Un magistrato torinese con un incarico importante, ha chiesto scusa per l'omicidio perpetrato da un immigrato che, già condannato per un pregresso reato, non avrebbe dovuto essere libero, ma in carcere.
Ha motivato (non poteva in alcun modo "giustificare") l'accaduto accampando carichi di lavoro e carenza di personale e, quindi, chiedendo che gli Italiani spendano altri soldi per altre assunzioni pubbliche.
Vorrei però che mi si spiegasse come mai per l'immigrato violento non si è trovato il tempo di metterlo in gabbia subito dopo la sentenza, mentre per Formigoni sono stati eseguiti rapidamente tutti gli adempimenti burocratici e all'ex presidente della Lombardia (condannato per un reato di gran lunga meno pericoloso per il prossimo di quello dell'immigrato) si sono subito spalancate le porte del carcere, in meno di ventiquattro ore.
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1 commento:
E c'è anche il povero Alemanno che, come Formigoni, non la passerà liscia.
Ormai in galera si va solo per evasione fiscale e per le eventuali mazzette. Per gli Oseghale, i Said, gli Abdul e i Kabobo, invece, è sempre festa grande!
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