Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 novembre 2011

La grande truffa del governo “tecnico”

La sinistra ha “venduto” (nel senso di "accreditato") il governo “tecnico” ai suoi elettori come la panacea di tutti i mali (provocati da Berlusconi, si intende) e come fulgido esempio di virtù.
Prima ancora che Monti e i suoi muovessero una matita.
Presumo che ai più gonzi sia stato venduto il fumo della “patrimoniale” contro “i ricchi” per suscitare invidia (e qualcosa in più) sempre utile quando si vuole sfruttare a proprio vantaggio la dabbenaggine delle masse ignoranti.
Ma questa volta le bugie hanno le gambe corte.
Ci sarà la patrimoniale (perchè tale è anche l'ici), ma solo se accompagnata da una solenne stangata sulle pensioni e sulla prima casa.
Alcuni babbei pensano che tassare la prima casa sia giustizia sociale.
Peccato che la prima casa sia un bene dell’85% delle famiglie italiane e se l’85% delle famiglie italiane fosse da considerarsi “ricco”, non avremmo bisogno di manovre o manovrine per aggiustare i conti, perché vivremmo in una età dell’oro.
La prima casa è, invece, un bene che le famiglie hanno conquistato con lavoro e sacrifici.
Una proprietà, forse l’unica, che viene trasmessa ai figli e che forma il punto di raccolta di tradizioni e di ricordi di famiglia, tramandando la memoria dei propri genitori e nonni.
Colpire la prima casa vuol dire colpire al cuore la famiglia italiana che non è una famiglia "nomade" come quella anglosassone, ma che affonda le sue radici e la sua identità nel territorio dove abbiamo la casa, dove ci sono i nostri ricordi di infanzia e degli affetti più cari.
E la prima casa, per molti l’unica casa, è vanto e orgoglio del Popolo, più che dei “ricchi”.
Tassare la prima casa è una patrimoniale infame che punisce il Popolo.
Esattamente come la bastonatura imminente sulle pensioni.
Io sono favorevole alla abolizione del retributivo, alla parificazione dell’età pensionistica delle donne ed alla abolizione della anzianità.
Essere favorevole non significa esserne contento, non significa dimenticare che se siamo giunti a questo punto è perchè la gradualità che potevamo avere se Berlusconi nel 1994 non fosse stato ostacolato oggi non causerebbe traumi e soprattutto non significa ignorare che i più tartassati sono anche quelli meno abbienti e con lavori più faticosi e usuranti.
Non so come il pci/pds/ds/pd potrà giustificare le bastonature che prenderanno i suoi adepti e, francamente, non mi interessano le balle che Bersani e compagni tireranno fuori.
A me interessa che, per compensare a livello propagandistico effetto di tali bastonature, non inducano Monti a provvedimenti di facciata ma esiziali per la tenuta sociale e morale della Nazione.
Ad esempio la cittadinanza e il voto agli immigrati.
Ad esempio la legalizzazione delle unioni omosessuali, dell’eutanasia (anche sulla scia del più che discutibile comportamento tenuto dal fondatore del Manifesto Lucio Magri) , della liberalizzazione delle droghe leggere, della manipolazione genetica e di altre amenità del genere utili solo a stornare l’attenzione dai veri problemi.
E mi interessa che i comunisti non cerchino di coprire il loro buco con una pezza ancora peggiore, fatta di ulteriori spese clientelari (ad esempio per i giornali, per lo spettacolo, per i dipendenti pubblici …) che significherebbero solo un aumento delle tasse senza alcun risultato utile sulla riduzione del debito pubblico.
Avete voluto Monti ?
Adesso godetevelo per intero e senza protestare.
Perchè chi ha ululato di gioia per le dimissioni di Berlusconi, oggi non ha più titolo per contestare i provvedimenti di Monti.
Anche i comunisti, dopo qualche mese di Monti, rimpiangeranno Berlusconi.

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29 novembre 2011

Il governo si tinge di rosso

Monti ha nominato i sottosegretari e un nuovo ministro.
Tra i sottosegretari c’è uno del pci/pds/ds/pd ai rapporti con il parlamento, stesso ruolo che aveva ricoperto nel governo rosso di Prodi.
Un altro è un fedelissimo di Casini, già sottosegretario nella legislatura 2001-2006.
Sulla stampa amica di Monti verrebbero indicati anche un paio di soggetti qualificati “amici” del pdl, nel patetico tentativo di coprire con una insufficiente foglia di fico lo sbilanciamento a sinistra di quello che era stato venduto come il governo dei tecnici.
Del resto assistiamo a dichiarazioni prettamente ideologiche sull’ambiente, sull’immigrazione, sulla cooperazione internazionale.
E che dire della nomina del signor Carlo Malinconico a sottosegretario per l’editoria ?
Il presidente della federazione editori a sottosegretario per l’editoria.
Nessun conflitto di interessi ?
E questo dopo che, durante il governo Berlusconi, Napolitano aveva auspicato più fondi per i giornali.
Auspicio seguito dal passaggio sul fronte dei coatti antiberlusconiani di QN (Carlino, Giorno, Nazione).
Adesso il presidente della fieg diventa sottosegretario all’editoria.
Qualcuno può pensare che ai giornali verrà negato un congruo contributo pubblico ?
Qualcuno può ancora credere alla volontà di ridurre le spese dei cosiddetti “tecnici” ?
Qualcuno può ancora credere che siano veramente “tecnici” e non politici ?
Berlusconi è umanamente comprensibile nella sua ricerca di una pausa e non ha torto quando dice che è necessario dare al governo il tempo per riflettere e decidere.
Ma ormai i segnali sono tanti, troppi per poter ancora traccheggiare accettando questa finzione del “governo tecnico”.
Il Centro Destra può ragionevolmente ingoiare il rospo di Malinconico, di D’andrea (il sottosegretario pci/pds/ds/pd) , di Magri (quello fedelissimo di Casini), ma allora niente ici, niente patrimoniale, niente limitazione a 300/500 euro della libera circolazione del contante.
Se queste misure entreranno nelle delibere del consiglio dei ministri del 5 dicembre, allora il Pdl deve affiancarsi alla Lega all’opposizione e, poiché al senato il Centro Destra è ancora maggioranza, bocciare le rapine annunciate contro gli Italiani e mandare a casa Monti e i suoi finti tecnici.

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28 novembre 2011

Berlusconi lo vorrei sempre così

Al convegno del movimento di Carlo Giovanardi, ha fatto il suo esordio da Premier Emerito il Presidente Silvio Berlusconi.
Come sempre in queste circostanze Berlusconi ha detto quello che mi piacerebbe ascoltare (e veder nei fatti realizzato …) da miei rappresentanti politici.
Berlusconi ha ricordato come la sua discesa in campo derivasse dalla volontà di impedire la deriva comunista della Nazione.
Berlusconi ha ricordato come la sinistra, per quanti lifting faccia, resta sempre comunista nell’animo e nei comportamenti.
Berlusconi ha ribadito il suo netto “no” alla patrimoniale che sarebbe un esproprio su beni già tassati.
Berlusconi ha denunciato come abbassare a 300 o 500 euro il limite per l’uso del contante sia un aberrante limite alla libertà individuale e creerebbe uno stato di polizia tributaria e fiscale.
Adesso Berlusconi (e il Pdl) dovranno solo essere coerenti votando contro ogni provvedimento che limitasse l’uso del contante, che imponesse una patrimoniale (e tale è anche l’ici) e che accogliesse l’impostazione comunista dei soprusi dello stato sulla nostra vita e sui nostri risparmi.


