La Lega, votando contro la tedesca Ursula Von der Leyen quale presidentessa della commissione (il politburo) dell'unione sovietica europea, ha onorato e rispettato il voto dei suoi elettori che dell'unione sovietica vogliono liberarsi, a maggior ragione se Ursula la Tedesca rappresenta la continuità con il lussemburghese Juncker.
A differenza di quel che si diceva della dc e di quel che si sospetta dell'odierna Forza Italia (chiedono voti a destra per portarli a sinistra) la Lega si mostra coerente con i principi e gli impegni assunti in campagna elettorale.
Come, del resto, Fratelli d'Italia che ha ugualmente votato contro, a differenza della strana alleanza emersa dal voto uguale del pci/pds/ds/pd con i resti di Forza Italia e, soprattutto, i Cinque Stelle ormai funzionali alle grandi consorterie di potere.
È la prefigurazione della prossima maggioranza di governo, destinata a perire nelle urne, ma solo nel 2023.
Perché quelli si riempiono tanto la bocca di democrazia e antifascismo, di stato di diritto e di legalità, ma non hanno alcun rispetto per la volontà del Popolo e l'interesse della Nazione che vorrebbe un governo ben più coeso sulla linea tracciata da Salvini e dalla Lega come uscirebbe da una elezione che non verrà mai convocata.
Ho ascoltato un giornalista de "l'inchiesta" che, volendone fare una critica, imputava alla Lega e agli altri partiti sovranisti di usare Putin, Trump e la Cina come sponde contro l'unione soietica europea.
Ha colto nel segno, ma non ha capito che quelle sponde sono necessarie perché i veri nemici dei Popoli e delle Nazioni europee sono a Bruxelles, Berlino e Parigi.
Non è un demerito usare quele sponde finché saranno utili a contrastare il grande fratello orweliano rappresentato dal politburo dell'unione sovietica europea.
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