Nonostante il tentativo della stampa serva di screditare la coalizione di Centro Destra, cercando di insinuare dubbi reciproci e dividere le forze, Berlusconi, Salvini e la Meloni reagiscono, si chiariscono e continuano ad operare unitariamente.
Ottima la scelta di andare al secondo giro di consultazioni assieme, una decisione spiazzante non solo per il disoccupato napoletano inventato da un comico a capo di un partito e che spera di trovare una occupazione a Palazzo Chigi, ma anche e soprattutto per i commentatori, l' intellighenzia orfana delle masturbazioni cerebrali della sinistra di governo.
Mi sembra che Salvini sia notevolmente cresciuto nella considerazione generale per la capacità con la quale sta gestendo una fase difficile, senza perdere di vista gli obiettivi (meno tasse, più sicurezza, blocco dell'immigrazione, riconquista di Sovranità e Identità Nazionale) ma anche senza fughe in avanti solitarie e controproducenti.
Accanto a lui cresce nella mia stima la Meloni, un'altra che sta dimostrando nervi saldi e capacità di sintesi politica (sua l'idea di andare assieme al Quirinale) e Toti, il Governatore della Liguria che rappresenta l'ala nazionalista di Forza Italia ed è inevitabilmente destinato a scontrarsi con Tajani che, invece, rappresenta l'ala suddita di Bruxelles.
Tutti assieme riescono a coprire la decadenza senile di Berlusconi che si è palesata all'uscita dall'incontro con Mattarella, con il vecchio Cav in mezzo alla Gelmini e alla Bernini che sembravano due badanti e che, ad un certo punto, verso la fine della dichiarazione, si sono guardate con un cenno di intesa, come a dire "ce l'abbiamo fatta", salvo poi vedere la Bernini, in un momento di incertezza di Berlusconi, allungare una mano per indicare qualcosa sul foglio che il Cav stava leggendo.
Ottantun anni, ottantadue a settembre, sono tanti e le battaglie sostenute, con tutte le persecuzioni subite (e non ancora terminate) hanno lasciato il segno e credo che chi gli sta intorno dovrebbe consigliarlo ad accettare un ruolo onorifico, magari presidente di un partito o, meglio, di una federazione unitaria del Centro Destra, lasciando a Salvini, alla Meloni e a Toti il compito della battaglia campale.
Una battaglia che dovrà sempre rispettare quegli obiettivi che hanno consentito al Centro Destra di ottenere la maggioranza relativa anche lo scorso quattro marzo, con una unica pregiudiziale: mai accordi con i cattocomuniti (tutto il resto è accettabile) e che deve e dovrà sempre avere come valore aggiunto l'unità del Centro Destra.
Perchè le elezioni, le battaglie si possono vincere o perdere, ma se si resta assieme una sconfitta non sarà mai definitiva.
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3 commenti:
Io in tutta sincerità "fughe in avanti" di Salvini non ne ho viste. Lui e il Giorgetti hanno, col loro decisionismo e facendo il nome della Bernini, sbloccato una situazione di stallo circa i presidenti della Camera che in caso contrario, avremmo ancor ora. E tanto è bastato per ululare al "tradimento" da parte dei Brunetta e dei cronisti de Il Giornale. Mi piacerebbe invece sapere come mai Mediaset ha interrotto il contratto con Belpietro ("Dalla vostra parte" su rete 4) e Del Debbio ("Quinta colonna"), rei di essere troppo "populisti" e di portare acqua al mulino della Lega. Si vede che a Berlusconi piacciono solo i vecchi comunisti nelle sue reti: quelli non li tocca!
Non sarà facile concordargli un'onorevole "uscita di scena" come auspichi, perché chi ha denaro e potere se li vorrebbe portare nella tomba.
Infatti ho scritto "senza fughe in avanti".
Riaffiorano ricordi di scuola: "chi ha denaro e potere se li vorrebbe portare nella tomba" . Verga, "la roba", racconto presente in tutte le antologie scolastiche :-)
Ricordo bene la novella :-). Ma la morale che se ne ricava è sempre quella: il sudario non ha tasche.
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