L'istat ha rilasciato un dato provvisorio dal quale emergerebbe che nel terzo trimestre del 2018 il pil non ha avuto alcun incremento.
Contemporaneamente (per chi crede nelle coincidenze fortuite) la commissione sovietica di Bruxelles ha inviato un'altra lettera contro il progetto di bilancio italiano.
Lo spread è risalito.
Martina, Tajani e gli altri tromboni della politica consociativa hanno ripreso a gridare e pronosticare disastri, imputando il fermo del pil al nuovo governo.
Ma il nuovo bilancio del governo del cambiamento sarà in vigore solo dall'1 gennaio 2019.
Al momento stiamo operando con il bilancio del governo Gentiloni, approvatissimo da Bruxelles e in piena conformità con le direttive imposteci dai padroni del nord europa.
Il fermo del pil è la conseguenza di un generale rallentamento dell'economia in tutta Europa come attestano i dati prevalenti degli stati della zona euro e l'Italia, come sempre, viene trainata su o giù a seconda delle circostanze.
E questo fatto è imputabile unicamente a chi ci ha governato, segnatamente negli ultimi sette anni, dal novembre 2011 al maggio 2018, che ha sempre, sempre, eseguito gli ordini di Bruxelles, riuscendo a non agganciare alcuna ripresa ed a depauperare la Nazione e i cittadini italiani, senza produrre alcuna crescita, anzi ponendoci in coda a tutti quando il vento era favorevole.
Gli stessi che ci hanno condotto al disastro, sbagliando politica, adesso sono gli untori che accreditano una situazione preagonica con il bilancio del Governo Salvini Di Maio.
Perchè se stiamo operando in base al bilancio di Gentiloni, visto che quello del cambiamento deve ancora essere approvato e comunque sarà in vigore dal 2019, lettere, flessione produttiva, spread, sono tutti frutto della visione di una palla di vetro, di previsioni, di elaborazioni che non sono la realtà, ma sono la rappresentazione di quel che si vorrebbe fosse la realtà per fini esclusivamente politici: fermare i cosiddetti populisti.
Gli untori nostrani, ruspanti come Martina o imbolsiti come Tajani, non fanno altro che alimentare allarmismi fondati sul nulla, sulle visioni di qualche sibilla che ha letto il futuro bilancio italiano sulle sue foglie esposte al vento.
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