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10 febbraio 2014

10 febbraio: cresce la coscienza Nazionale

Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla copertura che quest’anno è stata data al Giorno del Ricordo dei Martiri Italiani assassinati dai comunisti slavi nella vicenda comunemente definita “Foibe” dal nome delle cavità carsiche in cui i nostri connazionali furono gettato, molti ancora vivi.
Certo non vi è (ancora) quella condivisione del Ricordo e vi sono ancora consistenti ostilità, come quelle manifestatesi a Firenze il 31 gennaio allo spettacolo di Cristicchi, a riconoscere la bestialità compiuta dai comunisti slavi.
Non possiamo, peraltro, attenderci atteggiamenti particolarmente intelligenti quando una curva sportiva sbandiera, ogni domenica, l’effige di un criminale terrorista come Guevara, manifestando così uno stolido ideologismo, settario e violento.
Ma è importante che, a dieci anni dalla introduzione per legge di questa celebrazione, l’interesse per una dolorosa storia patria sia aumentato ed abbia raggiunto le coscienze di molti Italiani.
Dobbiamo quindi render grazie a chi nel 2004 era al governo (Silvio Berlusconi, a dimostrazione che per quanti errori possono venire commessi, c'è una grandissima differenza tra avere un governo affine oppure uno palesemente ostile) che con l’istituzione del Giorno del Ricordo ha non solo reso doveroso omaggio ai nostri Martiri, ma ha anche mandato un forte segnale a Croazia e Slovenia circa l’appoggio dell’Italia alle comunità rimaste nelle terre avite, alle rivendicazioni dei risarcimenti dopo gli espropri e i crimini commessi dai comunisti titini (peraltro con la silente complicità dei comunisti italiani per colpa dei quali la zona B di Trieste e oltre metà della Venezia Giulia è finita agli slavi).
Questo recupero di un Ricordo che i comunisti hanno cercato di cancellare dai libri di Storia, probabilmente era il compito assegnato alla nostra generazione, alla generazione di chi non aveva vissuto la guerra, di chi ha beneficiato del sacrificio dei nostri padri, di chi è stato tenuto all’ oscuro di tale vicenda, tramandata, però, nei racconti dei genitori e dei parenti.
Questa coscienza che si sta diffondendo è importante perché mantiene il legame con terre, come Fiume, Pola, Istria e Dalmazia, storicamente Italiane e che, per me, restano Italia e torneranno, prima o poi, in un modo o nell’altro, all’Italia.




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2 commenti:

pietro ha detto...

Mi sembra però giusto anche ricordare i crimini di guerra fascisti in Yugoslavia, allora il governo sloveno ha parlato di 50mila morti civili addebitabili esclusivamente alla ferocia dei metodi utilizzati dall'esercito italiano.
Esistono anche documenti italiani che non negano questi fatti,ma cercano solo di giustificare i campi di sterminio italiani con una reazione nei confronti di quei cattivi partigiani yugoslavi che avevano l' assurda pretesa di essere padroni a casa loro.

Massimo ha detto...

Quello che Lei scrive appartiene al vecchio armamentario giustificazionista dei comunisti, ormai abbandonato dagli stessi Napolitano e compagni. Del resto la crudeltà slava la abbiamo vista anche di recente quando si è squagliata la Jugoslavia, mentre degli Italiani gli stessi Inglesi dicevano che sbarcavamo cannoni e banchi di scuola e che sarebbero rimasti solo i banchi di scuola. E, infine, io accetto ogni revisionismo, anche infondato e anche contrario alle mie convinzioni, a differenza di quanti non concedono la tribuna, ad esempio, ai "negazionisti" proponendo anche in Italia leggi repressive della libertà di opinione. E anche questa è una differenza sostanziale morale e politica.