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27 novembre 2011

Obiezione fiscale

L’annunciato ritorno di una delle tasse più odiose, l’ici sulla prima casa, e la possibile introduzione di una “patrimoniale” ulteriore sui risparmi, obbligano ad una riflessione sulla equità e moralità delle tasse e imposte.
Il prelievo fiscale deriva dalla necessità per uno stato di fornire ai cittadini che si sono uniti per meglio raggiungere i propri scopi di Benessere e Sicurezza, quei servizi che derivano dal contratto sociale della unione.
Sono servizi essenziali:
difesa dai nemici esterni al gruppo,
punizione di chi, all’interno del gruppo, viola i patti sociali,
sostegno reciproco in caso di calamità naturali,
agevolazione degli scambi commerciali.
Non è contemplato il mantenimento a carico di tutti di sacche di fannulloni o di inefficienze.
Il tutto nell’ambito delle disponibilità che, liberamente, i contraenti hanno ceduto allo stato, rinunciando volontariamente ad una parte della propria libertà per renderla compatibile con l'analogo diritto di libertà degli altri soci.
Naturalmente è nell’ambito di tali disponibilità che lo stato deve agire rispettando le priorità che sono rappresentate dai primi due punti.
Nel tempo abbiamo visto come la leva fiscale sia stata abusata per finalità specifiche.
Vuoi per distruggere un contropotere all’interno dello stato (i monarchi assoluti contro i feudatari), vuoi per pretendere una partecipazione alle decisioni politiche dello stato (come la Rivoluzione Americana ).
Napolitano e i suoi oligarchi mai eletti dal Popolo stanno violando palesemente queste regole.
Si sono riempiti la bocca con la parola “democrazia” e adesso vogliono tassare ferocemente gli Italiani attraverso un governo che non ha alcun mandato elettorale.
Si sono riempiti la bocca con i 150 anni dell’unità d’Italia e adesso non solo hanno ceduto la Sovranità agli antichi padroni dell'Italia (francesi e tedeschi) ma vorrebbero persino regalare la cittadinanza e il voto agli ultimi venuti, per lo più musulmani, eredi cioè di un'altra popolazione che ha dominato il sud Italia, perché possano pasteggiare con i soldi e le ricchezze che i nostri Avi hanno faticosamente creato.
La politica consociativa che a partire dagli albori del centrosinistra (1962) ha fatto danni enormi alla nostra economia, toccando negli anni settanta, quelli del compromesso storico e dell’arco costituzionale, punte fortunatamente mai più raggiunte dopo, oggi viene pari pari riproposta da questo governo di non eletti.
Leggiamo infatti di interventi che non modificano di uno iato il debito pubblico, ma sono solo finalizzati a drenare denaro dalle nostre tasche.
E’ del tutto inutile rapinare e impoverire i privati cittadini con l’ici, la patrimoniale, l'aumento dell'iva penalizzando i consumi e il commercio, se, PRIMA, non vengono chiusi i rubinetti della spesa come le elargizioni alla stampa, al fondo per lo spettacolo, alla cooperazione internazionale, alla pubblica amministrazione inefficiente ed elefantiaca (nel numero del personale e nella burocrazia che deve giustificare tale numero pur senza riuscirci ma ottenendo solo di creare ulteriori ostacoli e vessazioni contro i cittadini).
Ma se il governo degli oligarchi, con la complicità dei parlamentari che voteranno a favore (e massima sarebbe la colpa del Pdl se vi si accodasse e, soprattutto, se Alfano avesse veramente partecipato a vertici segreti con comunisti e democristiani), vorranno perseguire questa politica da prima sprecona repubblica, allora assume valenza moralmente nobile l’obiezione fiscale che priverebbe il governo stesso dei fondi necessari a perseguire quella politica dissennata.
Del resto che sia moralmente riprovevole l’eccesso di tassazione è facilmente dimostrabile.
L’ici sulla casa, non solo la prima !, ad esempio.
Quando si compra una casa si pagano le tasse (di registro, di bollo, di passaggio di proprietà) , il bene arriva già al netto di tutto quanto necessario alla formalizzazione del suo trasferimento (e probabilmente con cifre ben superiori al costo effettivo di trascrizione e certificazione del passaggio).
Se in quella casa ci abitiamo, non ne abbiamo alcun reddito.
Se teniamo a nostra disposizione quella casa per le vacanze, ugualmente non ne abbiamo alcun reddito.
Percepiamo un reddito solo se la concediamo in locazione.
Ma quel reddito è soggetto alla tassazione specifica, quindi anche la casa in locazione non deve alcuna imposta allo stato.
Ma, dirà qualcuno, i servizi comunali.
Perché non paghiamo forse con apposite e salatissime bollette gas, luce, fognature (i famigerati “consorzi” che sono spuntati come funghi ...), raccolta dei rifiuti ?
Non vi è quindi alcun sottostante per pagare l’ici, né sulla prima, né sulla seconda, terza o centesima casa che si possiede.
Analogo ragionamento è applicabile alla patrimoniale che mischia le proprietà immobiliari (vedi alla voce casa) con quelle mobiliari (vedi alla voce risparmi).
I nostri risparmi sono, lo dice il termine stesso, quanto riusciamo a conservare del nostro reddito lavorativo detratte le imposte sullo stesso e le spese correnti per il mantenimento nostro e della famiglia.
Il rendimento (l’interesse) su tali somme se mai dovesse essere accettato (ed ho forti dubbi che sia moralmente giusto tassare le rendite di un capitale formato da risparmi già tassati) una volta tassato, esaurirebbe completamente ogni obbligo fiscale.
Per quale ragione dovrebbero assoggettarlo ad una ulteriore imposizione fiscale ?
Solo per avidità e per distribuire i nostri soldi a nicchie di clientele privilegiate.
Ma, dicono, lo stato ci fornisce dei servizi.
Senza soffermarci sulla qualità di quei servizi (con quello che si paga avremmo diritto al tappeto rosso ogni volta che entriamo in un ufficio pubblico ed essere ossequiati come principi dai funzionari e dipendenti statali cui paghiamo lo stipendio !) i nostri redditi sono già tassati con quella che da alcuni anni si chiama Irpef.
Quello è il nostro contributo ai servizi essenziali dello stato: difesa esterna ed interna, funzionamento di una snella macchina amministrativa e istituzionale.
Ogni ulteriore servizio è qualcosa in più che probabilmente è utile solo ad una porzione, grande o piccola, della popolazione: perché dovremmo pagarlo tutti ?
Ognuno paghi il servizio di cui usufruisce, possibilmente erogato in forma privatistica per sollecitare concorrenza e mercato.
Perché poi dovremmo pagare il servizio sanitario inefficiente di certe regioni meridionali che, confidando sul flusso continuo di denaro dal Nord produttivo, non ci pensano proprio ad intervenire per l’efficientamento delle strutture e l’eliminazione delle clientele e se la ridono, sfottendo il Nord, nella più classica rappresentazione del “piange e frega” ?
Che i ricavi dai redditi locali siano utilizzati localmente, in modo che ognuno abbia i servizi che merita in base agli amministratori che ha eletto.
E poi finiamola con la mania cattocomunista della “progressività”.
Chi guadagna di più paga di più anche con la semplice proporzionalità.
Se la tassa fosse al 10% ed io guadagno mille pagherei dieci, sempre meno di chi pagherebbe cento perché guadagna diecimila e se guadagna diecimila vuol dire che la tipologia del lavoro o anche la sua personale capacità, intraprendenza, imprenditorialità è superiore alla mia e, quindi, merita la differenza di reddito.
La progressività è solo una idea comunista per livellare verso il basso il Popolo, creando conflitti sociali e un “nemico” fittizio per abbindolare i gonzi e gli invidiosi delle altrui fortune e capacità.
Ecco perché la risposta alle gabelle del governo degli oligarchi mai eletti non può che essere la chiusura dei rubinetti del finanziamento al loro stato.
L’obiezione fiscale, appunto, che richiede una organizzazione nazionale che istruisca su modalità e tempi, fornendo anche consulenza fiscale e assistenza legale in caso di azioni ritorsive.
Una organizzazione che può essere realizzata solo dai partiti del Centro Destra: Lega e Pdl (o la parte sana del Pdl che non si riconosce negli inciuci peraltro smentiti di Alfano).
Perché il singolo che facesse obiezione, è destinato ad essere schiacciato dal Moloch stato ed essere percepito persino come “evasore”, senza ottenere alcun risultato, mentre se fossero mobilitati i milioni di elettori del Centro Destra verrebbero sconfitti i gabellieri costringendo lo stato a ridurre le spese per mancanza di fondi e si passerebbe alla Storia come rivoluzionari, esattamente come i Patrioti Americani del Tea Party.
Mentre aspettiamo che i politici del Centro Destra capiscano che sostenere Monti significa perdere le prossime elezioni, possiamo dare il nostro piccolo, legittimo contributo al taglio delle spese pubbliche, riducendo la disponibilità di denaro per lo stato: NON compriamo titoli di stato.

