche se avrebbero potuto inserire il limite dei 15000 mantenendo il rispetto delle norme europee che tanto piacciono loro)), abolito l’obbligo di inserire il codice fiscale, MA resta la tassa di 1,50 per ogni assegno libero che venisse richiesto.
In sostanza, un cittadino che volesse un carnet di assegni liberi, dovrebbe versare una tassa di 15 euro, ancor prima di utilizzarli.
Nel programma di Tremonti non vi è alcun richiamo alla riduzione delle tasse, almeno per il triennio 2009-2011.
Dov’è finito lo slogan “meno tasse per tutti” ?
Va bene la condivisibile battaglia per una Giustizia vera, sacrosanto diritto, ma non dimenticatevi delle tasse, che sono la vera mazzata che arriva in testa a tutti i cittadini.
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La cedolare secca al 10% sugli straordinari e premi aziendali è ininfluente, perché minima, soggetta ad un doppio tetto per usufruirne (meno di 30mila euro di reddito e fino ad un massimo di 3mila euro) e a termine (31/12/2008).
Quello che manca nella politica di governo è la riduzione delle tasse, quanto meno al livello ante Prodi.
Bastava abrogare le nuove aliquote e ripristinare quelle della riforma Berlusconi del 2005 per dare sollievo ai nostri portafogli.
Emblematico l'esempio della tassa sul carnet di assegni.
Il 30 aprile scorso entrò in vigore la nuova normativa Visco-Prodi, fondata sullo spionaggio fiscale, che portò il limite di trasferimento denaro con assegni liberi da 12500 euro a 4999 (5000 già imponeva il “non trasferibile”) più altre vessazioni improponibili in una società libera, quali, ad esempio, l’obbligo di inserire il codice fiscale ad ogni girata.
Oggi alcune di quelle norme sono state abolite.
Ripristinato il limite di 12500 euro (in realtà 12499,99 anche se avrebbero potuto inserire il limite dei 15000 mantenendo il rispetto delle norme europee che tanto piacciono loro)), abolito l’obbligo di inserire il codice fiscale, MA resta la tassa di 1,50 per ogni assegno libero che venisse richiesto.
In sostanza, un cittadino che volesse un carnet di assegni liberi, dovrebbe versare una tassa di 15 euro, ancor prima di utilizzarli.
Nel programma di Tremonti non vi è alcun richiamo alla riduzione delle tasse, almeno per il triennio 2009-2011.
Dov’è finito lo slogan “meno tasse per tutti” ?
Va bene la condivisibile battaglia per una Giustizia vera, sacrosanto diritto, ma non dimenticatevi delle tasse, che sono la vera mazzata che arriva in testa a tutti i cittadini.
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