Non essendo un appassionato della cronaca nera, sul delitto di Perugia non sono nè colpevolista, nè innocentista perchè so solo quello che è stato scritto sui giornali e riferito dai telegiornali.
E proprio da un servizio televisivo mi sono sentito agghiacciato.
Il procuratore della corte di assise di Firenze, nel motivare le ragioni della colpevolezza di Amanda e Raffaele, ha parlato, esplicitamente, solo di indizi.
Gravi, concorcdanti, ma pur sempre indizi e non prove.
Persino nel Medioevo condannavano sulla base, almeno, di una confessione, sia pur estorta, qui non c'è neppure quella.
Non c'è confessione, non ci sono prove, ma solo indizi.
Ho pensato: può capitare anche a me, a chiunque di noi.
Tra le tante malattie della giustizia italiana c'è anche questa.
Non si possono condannare due persone a 25 anni di galera sulla base di indizi e non di prove.
Occorrerebbe applicare il principio applicato nelle corti statunitensi: colpevole oltre ogni ragionevole dubbio.
Diversamente si rischia di aumentare il numero delle vittime.
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