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24 novembre 2011

L'Italia espressione geografica

Dobbiamo ridurre il debito pubblico e c’è chi pensa a spendere.
La voce dal sen fuggita (è meglio esprimersi così …) di Napolitano sui figli degli immigrati è infatti una colossale operazione politica e di spesa pubblica.
I cittadini italiani hanno una serie di diritti che rappresentano un costo per la comunità.
L’estensione della cittadinanza a chi non ha la nazionalità italiana, ma è solo nato in Italia (magari di passaggio o addirittura per l’ingresso illegale dei genitori …) diventerebbe un onere che, in questo momento, non può essere sopportato, a meno che non si dica che la rapina che vogliono effettuare sui nostri risparmi con l’ici e la patrimoniale servirà a pagare gli immigrati e tutte le altre pruderie dei comunisti.
Sì, perché a parte il costo, l’enfasi ideologica con la quale si richiede una legge entro Natale per la cittadinanza agli immigrati nati in Italia (e forse non solo …) è solo l’ennesimo tassello di una politica che la sinistra ha sempre adottato di disgregazione della Identità Nazionale, di devastazione dei fondamenti morali, civili, politici, sociali che, con tutte le difficoltà che può avere uno stato solo recentemente unitario ma diviso su tante questioni, sono gli unici a poter fungere da collante.
Napolitano, è bene ricordarlo, per tutta la sua vita non ne ha azzeccata una.
Ha aderito da giovane al partito comunista italiano, sezione locale dell’ideologia più perversa e sanguinosa che mai abbia calcato la terra.
Nel 1948 con il fronte popolare voleva trasformare l’Italia in un satellite dell’Unione Sovietica per farci fare la fine della varie Polonia, Bulgaria, Romania e per tale motivo si oppose all’ingresso nella Nato che salvò la nostra Libertà.
Nel 1953 si oppose alla riforma elettorale che avrebbe dato stabilità ai governi italiani.
Nel 1956 difese l’invasione sovietica che schiacciò il timido respiro di libertà dell’Ungheria.
Nel 1968 cavalcò la contestazione studentesca ed operaia.
Negli anni settanta fu per il compromesso storico che ci costò miliardi in debito pubblico mai più recuperati, per accontentare tutti gli appetiti delle varie clientele.
Nel 1984 fu, ancora una volta in piena sudditanza dell’Unione Sovietica, contro l’installazione degli euromissili voluti dal grande Presidente Reagan e che contribuirono alla caduta del comunismo.
Nel 1989 fu sorpreso, da comunista, dal crollo del muro e del comunismo sovietico e senza fare una piega cambiò semplicemente il nome (del partito) restando in politica.
Nel 1996 divenne ministro degli interni realizzando pessime figure, tra le quali la famigerata “Turco Napolitano” sull’immigrazione che oggi cerca di esaltare.
Nel 1998 fu silurato dai suoi stessi compagni (evidentemente la prova da ministro degli interni non fu particolarmente felice) che gli preferirono … Rosa Russo Iervolino !!!
Non mi ricordo l’anno (come sempre scrivo a memoria per risparmiare tempo) in cui Ciampi lo nominò senatore a vita (non si sa bene con quali meriti abbia onorato l’Italia visti simili precedenti) e nel 2006 fu eletto presidente della repubblica da un parlamento la cui composizione era soggetta alle richieste di revisione dei voti conteggiati (la differenza tra Centro Destra e sinistra fu di ventimila voti e il sospetto che non fossero tutti espressione della volontà reale dei cittadini è rimasto).
Dopo aver contribuito a consegnare il governo ad un sinedrio di oligarchi mai eletti, Napolitano (ed a seguire il codazzo della sinistra a cominciare da Bersani, Fini e Prodi) ha esternato a favore dell’imbastardimento dell’Italia.
Come in premessa: non è mai dalla parte giusta.
E’ sin troppo evidente che chiedere la cittadinanza per i figli nati in Italia degli immigrati significa accentuare una deriva sociale della Nazione.
Alessandro Manzoni, mi piace insistere, definì perfettamente l’essenza di una Nazione:
una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”.
Che c’azzeccano gli immigrati e i loro figli nati o meno in Italia ?
La loro immissione sarebbe motivo di disgregazione e di tensioni sociali, disperdendo e dissipando le qualità della Nazione Italiana.
Ciò che però è più grave è che la perdita di Radici e di Identità porterebbe inevitabilmente a trattare l’Italia come una non nazione, un non stato, conseguendo l’obiettivo, con ogni evidenza perseguito anche in questi giorni con il governo Monti andato subito a fare rapporto a Merkel ed europa, di cancellare Sovranità ed Indipendenza.
L’Italia tornerebbe ad essere “una espressione geografica”, obiettivo da sempre perseguito dai comunisti, internazionalisti per ideologia e dagli speculatori, e conseguito con gli euroburocrati dell’unione sovietica europea.
Non so se possa passare una tale aberrante normativa, al senato il Centro Destra ha ancora la maggioranza e non mi pare che una legge sulla cittadinanza possa essere ricondotta tra quelle per le quali la costituzione del 1948 vieti il referendum abrogativo.
Male che vada ci sarebbero le elezioni da condurre sul tema se vogliamo rinunciare alla sovranità sulla nostra terra per concederla agli ultimi arrivati.
Ma non possiamo basarci solo sulla iniziativa dei politici, è necessario stimolare un movimento di Popolo che si adoperi contro queste iniziative provocatorie ed antitaliane, perché se dovesse passare l’idea di una cittadinanza facile per gli immigrati, sarebbe solo colpa nostra e meriteremmo tutte le conseguenze.
Con quel volto sfidato e dimesso,con quel guardo atterrato ed incerto con che stassi un mendico sofferto per mercede nel suolo stranier, star doveva in sua terra il Lombardo, l’altrui voglia era legge per lui, il suo fato un segreto d’altrui, la sua parte servire e tacer.

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22 novembre 2011

L’ici uccide la Libertà delle persone

Il governo degli oligarchi mai eletti dal Popolo ha tenuto la sua prima riunione.
Mentre la borsa subiva l’ennesimo tracollo (-4,74% la peggiore in europa) a dimostrazione che Berlusconi è stato solo il capro espiatorio (anzi, quando c’era lui la situazione era più stabile) questa combriccola di professori e banchieri ha assunto un solo provvedimento.
Tagliare spese ? No.
Ridurre i vitalizi dei privilegiati ? No.
Chiudere alcuni rubinetti del debito pubblico ? No.
Al contrario, con l’unico provvedimento assunto hanno incrementato le spese pubbliche, regalando ben 350 milioni per il progetto di Roma capitale.
Contestualmente stanno elucubrando su una delle più grandi porcherie possa venir partorita:
il rispristino dell’ici,
l’aumento contestuale delle rendite catastali (l’ultimo a commettere tale sconcio perverso fu Prodi nel 1996),
la progressività (!!!) dell’imposta.
Difficilmente si riuscirebbe a mettere insieme tre stupidaggini lesive della proprietà e dei risparmi dei cittadini in un unico provvedimento.
Questi qua ci stanno riuscendo con la complicità della sinistra che non vede l’ora di acquisire denari da distribuire alle proprie clientele e persino del Centro Destra, ramo Pdl, che con Alemanno e Polverini fa capriole di gioia per Roma capitale (cioè per le briciole !!!) e con Alfano e Berlusconi apre all’ici.
Non so se sarà possibile difendere in qualche modo i nostri risparmi da questa rapina, potremo vederlo solo a provvedimenti emanati, so che tutto quello che si potrà fare andrà fatto.
Colpire la proprietà è colpire la libertà degli individui.
Le monarchie assolute, per assicurare il loro potere, come primi provvedimenti depredarono (legalmente, si intende, con le tassazioni per nobili motivi …) spogliarono i feudatari accollando loro imposte in relazione ai loro castelli e terreni.
I feudatari per pagare vessarono il Popolo e così persero capra e cavoli.
La politica che prevede l’ici, l’aumento delle rendite catastali e la progressività, persegue lo stesso obiettivo: depauperare ed affamare per controllare.
E’ evidente che per costoro l’Uomo Libero è un pericolo e l’Uomo per essere Libero ha necessità di possedere dei beni che gli consentano di essere indipendente dal bisogno e dal prossimo.
Togliere quei beni, significa trasformare un Uomo Libero in un servo, che ha bisogno di appoggiarsi ad una struttura complessa (chiesa, stato, partito, sindacato) per dare qualità alla propria vita e, a volte, anche per le necessità di base.
Tassare la casa con multipli della vecchia ici significa puntare a rendere schiavo il cittadino colpito da tale imposizione, riducendo gli spazi della sua libertà.
L’ici uccide la Libertà delle persone.


