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31 maggio 2012
30 maggio 2012
Terremoto Emilia. Qui Bologna
Ieri,
29 maggio, la terra ha nuovamente tremato nelle provincie emiliane di
Modena, Ferrara, Bologna in modo sensibile e rilevato anche in tutto
il Nord, Toscana e Marche.
A
differenza della scossa di domenica 20, eravamo tutti ben svegli (gli
orari sono stati alle 9,15 e alle 12,57) tanto che i movimenti più
significativi (oltre il quinto grado della scala Richter) sono stati
avvertiti sensibilmente.
Sappiamo
che morti e distruzioni sono avvenute in zone della provincia
modenese e minori conseguenze nel ferrarese e nel bolognese.
Per
quanto potessero sembrare inutili e burocratiche, le prove di
evacuazione che, almeno nel mio ufficio, sono state eseguite in
passato, sono risultate efficaci e, dopo aver trovato rifugio nei “luoghi
sicuri” individuati vicino ad un muro portante, abbiamo disposto
l’uscita che si è svolta in modo ordinato.
Per
due volte nella giornata.
Ho
ascoltato ieri sera il “filo diretto” di radio uno e in
particolare ho rilevato l’intervento di un ingegnere dell’Enea di
Bologna che, con molta chiarezza, ha esposto problematiche e
considerazioni.
Tale
ingegnere ha anche obiettato circa la scelta di chiudere le scuole a
Bologna dove non vi era alcuna necessità di simili provvedimenti.
In
effetti pur avendo avvertito la scossa in modo più che sensibile, i
danni in città sono stati minimi.
La
paura tanta.
Chiudere
gli uffici pubblici in queste condizioni è una pessima scelta che
lascia i singoli alle proprie paure, mentre è necessario reagire,
soprattutto là dove le strutture hanno resistito.
E’
poi necessario non aggiungere ai danni umani e materiali del
terremoto, anche quelli psicologici ed economici del fermo
lavorativo.
La
miglior risposta che possiamo dare è quella di continuare a
produrre, ognuno nel proprio ambito lavorativo, per evitare che tutto
rischi di fermarsi, aggravando una situazione già critica.
Anche
quando, con la ricostruzione o l’emergenza, sembra che una
professione non abbia alcuna attinenza, è invece importante il
messaggio di attività e di normalità.
L’edicola,
il bar, la banca, l’ufficio postale, la scuola aperti, non solo
consentono l’espletamento delle attività quotidiane, ma anche
evitano che sempre più persone si ritrovino senza un preciso scopo e
alimentino, l’un con l’altro, paure e voci.
Ci
sono varie iniziative a sostegno di un numero di sfollati che è
raddoppiato dopo gli eventi di ieri e qui ricordo solo quella del Resto del Carlino (quotidiano della regione) e di Mediafriends con Canale 5 .
Ma
il terremoto non deve essere una scusa per non fare o per aspettare
che siano gli altri a fare.
Il
terremoto può e deve essere una ulteriore motivazione di impegno
personale per fare meglio e di più.
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29 maggio 2012
L'ultima follia di Mario Monti
All'inizio pensavo che Mario Monti, nella sua immensa presunzione, fosse convinto di essere stato chiamato da Dio stesso a "salvare" l'Italia.
Poi, con l'aumento in progressione geometrica, della sua superbia e arroganza, mi sono convinto che Mario Monti si creda Dio in persona.
Leggo oggi che Mario Monti vorrebbe sospendere i campionati di calcio per due o tre anni.
Così, dopo aver posto le basi, con l'imu e le altre sue sporche tasse, per sottrarci il "panem", vorrebbe anche toglierci i "circenses".
Credo allora che Dio voglia punire Mario Monti, rendendolo sordo e cieco alla realtà, perchè la sua "ubris" sia punita in modo tanto maggiore, tanto più si è manifestata.
Quos vult perdere, Iupiter dementat priuis.
