Inutile dire che tra Salvini e Di Maio, tra la Lega e i Cinque Stelle io sto con Salvini e la Lega al mille per cento.
Non posso certo condividere il pauperismo ignorante che contraddistingue i Cinque Stelle, nè il loro giustizialismo a casa altrui che concederebbe ai magistrati, nessuno dei quali in Italia è eletto dal Popolo, di condizionare un eletto dal Popolo con una semplice iscrizione tra gli indagati (e non conosco magistrati puniti, realmente, per averlo fatto quando poi si dimostra che hanno preso una topica colossale).
Ma i Cinque Stelle sono quello che passa il convento ed è in agguato, sulla riva del fiume, la restaurazione delle consorterie affaristico finanziarie europee ed internazionali.
In caso di crisi di governo chi deciderà come gestirla, a chi dare l'incarico e con quali maggioranza provare (non prendo neppure in considerazione che possa chiamarci al voto) è Mattarella che, con l'intervista qui richiamata, ha fatto chiaramente sapere che lui non è super partes, un notaio obbiettivo, un arbitro che non entra in campo a giocare per una squadra contro l'altra, ma che è dalla parte del potere dell'unione sovietica europea.
Salvini e Di Maio, prima di lanciarsi in nuove polemiche reciproche, ci riflettano e si guardino piuttosto le spalle l'un l'altro.
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1 commento:
Post troppo ottimista. La faccenda Siri e ora Giorgetti che avrebbe assunto Arata, parla chiaro. Oramai i 5 stalle hanno ricevuto un ordine tassativo dalle scuderie affaristico-finanziarie: tradire!
Però in questo caso, vorrei essere io a sbagliarmi e a perdere la scommessa.
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