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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

18 settembre 2024

Più risorse !

La pensione è una occasione per acquisire una spolveratina di conoscenza su ambienti che non si conoscono, non si sono mai frequentati, spesso visti come ostili, privilegiati o altro (e peggio).

La finestra è quella della radio e, fatta la tara sulle balle propagandistiche di uno strumento che è, ancora oggi, nonostante un Governo di Centro Destra, inquinato da una folta presenza di cattocomunisti, mi piace ascoltare le trasmissioni come sottofondo alle varie attività che posso fare quando sono in casa.

Restando collegati su radio uno della Rai, possiamo ascoltare di tutto, farci una cultura da Rischiatutto su ogni argomento.

A cominciare dalle cinque del mattino quando con una demenziale (in senso positivo) trasmissione, un paio di ... non so se siano disk jockey o addirittura giornalisti (ho il sospetto che l'esercito di "esperti" musicali della radio sia qualificato tutto come "giornalisti"), aprono la giornata con musica e sciocchezze che strappano un sorriso o notizie strane tipo quelle della Settimana Enigmistica "non tutti sanno che".

Poi la marchetta cattocomunista di Radio anch'io con il solito schieramento tre (cattocomunisti, compreso il conduttore) contro uno, quindi un paio di trasmissioni più equilibrate (come quella della Chirico, che leggo e ho cominciato ad apprezzare anche su X), per arrivare alla trasmissione più interessante, Sportello Italia, appena mezzora, dalle 12,25 circa al giornale radio delle 13.

Per quanto condotta da giornalisti della Rai, che hanno sempre una retrogusto di indirizzo politico sinistrorso, fornisce una panoramica su questioni economiche all'ordine del giorno, con appuntamenti fissi quotidiani, piccole finestre sulle pensioni, l'energia, i diritti dei consumatori, l'educazione finanziaria ed altri, che rende sempre interessante la pur breve esplorazione di un problema.

C'è però, in tutte le trasmissioni di presunta "informazione" e "approfondimento", una costante, anzi due.

La presenza di un nugolo di "esperti" che ci raccontano la rava e la fava di come ci si dovrebbe comportare, di cosa dovrebbe fare il Governo, la commissione europea, il singolo cittadino, tutti per il nostro bene, tutti che, ognuno per il suo settore di "competenza", chiedono immancabilmente "più risorse".

Ecco il mantra salvifico che mette al riparo gli "esperti", "dotti e sapienti", dalla più semplice delle osservazioni: ma se è così facile, perchè non lo si è mai fatto.

Perchè occorrono "più risorse".

Naturalmente le "risorse" le deve procurare lo stato, cioè noi cittadini, con le nostre tasse, perchè non c'è altro modo per lo stato per avere soldi da spendere.

A sentire gli "esperti", però, occorrono "più risorse", per la sanità, per la scuola, per gli stipendi pubblici, per le opere di messa in sicurezza del territorio, per la transizione verde, per il parco macchine, per le abitazioni ... ed è un elenco infinito che comprende anche incentivi e aiutini all'esportazione, alla produzione, compensazioni quando uno non vende abbastanza, ristori quando una calamità naturale provoca dei danni.

Eppure il bilancio dello stato non è uno striminzito foglietto da conto economico di un condominio di cinque unità.

Si parla di un bilancio di spesa annua vicina al miliardo, di un debito pubblico mostruoso a 2940 miliardi (in crescita, anche se l'ultimo dato segnalava una riduzione di uno striminzito miliardino).

Non è che lo stato risparmi e ci risparmi tasse, gabelle, balzelli che, una volta messi, è difficilissimo togliere perchè servono a pagare questa e quella mancetta a questa e quella categoria.

E non uno degli "esperti" che affronti il problema del dove trovare i soldi che servono alla spesa da lui patrocinata.

Tranne i sindacalisti (esperti in chiacchiere) che hanno sempre la risposta pronta: i soldi ci sono basta prenderli dall'evasione fiscale.

E' un ritornello che sento da quando ho iniziato ad interessarmi di politica: l'evasione fiscale.

Poi c'è la subordinata, sempre sponsorizzata dai sindacalisti della Trimurti: la patrimoniale sui ricchi.

E chi sono i ricchi ?

Quelli che hanno un patrimonio di oltre 500 milioni di euro.

Sembra tanto, ma provate a guardare il valore di mercato delle abitazione di proprietà (e l'85% degli Italiani ha l'abitazione di proprietà) e vedrete che si fa presto a superare i 500 milioni di euro.

E comunque, una volta imposta la patrimoniale, quando hanno bisogno di dare un contentino a questa o quella categoria, si fa presto a far scendere il limite da 500 a 450, a 300, o a 100.

Ma siamo proprio certi che la soluzione dei nostri problemi sia l'aumento della spesa e dell'invasività dello stato e non, invece, l'aumento della responsabilizzazione di ogni singolo cittadino che si paghi quello di cui ha necessità o che vuole per semplice piacere, in cambio di una cospicua riduzione delle tasse che ci metta più soldi in tasca da spendere, responsabilmente, senza scialacquare "tanto paga Pantalone", per ciò di cui abbiamo realmente bisogno e ci interessa veramente ?



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