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27 maggio 2012
I comunisti temono il ritorno di Berlusconi
Finalmente il Pdl batte un colpo e, come era ovvio, lo ha fatto con una conferenza stampa di Silvio Berlusconi cui ha fatto da onesta spalla Alfano.
La proposta è buona: elezione diretta del presidente della repubblica.
Il contenuto un po' meno: semipresidenzialismo e doppio turno alla francese.
Che l'idea mi piaccia è testimoniato dal post del 23 maggio (antecedente la conferenza stampa di Berlusconi) nel quale elencavo gli Ideali e Valori da cui ripartire inserendovi il presidenzialismo.
Che l'idea mi piaccia è testimoniato dal post del 23 maggio (antecedente la conferenza stampa di Berlusconi) nel quale elencavo gli Ideali e Valori da cui ripartire inserendovi il presidenzialismo.
Ovvio che personalmente preferirei il presidenzialismo pieno (uno viene eletto dal Popolo e per l'intera durata del suo mandato detiene tutti i poteri) e il turno unico angloamericano (con il doppio turno si rischiano immondi mercimoni di voti e di idee tra il primo turno ed il ballottaggio).
Però quella di Berlusconi è la miglior proposta di rinnovamento della politica che sia uscita in questi ultimi sei mesi di commissariamento Monti.
L'elezione diretta del presidente fu un cavallo di battaglia di Giorgio Almirante e dell'Msi.
La repubblica presidenziale fu anche nei programmi di Randolfo Pacciardi, storico avversario repubblicano dell'azionista Ugo La Malfa e poi fondatore, nella seconda metà degli anni sessanta, di "Nuova Repubblica": troppo avanti per i tempi, ma già aveva capito che l'Italia poteva proseguire in quello che allora era una crescita diffusa solo partendo da una politica rinnovata nelle forme e nelle modalità.
Berlusconi ha compiuto una mossa accorta e utile.
Richiamando il cavallo di battaglia dell'Msi ha ricompattato gli ex missini del Pdl e si è posto anche come riferimento per gli ex missini della diaspora attualmente astenuti o nella Destra Radicale, spiazzando nel contempo Fini e i suoi pretoriani che, ormai, non hanno, neppure a livello propositivo, alcuno spazio autonomo.
Ma Berlusconi ha anche lanciato un messaggio di unità agli ex di Forza Italia, dicendo in sostanza: presidenzialismo e il candidato naturale sono io.
Proprio questo chiaro sottinteso ha provocato una massiccia scarica di terrore nei comunisti e nei loro alleati che già pregustavano di sconfiggere il Centro Destra orbo del suo valore aggiunto.
Da qui le affrettate reazioni di Bersani, Casini e Di Pietro, tutti, per motivi di pura ambizione personale, terrorizzati dal dover affrontare Berlusconi in una "ordalia" elettorale con scelta personale.
Ma ve l'immaginate un Bersani che cerca di brillare di luce propria contro Berlusconi ?
E Casini ?
Forse l'unico potrebbe essere Di Pietro più per la involontaria comicità del suo eloquio che per il carisma che potrebbe mettere in campo.
Naturalmente una proposta è solo una proposta, ma tra tutte le alchimie in politichese, ancora una volta Berlusconi ha colto l'essenza di quello che potrebbe essere il rinnovamento.
Non dimentichiamoci che con la riforma costituzionale del 2005 (che i comunisti vollero bocciare con referendum confermativo unicamente per spirito di opposizione) Berlusconi aveva già prodotto un rinnovamento legislativo con la forte riduzione dei parlamentari ( che sarebbero stati centocinquanta in meno della riforma oggi in discussione in parlamento e quattrocento in meno che adesso) e con il conferimento di maggiori poteri al premier.
E se vediamo come abbia mantenuto la promessa elettorale del 2008 per l'abolizione dell'ici, possiamo pensare che la riforma istituzionale in senso presidenziale verrebbe presto approvata se il Centro Destra tornerà a vincere le elezioni del 2013.
Da qui può cominciare l'auspicabile rimonta del Centro Destra dopo aver toccato il fondo con le amministrative della settimana scorsa.