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Napolitano: un bel tacer non fu mai scritto

Mentre scrivevo sull'ici le agenzie di stampa battevano l'ultima follia di Mel Brooks, cioè l'ultima esternazione di Napolitano.
Quello vorrebbe concedere la cittadinanza ai figli, nati in Italia, degli immigrati, applicando, contro ogni storia e tradizione, lo ius soli al posto dello ius sanguinis.
Ha avuto buon gioco il Pdl a chiedere a Napolitano se vuole agevolare o complicare il cammino di Monti.
Aggiungiamo che se verrà dato il voto agli immigrati, nati o meno che siano in Italia non appartengono alla nostra Nazione, verrà versata molta benzina sul fuoco che cova e forse anche avvicinato un cerino acceso.
Ognuno si assuma le sue responsbailità e chi più ne ha, almeno istituzionalmente, dovrebbe tacere ed evitare di istigare gli animi su temi privi di pregio per la nostra Nazione.

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21 novembre 2011

Vince il Centro Destra, vince la Spagna

Mentre in Italia l’ibrido uscito dal connubio tra speculatori e comunisti ha partorito un “usurpatorerispetto alla legittimità di un Premier tale per volontà popolare, la Spagna ha liquidato sette disastrosi anni socialisti affidandosi al partito di Mariano Rajoy, erede di Aznar, il Premier europeo che, con Berlusconi e Blair, sostenne più di altri la guerra contro il terrorismo musulmano promossa dal Presidente Bush.
Rajoy, già indicato nel 2004 quale successore di Aznar perse le elezioni a causa dell’attentato terroristico dei terroristi islamici, ma il Centro Destra spagnolo consegnò ai socialisti una nazione in pieno sviluppo, crescita, ottimista.
Oggi Rajoy si prende una nazione piegata, depressa, pessimista, con un’alta disoccupazione e moralmente afflitta da leggi socialiste come quella che ha persino dato dignità di norma statale al ”matrimonio” degli omosessuali.
Una nazione così devastata dalla legislazione socialista non poteva che finire male, ma la forza di un Popolo si vede anche dal tipo di reazione che mette in atto, democraticamente, richiamando il Centro Destra al potere nonostante si sappia che la ricetta sarà molto amara.
In Italia, invece, complice una sinistra disinteressata alla soluzione dei problemi ma solo a rientrare nelle stanze dei poteri (come attesta il “pizzino” di Enrico Letta a Mario Monti) sostiene un governo privo di legittimità elettorale ed al quale battono la grancassa gli organi di stampa di proprietà delle derivazioni italiane di quei poteri forti che hanno commissariato la nostra nazione, dopo aver demolito in ogni modo l’unica figura politica che si opponesse loro.
Per questo la Spagna, con un governo legittimo, è destinata a risalire la china prima di un’Italia che, nonostante le sperticate lodi per l’ “usurpatore”, continua a macinare giornate negative in borsa, come se nulla fosse cambiato.
Perché infatti nulla è cambiato, anzi è solo peggiorata la situazione anche nella comunicazione, visto che dall’ottimismo benefico di Berlusconi, siamo passati al pessimismo vagamente iettatorio di Monti che non perde occasione per minacciare sacrifici e di “far pagare” a Tizio o a Caio, quando invece sappiamo tutti che sarà sempre Pantalone a rimetterci.
Come può un governo non legittimato dal voto popolare e che, quindi, è molto più simile ad un sinedrio di oligarchi, chiedere sacrifici agli Italiani ?
Ma, soprattutto, perché con un patrimonio immobiliare pari al debito pubblico e con partecipazioni miliardarie, tale sinedrio di oligarchi non legittimati dal voto popolare, viene a chiederci altri soldi senza prima chiudere i rubinetti dalla spesa e vendere, non svendere !, le proprietà dello stato ?
I giornali danno il loro contributo proiettando una immagine di Italiani compatti dietro all’ “usurpatore”, ma non è quella realtà, bensì solo la favola raccontata per nascondere la verità.
Una verità che vede, ancora una volta, la sinistra, nelle sue varie componenti (sindacali, politiche, editoriali) che dietro alla richiesta di “far pagare chi più ha”, difende gli interessi corporativi di chi ha sempre beneficiato delle tasse di tutti: dai dipendenti pubblici assunti in modo abnorme, all’editoria che non perde tempo nel chiedere “contributi”, nani e ballerine, rai e meridione.
Senza la chiusura di quei rubinetti di spesa, i soldi che ci dovessero sfilare dalle tasche non servirebbero ad altro che a mantenere quei privilegiati ed a prolungare l’agonia dell’Italia, finchè l’elettorato non darà una schiacciante maggioranza assoluta al Rajoy italiano, che farà ingurgitare a forza quella necessaria medicina amara che sarebbe stata molto meno tale se, sin dalla riforma delle pensioni proposta e delle leggi sul lavoro proposte nel 1994, si fosse evitata la sterile, stupida, preconcetta opposizione a Silvio Berlusconi.



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20 novembre 2011

Perchè speculatori e comunisti vanno a braccetto

Il governo rapina che ha ottenuto una fiducia bulgara in parlamento (onore alla Lega che ha votato contro !) rappresenta l'ennesima smentita delle teorie marxiste.
Invece di fornire ai comunisti la corda per impiccarsi, i capitalisti, rectius: gli speculatori, hanno utilizzato i comunisti come ascari per rafforzare il prorpio potere.
E la sinistra, giuliva, ha accettato il ruolo berciando di soddisfazione.
Come può essere accaduto ?
Sicuramente gli speculatori, quei poteri forti riuniti attorno alla Goldman Sachs, alla Trilateral, al Bilderberg, di cui il neo presidente del consiglio ha fatto e probabilmente fa ancora parte, non sono composti da sprovveduti ed hanno agito avendo come unico scopo il proprio porco interesse.
Non vi sono quindi ostacoli Ideali, Morali, religiosi, nazionali o di Principio e Valori, per quel che può portare ad un più corposo dividendo.
Se in cambio di riconoscimenti che non hanno una valenza economica si possono usare le truppe comuniste per i propri scopi, gli speculatori non hanno esitato a circuire i capataz della sinistra, anche perchè questi hanno ampiamente dimostrato i loro limiti intellettuali e culturali perchè, nonostante avessero schierato praticamente tutti i poteri (tranne le Forze Armate) contro Berlusconi, non sono riusciti a rovesciarlo e sono dovuti intervenire in prima persona gli speculatori internazionali.
Ecco che il do ut des è stato realizzato.
La sinistra lascia agli speculatori la gestione della finanza, consentirà la svendita dei beni italiani a potenze e società straniere, rimarrà in scia ai manovratori senza disturbarne la navigazione e, in cambio, sarà lasciata giocare con le questioni "irrilevanti": i temi sensibili (eutanasia, omosessualità, aborto, divorzio, manipolazione genetica, cittadinanza e voto agli immigrati) riservando ai poteri forti solo gli utili per tutto ciò che possa avere un risvolto economico.
Ecco la vera ragione per cui speculatori e comunisti sono a braccetto nel coprire di incenso il nuovo governo.
Ma a sinistra sono così sempliciotti (eufemismo, naturalmente ...) da non aver capito quantro l'abbraccio degli speculatori internazionali sia mortale.
Timeo Danaos et dona ferentes.
Naturalmente non posso sperare che i comunisti di oggi (perchè quelli del passato, almeno, possedevano una Cultura maiuscola – pensiamo solo al grande Latinista Concetto Marchesi – anche se usata male) conoscano Virgilio e, quindi, ne traggano beneficio.
Così tutta la sinistra è rimasta a berciare di soddisfazione dopo i discorsi di insediamento di Monti, evidenziando soprattutto quella frase con la quale annunciava che avrebbe chiesto di più a chi, finora, si era sforzato di meno.
Evviva, evviva, avranno pensato nella loro infantile ingenuità, finalmente pagheranno i biechi capitalisti, gli evasori !
Beata innocenza, figlia dell'immaturità !
Ma cosa credono, i comunisti, che cane mangi cane ?
L'Italia, dicono per giustificare le rapine a legge armata, ha bisogno di liquidità, quindi non c'è tempo per aspettare i ricavi delle vendite del corposo patrimonio immobiliare, partecipativo e mobiliare dello stato.
E ci sarebbe il tempo per andare a scovare gli evasori ed estorcere loro tutto il maltolto ?
A pagare, visto che a sinistra sbavano per far pagare qualcuno invece di ridurre le spese, saranno tutti quelli di cui si conosce tutto.
Quelli che i loro risparmi sono in banca o in posta.
Quelli che i loro risparmi sono serviti a comprare una casa.
Quelli che i loro risparmi li ottengono lesinando sulla retribuzione dichiarata in busta paga.
Quelli che i loro risparmi non vengono occultati in scatole cinesi, in società off shore (tipo quelle dell'appartamento di Montecarlo in cui è vissuto o vive ancora il "cognato" di Fini).
I comunisti credono che gli speculatori, gli odiati "capitalisti", gli "evasori" nuovi mostri, tengano i loro risparmi alla luce del sole, come tutti noi e quindi sia sufficiente andare a prendere quei soldi.
Sempliciotti (eufemismo) !
Sangue, sudore e lacrime sono per noi, loro brinderanno sul Britannia complimentandosi, l'un con l'altro, per essere riusciti, ancora una volta, a fregare quei bifolchi dei sudditi italiani.
Altro che fornire la corda con la quale essere impiccati !

