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No alla deriva

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22 settembre 2024

La difesa è sempre legittima, ma ci si dia la facoltà di esercitarla

A Venezia, un giovane di 26 anni è morto dopo una coltellata infertagli al petto da un rapinatore moldavo.

Il giovane era intervenuto a seguito delle grida di aiuto di una donna, aggredita dal criminale moldavo che voleva rapinarla.

Il giovane era un attivista di un centro sociale veneziano.

Nella medesima circostanza un altro giovane, accorso anche lui alle grida di aiuto, è stato ferito dal moldavo con una coltellata alla gamba che, fortunatamente, non ha interessato l'arteria femorale.

E' uno dei tanti fatti di cronaca che coinvolgono stranieri, che stazionano in Italia e non importa da dove provengano o di che colore abbiano la pelle.

La criminalità "nostrana" è limitata ad un livello fisiologico, mai accettabile, ma contenibile e anche le modalità operative dei criminali italiani risentono di una educazione culturale che si pone molte remore nell'usare violenze mortali.

Non è così per i nuovi arrivati, con barconi ong o in proprio, che portano una cultura della violenza endemica e fortemente caratterizzante i loro comportamenti.

Lo dicono i dati dei carcerati: a fronte di una popolazione straniera residente pari all'8% i carcerati stranieri sono oltre il 30%, quattro volte tanto.

Tra l'altro, senza la loro presenza non ci sarebbe il problema di sovraffollamento delle carceri.

Quanti di noi sarebbero intervenuti alle grida della donna ?

Quanti intervengono in occasione di scippi, aggressioni, violenze perpetrate sfacciatamente in pubblico ?

Dobbiamo rendere onore al merito ai due ragazzi che sono intervenuti, ma è purtroppo un caso raro.

Del resto, non si interviene non per menefreghismo, ma perchè sappiamo di essere disarmati davanti a delinquenti per i quali la vita non vale nulla e, come abbiamo visto, sono sempre armati e pronti ad usare coltelli o pistole.

La prima regola che insegnano nei corsi di primo soccorso è di intervenire sempre in sicurezza, cioè senza mettere a rischio l'incolumità del soccorritore.

Altrettanto deve dirsi davanti agli atti di violenza.

Ma come possiamo intervenire in sicurezza ?

C'è una sola strada: essere legittimamente armati, con la conoscenza della strumento a nostra disposizione, per poter neutralizzare l'aggressore, in piena sicurezza.

Non c'è altra strada.

La stessa candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, pur essendo una estremista di sinistra, ha dichiarato che se un rapinatore le entra in casa, lei gli spara.

Evidentemente negli Stati Uniti non hanno (fortunatamente) i nostri magistrati che perseguono sistematicamente chi si difende sparando (oltre a processare i ministri che difendono i confini nazionali dai futuri aggressori e rapinatori).

Quindi è un dovere morale intervenire a difesa di chi è aggredito, ma può essere esercitato solo in sicurezza.

Con una doppia sicurezza.

La prima di affrontare armati l'aggressore per poterlo rendere inoffensivo senza rischiare coltellate o peggio.

La seconda di non essere mai, per nessun motivo, indagati, neppure con l'ipocrita "atto dovuto", se, legittimamente armati, si disinnesca un aggressore rendendo un favore all'intera comunità.


2 commenti:

antonio ha detto...

Purtroppo in questo paese,la legittima difesa e' reato

Nessie ha detto...

Per rimanere al mondo alla rovescia di vannacciana memoria, c'è pure il rischio che l'assassino in oggetto diventi europarlamentare come la Salis. Quindi, per completare il capovolgimento, Salvini in galera e i veri criminali sulla scranno della Ue.