Dal presidenzialismo può anche rinascere un'Italia più forte e più solida, dove si deciderà e si lavorerà molto di più e si parlerà e si manifesterà molto meno.
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25 maggio 2012
Troppi galli nel pollaio
Proseguiamo
il viaggio nella Destra che vorrei, anche perché non sono per nulla
soddisfatto della reazione alla sconfitta amministrativa.
Invece
di intervenire con decisione, iniziando dall’unico atto che
potrebbe riaprire alla fiducia verso il Pdl del presente e del
futuro: staccare la spina a Monti, una cacofonia di suoni viene
emessa dai vari galletti del pollaio.
Se,
poi, fosse vero (anche se non lo credo) quanto scrivono i giornali
secondo i quali Berlusconi le idee le avrebbe, ma viene bloccato dai
“consigliori” tipo Cicchitto o Letta, allora la sfiducia invece
di diminuire, cresce.
E
senza avere alternative.
E’
ovvio che se fossi nei dirigenti del Pdl non scoprirei le carte prima
di averle tutte sistemate, per cui è auspicabile che abbiano un
progetto, una strategia per perseguirlo e una tattica per
supportarla.
Ma
la percezione e le apparenze dicono il contrario.
Invece
di parlare con una voce sola, ne ascoltiamo mille e più di mille,
ognuna convinta di essere la voce della verità.
Ogni
dirigente pensa probabilmente di avere la ricetta giusta per la
soluzione del problema, ma uno e uno solo deve essere al comando.
Due
sarebbero già troppi.
Come
ha scritto Il Giornale, il Pdl deve ripartire da Berlusconi.
E’
il valore aggiunto dell’intero Centro Destra ed è l’unico che,
anche per la sua posizione economica e la sua età, non abbia più
molto da chiedere alla politica, ma solo da dare.
Alfano
segretario ha mostrato tutti i limiti di una persona onesta, pulita
ma sin troppo accondiscendente ed educata con gli amici e persino con i
nemici.
La
perdita anche dell’ultimo telegiornale amico, il TG4 che fu di
Emilio Fede, ha ridotto ancora di più la possibilità di far
conoscere le reali posizioni di Berlusconi e del Centro Destra, a
fronte di una volgare tracimazione di commenti e programmi di
sinistra.
L’attesa
è la scelta peggiore, perché concede ai troppi galli del pollaio
Pdl l’opportunità si straparlare come se fossero dirigenti del
pci/pds/ds/pd.
O
Berlusconi o un altro (ho già scritto, a mio parere, come, chi e
perché) devono prendere in mano la situazione e decidere.
E
l’unica decisione non può che partire dallo scrivere la parola
fine al governo Monti.
Il
resto seguirà, pressochè automaticamente.
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23 maggio 2012
Risorgere con gli Ideali ed i Valori
A parte le banalità per cui solo chi cade può risorgere, in politica, come negli affari, vittorie o sconfitte non sono mai definitive.
Ogni elezione azzera tutto e il risultato successivo non è mai scontato per nessuno.
Negli ultimi diciotto anni si è tutto giocato attorno alla figura dominante di Silvio Berlusconi, la cui statura supera quella di qualunque altro suo competitore.
Ma anche Berlusconi non ha governato (purtroppo) per diciotto anni, ma solo per la metà del tempo e con due tagli netti, uno dei quali (dal dicembre 1994 al maggio 2001) lunghissimo (l’altro un po’meno dall’aprile 2006 all’aprile 2008).
Ed ha governato insidiato e ostacolato da tutto il vecchiume che si è opposto in ogni modo al suo progetto per conservare i propri privilegi.
Oggi Berlusconi ha quasi settantasei anni e probabilmente (comprensibilmente) non ha più lo spirito per girare l’Italia in lungo e in largo per galvanizzare le truppe e anche il suo storico alleato, Bossi, è ferito e stanco.