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18 novembre 2011

Preavviso di rapine

Il discorso di Monti al senato ha confermato le prospettive della vigilia.
Per far ingoiare alla sinistra una minima parte degli interventi necessari a chiudere i rubinetti della spesa e ridurre il debito pubblico, si concederà la “soddisfazione” di rapinare gli Italiani con ici e patrimoniale.
Perché di rapina si tratta quando lo stato vuole imporre, con l’idea di farlo ogni anno, l' esproprio dei nostri risparmi senza alcun corrispettivo in servizi.
La tassa sulla casa, come ogni tassazione sui risparmi chiamata “patrimoniale”, non è infatti legata a nulla.
Non alla fornitura di acqua, luce, gas, perché le paghiamo a parte.
Non alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, perché c’è una tassa apposita.
Non ai servizi di trasporto pubblico perché si pagano al momento dell’uso.
E l’addizionale irpef serve per pagare la manutenzione delle strade e dei marciapiedi.
Viene quindi il sospetto che l’ici, che i comuni bramano, serva a pagare nani e ballerine per gli spettacoli estivi e natalizi, di cui possiamo fare a meno quando abbiamo, escludendo quelli a pagamento, ben 120 canali televisivi tra cui scegliere.
L’ici e il prelievo continuativo sui risparmi (che sono i soldi che salviamo del nostro reddito già ampiamente tassato !!!) sono prelievi forzosi, continuativi, senza corrispettivo.
Rappresentano l’illegittimità conclamata anche se venissero approvati da un parlamento bulgaro che potrebbe solo renderla legale, non legittima.
La rapina perpetrata con l’ici e la patrimoniale ha la medesima valenza morale della rapina del bandito all’angolo della strada.
Lì, infatti, abbiamo chi ci obbliga a consegnare il nostro denaro sotto la minaccia di una pistola o di un coltello.
Con l’ici e la patrimoniale abbiamo chi ci obbliga a consegnare il nostro denaro sotto la minaccia di arresti e processi.
IN AMBEDUE I CASI NON CI VIENE CONSEGNATO NULLA IN CAMBIO DI QUEL CHE PAGHIAMO !
Mi auguro che l’impegno del Pdl a votare solo i provvedimenti concordati con l’europa sia mantenuto e Berlusconi non si lasci infinocchiare dalle chiacchiere dei professoroni che credono di non dover rispondere al Popolo delle loro azioni.
In senato Pdl e Lega hanno ancora la maggioranza e bocciare le annunciate rapine ai danni dei nostri risparmi sarebbe un ottimo viatico sia per ricostituire una coesa alleanza, che per riproporsi agli Italiani come quelli che non mettono le mani nelle loro tasche e che, nei fatti, hanno dimostrato di poter gestire la finanza pubblica senza ricorrere ai mezzucci fiscali della prima repubblica.


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17 novembre 2011

La mentalità perversa della sinistra

Il segretario comunista Bersani assomiglia ad un disco rotto nel tono e nei contenuti.
La sua giaculatoria quotidiana riguardava le dimissioni di Berlusconi, ma ne ha un’altra, tuttora in voga: chi ha di più deve pagare di più.
I commentatori di sinistra dei forum dei quotidiani scrivono smaniosi di far pagare di più ai "più ricchi".
Persino amici ai quali, pur essendo elettori della sinistra, accreditavo, evidentemente sbagliando, un minimo di capacità intellettiva, affermano che la patrimoniale è necessaria e che deve essere pagata "da chi ha i soldi".
Cosa c’è di sbagliato in tutto questo ?
Il fondamento che si debba, per forza, far pagare qualcosa a qualcuno.
E’ una mentalità perversa, che considera solo l’ipotesi di finanziare lo stato, di dare altri soldi che verrebbero spesi, anzi sperperati.
La mentalità corretta non è pretendere che “i ricchi” paghino di più, perché è quello che accade tutti i giorni.
Se Tizio guadagna cento e Caio mille, applicando una mera tassazione proporzionale al 10%, il primo pagherà dieci e il secondo cento: il più ricco, pagherebbe di più, senza quella stortura comunista che è la progressività nella tassazione.
La mentalità corretta è di pretendere che tutti paghino di meno e questo lo si può ottenere
tagliando le spese clientelari,
chiudendo i rubinetti degli sperperi derivanti dall’arco costituzionale/compromesso storico degli anni settanta,
facendo pagare i servizi, al prezzo di costo, ma solo a chi ne usufruisce e
obbligando gli enti locali ad organizzare la vita della comunità locale sulla base degli introiti di quella comunità e non pretendendo di essere mantenuti dalle comunità più produttive.
Pagare meno tasse tutti e non far pagare di più questo o quello.
Certo che è difficile arrivarci se il punto di partenza diventa la giaculatoria bersaniana del “chi ha di più deve pagare di più, quasi una sorta di meschina rivincita contro chi ha avuto successo.
Ed è ugualmente difficile se vengono istituiti dal governo Goldman Sachs il “ministero per la cooperazione internazionale” e quello “per la coesione territoriale” , cioè due formidabili centri di spesa, buoni solo a drenare risorse per disperderle nelle solite, inutili, anzi controproducenti, iniziative buoniste.
A tale risultato, infatti, può portare un ministero preposto alla cooperazione internazionale che da sempre ha significato l’uso di risorse italiane a fondo perduto per improbabili iniziative assistenzialiste nel terzo mondo.
Se poi quel ministero viene affidato ad un esponente di rilievo della comunità di S. Egidio, allora chi può dubitare che la caccia ai soldi pubblici sia aperta ?
Chi può dubitare che a noi raccontano che siamo in debito, abbiamo difficoltà, ma poi prelevano soldi nostri, per sottrarli all’uso in Italia e disperderli in varie altre iniziative all’estero senza ritorno alcuno ?
E perché non si solleva il conflitto di interessi tra chi collabora ad una organizzazione di beneficenza e un ministero preposto ad erogare fondi per fare beneficenza ?
E che dire del ministero per la coesione territoriale, cioè per tornare a finanziare il sud d’Italia con i soldi dei cittadini del Nord ai quali vengono sottratti ?
Non sono bastati sessanta anni di cassa del mezzogiorno per capire che finchè, per una malintesa solidarietà, continueremo a pompare denaro al sud, il sud non crescerà mai ?
E questo sarebbe il governo che dovrebbe rimettere a posto i conti ?
E’ inutile pretendere che “i ricchi paghino di più” se poi quei soldi, pochi o tanti, finiscono nel solito calderone degli sperperi assistenzialisti.
Pagare di meno tutti e per farlo, ridurre le spese, ridurre il debito pubblico, cessare di finanziare chiunque chieda soldi anche nel nome di ottime intenzioni, perché la strada per l’Inferno è lastricata di buone intenzioni.

