Nell'articolo si dava conto di quello che aveva detto e dello svolgimento dell'ospitata.
Però, all'ultimo, quella ospitata non c'è stata e non è stata trasmessa alcuna intervista.
Sono gli incerti di un mestiere che non è più quello di informare e porgere notizie ai cittadini, bensì quello di cercare di effettuare un lavaggio del cervello al prossimo per compiacere il proprio editore e la sua cerchia di amici.
Se non ci fosse una simile cappa imposta dai "professionisti dell'informazione" come amano definirsi questi giornalisti, il dibattito politico sarebbe più concreto, più sobrio e più pacato.
Dare infatti spazio alle sparate dei cattocomunisti, costretti, ogni giorno, ad alzare il livello dello scontro, a trovare qualche cosa da dire nelle innumerevoli trasmissioni radio televisive, a dar contro, sempre e comunque, al Governo di Centro Destra, significa mortificare la storia del giornalismo non solo italiano.
Legittimare, come credibili, le richieste della Schlein in materia di sanità, lavoro, "diritti", retribuzioni, senza chiederle dove è stata lei e i suoi compagni negli undici anni che hanno preceduto la vittoria elettorale del Centro Destra, significa ingannare il lettore.
Esattamente come è un inganno coprire la pura demagogia di chi chiede più finanziamenti per la sanità, l'istruzione, aumenti per i medici e gli insegnanti, messa a disposizione di case e reddito minimo garantito, senza domandare dove pensano di trovare i miliardi necessari a tali fantasie.
Eppure, chi non formula domande elementari per una corretta informazione, si autoproclama "professionista dell'informazione" e pretende di censurare i cosiddetti social che, nel loro essere ruspanti, almeno non hanno pretese di rappresentare la Verità, ma solo UNA verità.
Non ricordo dove l'abbia letto, ma qualcuno scrisse, a ragione, che le verità sono sempre tre: la mia, la tua e la Verità.
Quindi prendiamo i notiziari per quello che sono: un intervallo tra un film ed un altro, durante il quale possiamo preparare la cena, mangiare, telefonare e andare in bagno.
Non perdiamo proprio nulla.
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