Manca ancora un leader che possa raccogliere l’eredità dei due Grandi Vecchi e lo riconosce oggi anche Marcello Veneziani nel suo Cucù ne Il Giornale, quando scrive chiaramente che si deve ricostruire (il nuovo o il nulla è la sintesi nel titolo) ma ammette che non ha nomi da proporre.
Sempre oggi leggo che Berlusconi pensa (o penserebbe …) ad uno “spacchettamento” del Pdl con movimenti a tema (ad esempio – Dio ce ne scampi ! – un movimento ambientalista affidato alla Brambilla) e l’archiviazione di gran parte della vecchia classe dirigente.
E’ una idea che può essere coltivata e sviluppata, ma su Ideali e Valori importanti, certo non sulle questioni bagatellari degli animalisti o dell’ambiente !
La mia personale idea è qualcosa di molto simile, una federazione di movimenti ognuno dei quali, pur nella globalità del progetto, rappresenti una caratteristica dell’area del Centro Destra.
Un movimento liberale orientato alle questioni economiche da affrontare sulla base di:
- abbattimento delle tasse (no alla tassazione sulla casa, no alla tassazione aggiuntiva sulle rendite finanziarie, abolizione del canone rai, abolizione del bollo auto, flat tax)
- ritiro dello stato dalle nostre vite e dalle nostre tasche quindi riduzione della spesa pubblica e dei dipendenti pubblici
- revisione (se proprio non il ritiro) dell’adesione all’euro
- privatizzazioni (a cominciare dalla rai)
- sburocratizzazione delle procedure e delle pratiche per costituire società, concedere appalti, costruire, modificare …
Un movimento federalista che sostenga la revisione dello stato:
- concedendo ampia autonomia in sede locale
- consenta di trattenere in sede locale le tasse dei residenti con una minima percentuale per le spese nazionali,
- autonomia impositiva in sede locale
- assunzioni pubbliche e assegnazione di benefici (case, contributi) con priorità ai cittadini del luogo.
Un movimento cattolico che rappresenti la continuità di una Tradizione nobile e importante per la nostra Storia e che sostenga quei Valori universali, ancorchè oggi interpretati prevalentemente dall’insegnamento della Chiesa Cattolica:
- rispetto della Vita contro la tendenza a ritenerla un bene disponibile;
- valorizzazione dell’unicità della persona umana contro la manipolazione genetica;
- sostegno alla Famiglia, composta unicamente da un Uomo e da una Donna, quale nucleo fondamentale di ogni società civile controle aberrano che tendono ad equipararvi mostri senza pregio.
Infine un movimento di Destra che, affondando le radici nell’Msi, ne recuperi la diaspora e ne aggreghi quanti, pur non avendone fatto parte, riconoscono nei Valori tradizionali della Destra la strada maestra per il Benessere e la Sicurezza del nostro Popolo:
- Sovranità e Indipendenza nazionale contro ogni interferenza di enti sovranazionali o di consorterie finanziarie;
- difesa della identità dei territori contro l’invasione degli immigrati e la pretesa di riconoscere loro cittadinanza e voto;
- difesa dell’ordine pubblico dalle violenze, dalla distruzione e occupazione di proprietà pubbliche e private, dalla criminalità;
-ampliamento del concetto e delle opportunità per la difesa personale dei cittadini;
- difesa degli interessi nazionali in ogni parte del mondo;
- solidarietà nazionale e sociale, scevra da ogni assistenzialismo protratto nel tempo;
- reintroduzione di una selezione meritocratica nella scuola, nell’università, nel lavoro;
- indipendenza energetica;
- riduzione dei parlamentari e presidenzialismo;
- riforma del sistema giudiziario con attribuzioni di maggiori poteri alla Polizia per le indagini, netta separazione delle carriere tra pubblici ministeri (che devono essere alle dipendenze del ministero) e giudici, responsabilità civile personale dei magistrati.
Quattro movimenti, per un unico, grande partito federato che, ancora una volta, impedisca la deriva marxista della nazione e la nostra trasformazione in sudditi prigionieri di aberranti devianze morali e di politiche economiche pauperiste fondate sul pizzo rappresentato da tasse eccessive.