P.S.: Intanto per lisciare quella mentalità perversa, le prime dichiarazioni del governo Goldman Sachs anticipano la volontà di cominciare a rubarci soldi proclamando che l’esenzione ici sulla casa sarebbe una anomalia tutta italiana. Anche un governo di signori che non si sono sottoposti al voto del Popolo è una anomalia tutta italiana. Che si chiama oligarchia, cioè la corruzione dell’aristocrazia, secondo Polibio.

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16 novembre 2011

Il governo del Male

Questa mattina al giornale radio delle 6 il giornalista di turno si affannava a giustificare l’ennesimo tracollo di borsa con la situazione generale.
Anche con Berlusconi pienamente in carica la borsa andava su e giù, ma allora la colpa era del Premier se la borsa calava, il merito di chiunque altro se cresceva.
Oggi se la borsa sale è merito di Monti, se scende è colpa della Grecia o, come ho sentito appunto questa mattina dalla lettura delle prime pagine dei quotidiani (veggasi fotografia), della speculazione internazionale guidata da Goldman Sachs.
Ohibò, ho pensato, chissà quanti guai avrà quel giornalista che ha nominato il nome di Dio invano !
A metà mattinata, infatti, l’uomo prescelto dalla Goldman Sachs per l’Italia ha sciolto la riserva e presentato la lista dei ministri, proseguendo così la marcia della “banca d’affari” alla conquista dell’europa .
Nomi, per lo più, conosciuti solo in ambiti ristretti, accomunati dall’antiberlusconismo più o meno palese.
E’ solo la prima delle troppe concessione ai comunisti di questo governo che vede alleati gli squali della finanza internazionale con la scalcagnata sinistra italiana.
Spero non avremo il tempo (perché auguro vita brevissima a questo governo) di fare le pulci a questi ministri, alle loro dichiarazioni antiberlusconiane, alle firme da loro apposte ai “manifesti” della sinistra che sono proliferati contro Berlusconi, alla loro partecipazione alle ”primarie” comuniste, mettendosi disciplinatamente in fila come ordina il partito (loro), per scegliere vuoi Prodi, vuoi Bersani.
Rilevo solo un conflitto di interessi tra chi rappresenta una “cultura” sempre alla caccia di finanziamenti pubblici e chi dovrebbe invece provvedere a ridurre il debito pubblico, quindi tutti i finanziamenti.
Sono peraltro sicuro che troveranno la giustificazione per spendere qualche miliardo nel nome della “cultura” o della “ricerca” o dello “stimolo all’economia” o qualche altra balla cosmica per drenare il nostro denaro tramite lo stato.
Come pensano di sconfiggere la speculazione mettendosi nelle mani di chi quella speculazione alimenta ?
Come pensano di ridurre il debito pubblico con un governo dell’ammucchiata, sostenuto cioè dagli eredi di quegli stessi partiti che il debito pubblico hanno creato negli anni settanta con il compromesso storico e l’arco costituzionale ?
Infatti non lo pensano.
Battere la speculazione e ridurre il debito pubblico sono gli specchietti per le allodole, per chi esulta perché non c’è più Berlusconi a Palazzo Chigi e poi si ritroverà più povero di prima perché per Goldman Sachs e i suoi funzionari si applica il principio evangelico (non so se apocrifo o meno): “a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quel poco che ha”.
Svenderanno l’Italia (a spizzichi e … Bocconi) e faranno di tutto per rubarci i risparmi e le proprietà vessandoci con tasse e balzelli di ogni genere.
Sempre nel nome del “risanamento”, si intende.
Resta incomprensibile la scelta suicida del Pdl di concedere la fiducia al governo Goldman Sachs.
Sarebbe stato meglio che si fosse schierato con la Lega chiamandosi fuori da questa ammucchiata, anche se avesse perso per strada qualche parlamentare di scarsa affidabilità ne avrebbe solo guadagnato in prestigio e coesione, tanto i voti li ha Berlusconi, mica qualche topolino pronto a saltare il fosso.
Il “NO” a questo governo è quindi netto, non solo perché nasce senza un voto popolare ed a sovranità limitata, ma anche perché nasce dall’alleanza di chi guida la speculazione internazionale, con chi ha creato il debito pubblico italiano e ciò che nasce da due mali non può che essere il Male.
Il governo del Male.

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15 novembre 2011

Le tasse alimentano il debito pubblico

Come nel 2006 e prima ancora nel 1996, l’uscita dal governo di Berlusconi e del Centro Destra riaccende gli appetiti di chi vuole appropriarsi delle proprietà e denaro altrui attraverso le luride manacce dello stato che si allungano sulla nostra vita e nelle nostre tasche.
Nel 2006 la “rivincita” della sinistra fu rappresentata dalle nuove aliquote irpef di Prodi e Visco, ideate solo per abolire le odiate aliquote di Berlusconi che avevano concesso un po’ di respiro ai nostri stipendi, anche se la sinistra ironizzava sul “caffè al giorno” di quelle riduzioni (ma così ammetteva che la riduzione c’era stata).
Il risultato fu una busta paga nella quale i lavoratori “restituirono”, con gli interessi, al Moloch stato quello che Berlusconi aveva conquistato di lasciare ai legittimi proprietari.
L’unico aspetto per me divertente della grottesca vicenda nella quale il Centro Destra ha dato e la sinistra tolto, fu la faccia dei colleghi di sinistra che si rigiravano pallidi tra le mani la busta paga del gennaio 2007.
Evidentemente se ne sono dimenticati.
Dicono che l’Uomo si dimentichi facilmente delle cose brutte, così gli stessi che non si capacitavano di come Prodi e Visco li avessero fregati, oggi esultano perché il Berlusconi che aveva impedito, nonostante guerre, terremoti e alluvioni, di imporre patrimoniali, prelievi forzosi, una tantum ed aveva abolito l’odiosa tassa sulla prima casa, quel Berlusconi sarà rimpiazzato da un uomo della Goldman Sachs.
Se ne accorgeranno ed io tornerò a ridere … amaro, perché ci rimetterò anche io (pur essendo concettualmente pronto a sfruttare ogni occasione per limitare i danni).
Da alcuni giorni, infatti, i giornali che hanno tirato la volata al governo dei poteri forti internazionali, continuano a ipotizzare che nel programma futuro di “sacrifici ma senza lacrime e sangue” (allora chi paga ? la Goldman Sachs ?) ci saranno la patrimoniale e il ripristino dell’ici sulla prima casa, addirittura con un aumento delle rendite catastali (altra fregatura della sinistra: nel 1996 appena vinte le elezioni Prodi dispose un aumento del 5% delle rendite catastali ai fini dei conteggi fiscali, percentuale che ogni anno troviamo ricordato nelle istruzioni per la dichiarazione dei redditi) .
Sono due cavalli di battaglia della sinistra che pensa (ancora una volta si registra così lo scarso livello intellettuale dei comunisti) di penalizzare gli odiati “ricchi” … cioè quelli che percepiscono più di venti- trenta mila euro di retribuzione annua e che, dopo una vita di sacrifici e lavoro, hanno accumulato un po’ di risparmi e comprato una casa di proprietà.
Forse la “patrimoniale”, comunque in cifra complessiva del tutto insignificante, graverà sui patrimoni realmente più alti (ma che dire se valuteranno nel totale anche la prima casa al valore di mercato e i risparmi in titoli di stato ?) ma sicuramente un eventuale ripristino dell’ici sulla prima casa colpirebbe tutti, ma proprio tutti.
E per cosa, poi ?
Per alimentare il debito pubblico.
Per dare più denaro da spendere ai comuni e agli enti locali che utilizzerebbero questa nuova manna dal cielo non per aggiustare le strade o fornire servizi più efficienti, bensì per pagare nani e ballerine (siamo vicini all’ “effimero” di fine anno e si devono programmare le iniziative pseudo culturali dell’estate 2012 …) .
Se quei soldi venissero accantonati per ridurre il debito pubblico e non fossero spesi, pur non essendo sufficienti allo scopo senza la vendita delle proprietà, delle partecipazioni, degli immobili dello stato, sarebbe anche accettabile un contributo una tantum (che vuol dire una volta soltanto, non “ripetuto ogni anno” !!!).
Ma solo uno sciocco può pensare che chi vuole mettere le mani nelle nostre tasche e sui nostri patrimoni, lo faccia per un nobile scopo.
I soldi che ci dovessero rubare con patrimoniale e ici finirebbero spesi, come tutti quelli del passato, come tutti i soldi delle nostre tasse, per finanziare dubbie iniziative spacciate per “sociali” o per “ricerca” o “culturali”, ma in realtà con il risultato di alimentare un debito pubblico senza ritorno.
Non posso meravigliarmi, perché chiunque abbia soldi in tasca, soprattutto quando li ottiene facilmente, è portato a spenderli, non a metterli da parte.
Non mi meraviglia, ma non accetto di essere preso in giro dai “risanatori” e dalle loro menzogne di voler mettere la mani sui nostri soldi per ridurre il debito.
Loro vogliono i nostri soldi per spendere perché le tasse alimentano solo il debito pubblico.