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22 maggio 2012
Insegna più uno sberlone di mille parole
E
lo sberlone è arrivato con il voto amministrativo: una bastonata senza
precedenti inflitta al Pdl e alla Lega, ma anche a tutta la politica
che ha visto eleggere sindaci senza consenso popolare.
La
sberla sarà salutare (e il sacrificio dei cittadini che si
troveranno ad essere pessimamente amministrati da comunisti e
grillini avrà un senso) se il Pdl recepirà il messaggio.
Togliere
immediatamente l’appoggio al governo del vampiro Monti,
riallacciare i rapporti con la Lega (Maroni ha detto che il dialogo
riprenderà quando il Pdl si opporrà al governo) e riprendere la sua
azione politica fondata su una visione liberale della economia e
tradizionale delle questioni etiche.
Il
resto è solo contorno anche se importante (come la resistenza ad
ogni deriva morale che continua anche con il cosiddetto “divorzio
breve” e fu proprio dall’introduzione del divorzio nel 1970 che
sono iniziati i nostri guai perché fu inferto un colpo mortale alla
solidità morale della nazione colpendo a morte la stabilità del nucleo essenziale di ogni Società e Civiltà che è la Famiglia e la sua unità e stabilità).
La
scarsa partecipazione al voto poco sopra il 50%, dimostra come
l’elettorato di Centro Destra non ascolti le sciocchezze della
sinistra e preferisca non votare quando non ci sono partiti che ne
rappresentino le idee.
A
differenza dell’elettorato della sinistra (molto più simile ai
suoi rappresentanti) l’elettorato di Centro Destra è evoluto e usa
l’arma del voto non in modo fideistico, ma ragionato.
L’elettorato
di Centro Destra deve quindi essere convinto, nei fatti, a votare per
il proprio partito e il modo migliore per dimostrare che il Pdl e la
Lega si sono mondati dagli errori del recente passato è dare il
benservito al governo Monti, riprendere l’alleanza che tante
soddisfazioni ci ha dato e ricominciare dal punto in cui si era
lasciato con le inopinate dimissioni di Berlusconi nel novembre 2011.
Soprattutto
è necessario evitare errori come dare credibilità a gente tipo Fini
e Casini o ai loro emuli di cui si vocifera in questi giorni
(Montezemolo, Passera, addirittura lo stesso Monti).
Così
si perderebbe e si consegnerebbe l’Italia alla minoranza di
sinistra che ne farebbe strame (pensate solo alle tasse, alle leggi
contro la libertà di parola e di opinione, ai provvedimenti che
eleverebbero a dignità di legge aberrazioni – anche semantiche -
come il “matrimonio” degli omosessuali).
Berlusconi
nel 2006 recuperò diciassette punti percentuali in due mesi di
campagna elettorale.
Se,
sin da ora, il Pdl si mostrerà pentito dell’appoggio a Monti, farà
ammenda degli errori recenti (dimissioni di Berlusconi e governo
Monti anziché, come aveva visto giusto Bossi, andare alle elezioni
appena consumato il tradimento di Fini) e passati (Fini in lista
anziché Storace, consegnare la presidenza della camera a personaggi
infidi come lo stesso Fini e prima di lui Casini) allora avremo la
concreta possibilità di ripetere l’entusiasmante risultato del
1994 e del 2001, bloccando la deriva marxista della nazione e aprendo
un nuovo ciclo con il Centro Destra al governo.
Ma
Alfano e i suoi devono capirlo subito, devono abbattere Monti e
riprendere ad ascoltare i propri elettori e non le consorterie
finanziarie internazionali.
Diversamente
la sberla elettorale non sarà servita altro che a creare pessime
amministrazioni nelle città in cui hanno vinto comunisti e grillini.