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14 novembre 2011

Il sì di Berlusconi a Monti: astuzia o ricatto ?

Leggo con interesse i commenti di blogger di Centro Destra che condividono la scelta di Berlusconi di manifestare un sostegno condizionato al governo della Goldman Sachs.
La tesi di questi amici è che, con il tradimento di quei parlamentari che, eletti PER “Berlusconi Presidente”, hanno eseguito il classico voltafaccia, Berlusconi non aveva spazio per poter rinsaldare le file e presentarsi alle urne con una aspettativa di successo.
Un governo non eletto, invece, al di là delle considerazioni appropriate sul colpo di stato “bianco” in corso di esecuzione, potrà fare tutto quello che a Berlusconi è stato negato.
Ma in più il voto determinante del Pdl (che con la Lega continua a detenere la maggioranza in senato) potrà porre il veto ai provvedimenti che ripugnano al Centro Destra come la patrimoniale e l’ici.
Se così fosse mi ricrederei.
Se il prossimo governo dovesse fare esattamente quello che auspico e cioè
tagliare il debito pubblico abbattendo le spese,
privatizzando, vendendo proprietà, partecipazioni e immobili dello stato,
portando a compimento la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro,
SENZA toccarmi in tasca,
SENZA una patrimoniale,
SENZA prelievi forzosi,
SENZA aumentare le aliquote irpef,
SENZA ripristinare l’ici sulla prima casa,
SENZA una tantum (tassa di scopo),
allora diventerei un sostenitore della Goldman Sachs.
Soprattutto perché godrei come un riccio a vedere le facce di Bersani e compagni mentre sostengono a spada tratta provvedimenti da liberismo spinto.
Purtroppo temo che non sarà così.
Temo che l’uomo Goldman Sachs si sia fatto forte della possibilità di muovere o fermare la speculazione che ha la società di appartenenza, oltre alle altre armi di distruzione individuale già ampiamente usate contro Berlusconi (processi, teoremi giudiziari, pettegolezzi, spionaggio telefonico …).
Temo che per far ingoiare alla sinistra minimali concessioni su pensioni e mercato del lavoro, conceda la totale deriva sui temi sensibili (eutanasia, manipolazione genetica, riconoscimento delle unioni omosessuali, voto e cittadinanza agli immigrati …) tanto della tenuta morale di una nazione nulla interessa a Goldman Sachs.
Temo che il costituendo governo farà sì, qualche cosa sul versante del debito pubblico, ma soprattutto userà la leva fiscale per rubarci soldi che serviranno solo ad alimentarlo, quel debito pubblico, mascherando per qualche tempo la necessità per lo stato di comportarsi come una famiglia sana.
E come si comporta una famiglia sana quando ha dei debiti ?
Non ne fa altri.
Vende i gioielli di famiglia.
Riduce le spese, a cominciare da quelle voluttuarie del cinema e spettacoli vari e dall’acquisto dei giornali.

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13 novembre 2011

Un arrivederci, non un addio

Confesso che speravo in un colpo di scena di Berlusconi, con il rifiuto a rassegnare le dimissioni dopo un voto sulla legge di stabilità e un bel "marameo" a Napolitano e alla sinistra.
Purtroppo non è stato così, dimostrando ancora una volta quanto fossero menzognere le affermazioni propagandistiche della sinistra sulle presunte giravolte nelle dichiarazioni del Premier.
Peccato perché ancora una volta il Berlusconi dipinto dai miserabili coatti antiberlusconiani non corrisponde al Berlusconi vero ben descritto da Putin … purtroppo.
Sì, perché sarebbe servito un Berlusconi anche solo lontanamente somigliante al “caimano” descritto in tanti velenosi ritratti.
Ma Berlusconi è così e bisogna accettarlo come è, con i suoi pregi e difetti.
Un pregio è anche il suo certo ritorno, dopo questo umanamente comprensibile ritiro, come dopo il dicembre 1994, come dopo il 1996, come dopo il 2006, una volta che avrà ricaricato le batterie godendosi i miliardi che ha meritatamente guadagnato PRIMA dell’ingresso in politica.
Sono quindi fuori luogo i coccodrilli dei giornali radio e della stampa, interessata a proiettare l’idea che Berlusconi non ci sarà più.
Se fosse così oggi non scriverei, davanti al camino acceso, in montagna, prima di sapere come finirà la vicenda del governo appaltato alla Goldman Sachs, questo post per il futuro ritorno del Premier, nonostante la prospettiva di un Governo del Male sostenuto da comunisti e traditori.
Scriverei invece dell’importanza di Silvio Berlusconi nella politica italiana.
Diciotto anni di cui solo, purtroppo, nove di governo, ma tutti sotto il suo segno.
Un Berlusconi che, per la prima volta nella storia, è riuscito a riunire tutto il Centro Destra (nel 2006 il capolavoro con “tutti dentro” da Forza Nuova all’Udc, o quasi e fu quel "quasi" - oltre ai ragionevoli dubbi sulle operazioni di scrutinio in certe regioni - che portarono ad una sconfitta di misura dopo che i sondaggi davano la sinistra quindici-venti punti avanti) superando individualismi tipici dell’Uomo di Destra e la fisima antifascista di alcuni centristi.
Ricordo che solo nel 1993 Buttiglione gettò al vento la possibilità di diventare sindaco di Roma, rifiutando l’alleanza con l’allora Msi e l’anno successivo fu Mario Segni a sprecare un patrimonio di credibilità negandosi, con la pregiudiziale antifascista, alla leadership di quella alleanza che poi costituì vittoriosamente Silvio Berlusconi.
Descriverei anche i successi di Berlusconi in politica estera, con l’avvicinamento da lui promosso tra Usa e Russia, ma anche la partecipazione alle missioni militari che hanno portato all’Italia credibilità e l’ammissione al “primo tavolo” tra i Grandi, suscitando l’invidia di Francia e Germania che rifiutarono la solidarietà agli Stati Uniti nell’impresa di liberare l’Iraq da Saddam.
Racconterei delle riforme (scuola, università, pubblica amministrazione, federalismo fiscale, processo civile, lavoro, pensioni) che hanno avviato un processo irreversibile di rinnovamento e soprattutto dell’insegnamento sulla politica fiscale, dimostrando che si può governare, si possono affrontare le calamità naturali senza mettere le mani in tasca agli Italiani con patrimoniali, prelievi forzosi, una tantum, anzi eliminando una delle tasse più odiose, quella sulla prima casa.
Direi che oltre alle molte luci ci sono alcune ombre.
La troppa ingenuità nei confronti di miserabili individui da lui accolti e promossi e che gli hanno voltato le spalle, l’essere troppo diverso dal caimano ritratto dalla sinistra, dall’eccesso di rispetto verso alleati e avversari tutti elementi che gli hanno impedito di sviluppare per intero la politica liberale per la quale è stato eletto.
Ma queste saranno tutte argomentazioni che verranno espresse quando Berlusconi non sarà più il Leader del Centro Destra, aggiungendo anche tutti i provvedimenti che assumerà quando tornerà a Palazzo Chigi.
Nel frattempo è diritto politico e dovere morale di tutti gli Elettori del Centro Destra, cioè della parte sana, avanzata, più matura e produttiva della Nazione, utilizzare ogni strumento, ogni occasione per fare ostruzionismo, per boicottare, per demolire un governo frutto di un complotto di palazzo e a guida Goldman Sachs, spronando in tal senso anche i parlamentari di Centro Destra.



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12 novembre 2011

Poteri forti ? Non li conosco

Ieri, guidando, ascoltavo la trasmissione radiofonica “Radio anch’io”.
Trattava sulla crisi di governo con “esperti”, giornalisti ed economisti.
Partecipavano anche gli ascoltatori con sms e telefonate.
Molti ascoltatori mettevano in dubbio le qualità di Monti per la nomina a senatore a vita e alcuni sottolineavano la sua appartenenza alla famiglia dei poteri forti.
Un giornalista (non scrivo il nome solo perché non sono certo al 100% del nome) ha liquidato tali affermazioni con un “poteri forti ? non li conosco”.
La stessa risposta che ho sempre udito da chi vuole negare l’esistenza della mafia.
A tanto arriva la canea dei plaudenti il procuratore della Goldman Sachs.



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11 novembre 2011

Che ne pensa l’elettorato di Centro Destra

Sappiamo tutti come ha reagito l’elettorato di sinistra alla Premiership di Berlusconi: urla belluine ma solo per cambiare l’aria che ristagna tra le sue orecchie.
E i giornali sono pieni dei loro ululati.
Ma pochi ci dicono come reagisce l’elettorato di Centro Destra che è culturalmente, intellettualmente, moralmente e politicamente più maturo.
Il quotidiano Libero  aveva promosso un sondaggio che ha dato il 96% di favorevoli acchè Berlusconi resista e continui la sua (nostra) battaglia di civiltà.
E’ un sentimento diffuso in uno “zoccolo duro” di elettori del Centro Destra che rappresenta, comunque un 20% abbondante in caso di elezioni.
Ma il sondaggio, semplice e diretto, forse può fornire una indicazione sulle scelte finali in caso di elezioni, non le varie sfumature che si colgono parlando con amici e colleghi o leggendo gli scritti in forum e blog.
Dalla mia esperienza, pur nella consapevolezza che lo spettro è, come sempre, molto più ampio e sfumato, vedo emergere quattro tipologie di base.
Il primo è l’elettore di Centro Destra che, pro bono pacis, non si dichiara tale.
Quando è in compagnia di sinistrati ride alle loro battute contro Berlusconi, non si schiera nelle discussioni, interviene con parole di apparente buon senso ma che nascondono il desiderio di compiacere tutti e parlare d’altro.
E’ però più affidabile in caso di elezioni della seconda e terza categoria di cui parlerò, perché sa che nella cabina elettorale Santoro non lo vede e nemmeno l’ululante lettore di Repubblica che lavora nel suo stesso ufficio.
Vi sono poi quegli elettori di Centro Destra che sostengono posizioni fortemente caratterizzate da scelte contrastanti con la vulgata sinistra.
In genere sono antieuropeisti ma anche anticapitalisti e non perdonano alcuna defaillance soprattutto ai rappresentanti delle propria parte politica che, a loro vedere, devono essere come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto o chiacchiera.
Proprio per la rigidità dei principi che sostengono, rischiano di prendere una sbandata e rinunciare a votare, nonostante la grande offerta che il Centro Destra presenta per i suoi elettori, fornendo alla sinistra uno spazio ancora maggiore per fare tutto quello che loro combattono.
Il più delle volte, però, affermano principi più che condivisibili, ma non riescono a coniugarli in modo concreto con la realtà politica e della politica.
Ne conobbi uno tanti anni fa, prima del crollo della prima repubblica, convinto che, per l’appunto, ci sarebbe stato un bel ribaltone.
Ed era contento nella sua convinzione.
Aveva ragione, mi dispiace solo che non abbia potuto constatare quanto avesse ragione.
Una terza categoria è data da quelli che, di provata fede anticomunista, sono peraltro turbati dalla propaganda della sinistra.
Non hanno alcuno sbandamento circa un ipotetico voto a sinistra: mai e poi mai voterebbero per i comunisti o per i traditori.
Hanno però delle ritrosie a votare Berlusconi, dal quale vorrebbero un comportamento più … moderato.
Sanno che la sinistra è un disastro.
Sanno che comunisti e traditori non perderebbero tempo a rapinare i nostri risparmi, senza chiudere i rubinetti della spesa pubblica.
Ma sono influenzati dai pettegolezzi sui presunti comportamenti non consoni del Premier.
Questa categoria di elettori è quella a maggior rischio astensione.
E’ la categoria che fa la differenza tra vincere le elezioni o consegnare l’Italia alla sinistra e ai traditori.
Infine c’è la categoria, alla quale mi sento di appartenere, per cui “il peggiore dei nostri è comunque migliore, del migliore dei loro”.
Il contenuto è più importante del comportamento privato e ci si rende conto che la politica è l’arte del possibile, con tutti i suoi compromessi.
Si gradirebbe qualcuno che avesse le stesse idee e la stessa concezione della vita, ma ci si rende conto che, pur con tutte le sue pecche e i suoi peccati, Berlusconi resta il migliore nel panorama politico, chiunque altro sarebbe peggio e, allora, ci si accontenta di una parte del tutto.
Perchè, magari dopo quaranta anni che si segue la politica italiana, Berlusconi resta il Presidente del Consiglio chepiù ha corrisposto alle nostre idee.
L’importante è perseguire una linea che, anche se non retta, guardi comunque ad un traguardo che rappresenti la valorizzazione dell’Individuo sulla massa.
Questa ultima categoria è quella che, comunque, anche turandosi il naso, vota per un partito di Centro Destra, indipendentemente dalla possibilità di vittoria, dalle coalizioni, dalle situazioni contingenti, dalle persone che vengono candidate.
Se, come accadde nel 2006, tutto il Centro Destra fosse unito sotto un’unica bandiera, voterebbe comunque, nonostante la presenza dei Fini e dei Casini.
Se, però, il Centro Destra non fosse unito e, magari, restasse fuori Forza Nuova o La Destra, ecco allora che, pur volendo votare Berlusconi Premier, guardano i compagni di viaggio che il Cavaliere dovesse scegliersi.
Ma se Berlusconi non dovesse più essere candidato Premier, allora il voto potrebbe diventare imprevedibile, sempre però nell’area del Centro Destra, e dar luogo anche a risultati sorprendenti.
Berlusconi è il Leader del Centro Destra e non ci sono alternative.
Se si dovrà quindi andare alle elezioni anticipate dovrà essere lui, non altri, il candidato Premier e dovrà esserlo a capo di una Coalizione che comprenda anche i partiti della Destra Radicale.
Diversamente un elettorato che è maggioranza rischierebbe di sfaldarsi e consegnare l’Italia alla sinistra (supportata dai traditori)
della deriva morale (eutanasia, matrimonio omosessuale, liberalizzazione della droga, manipolazione genetica, cittadinanza e voto agli immigrati, ampliamento delle possibilità di abortire e riduzione dei tempi per il divorzio …) ,
della rapina fiscale (patrimoniale, prelievo forzoso, aumento delle aliquote irpef, ripristino ici …) e
del debito pubblico (esercito di dipendenti pubblici, fondi per l’editoria, per lo spettacolo, rottamazioni, agevolazioni, fondi per il meridione …).
Non conosco elettori del Centro Destra disponibili ad accettare un governo di “larghe intese”, tecnico o comunque in collusione con i comunisti e se il Pdl, in tutto o in parte, dovesse fare acquiescenza ad un governo di quel genere, rischierebbe di disperdere tutto il suo patrimonio elettorale.


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