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21 maggio 2012
Perché Giorgia Meloni
Per
completare l’intervento di ieri mancano le ragioni che, rebus sic
stantibus, mi inducono a ritenere Giorgia Meloni il politico più
idoneo per rappresentare la nuova Destra, riunita e allargata.
Pur
preferendo una figura che esprimesse e proiettasse una autorevolezza
intrinseca e un carisma personale (come Silvio Berlusconi) dobbiamo
ragionare su quello che c’è e non su quello che si vorrebbe ci
fosse, ma non c’è.
Del
resto la sinistra ha da sempre officiato del ruolo di segretari mezze
figure che di carisma non ne proiettavano neppure cercandolo con il
telescopio Hubble, quindi possiamo tranquillamente, in questa fase, pensare ad onesto gregario, che si carichi sulle spalle il peso di guidare un
gruppo di forti individualità, ognuna delle quali ritiene di
incarnare il Verbo e la purezza dell’Ideale.
Ci
prova nel Pdl Alfano, con scarso successo, anche perché ci sembra
che il soggetto sia sin troppo acquiescente e disponibile verso gli
avversari che, avendolo battezzato come “buono”, riescono sempre
a buggerarlo come già fece la Buongiorno con il disegno di legge
sulle intercettazioni.
Allora
vediamo di studiare a tavolino una figura che possa dignitosamente
rappresentarci.
Giorgia
Meloni è giovane (credo sia tra i trenta e i quaranta) quindi può
ben incarnare il desiderio di rinnovamento che non è solo della
Destra ma dell’intera società italiana.
Giorgia
Meloni non ha una bellezza glamour, fisica e neppure negli
atteggiamenti o nell’abbigliamento, per cui sarebbe immune dalle
critiche di quelle galline invidiose che pullulano nel pollaio della
sinistra.
Giorgia
Meloni pur essendo giovane e donna, ha una grande, grandissima
esperienza politica avendo ricoperto, dopo aver vinto una sfida
all’ultimo voto, il ruolo di Segretario del Fronte della Gioventù
e masticando politica sin dagli anni in cui proclamarsi di Destra
rappresentava anche un rischio fisico per la propria incolumità
(anche se non come negli anni settanta).
Giorgia
Meloni ha anche una esperienza istituzionale derivante dal suo ruolo
di vicepresidente della camera (2006-2008) e di ministro (2008-2011).
Giorgia
Meloni, soprattutto, non ha mai tradito.
E’
rimasta fedele ai Valori ed agli Ideali che l’hanno fatta
appassionare alla politica a scuola e anche alla persona che era
indicata come Presidente nella lista in cui è stata eletta.
Giorgia
Meloni, infatti, nel momento in cui Fini, ribaltando quaranta anni di
storia politica, ha cercato (riuscendo solo a destabilizzare l’Italia
facendo venir meno una maggioranza ampia) di ribaltare anche
Berlusconi, è rimasta fedele a Berlusconi, nelle file del Pdl e nel
Centro Destra.
E’
un merito che deve esserle riconosciuto, come a tutti coloro che sono
rimasti rifiutando le sirene dei poteri forti che appoggiavano Fini.
Ecco
perché Giorgia Meloni potrebbe rappresentare un valido segretario
per un partito che riunisca la diaspora della Destra.
Un
partito Antico nei Valori e negli Ideali e con una guida giovane, ma già esperta
e capace.
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20 maggio 2012
La Destra Italiana nel futuro
Torno ad un argomento che mi interessa
e che ritengo fondamentale: la costruzione del dopo Berlusconi per la
Destra Italiana.
Intendiamoci: finchè non sarà nato
l'Erede, meglio tenersi il “vecchio” perchè “mai lasciare la
via certa per l'incerta”.
Ma sin dal 2008, con la infausta scelta
di Berlusconi di preferire Fini a Storace, ci siamo domandati cosa
poteva uscire dal dopo Berlusconi.
Purtroppo il Cavaliere a settembre
compirà 76 anni ed è segnato da venti anni di persecuzioni
giudiziarie e mediatiche.
A mio avviso, in questa situazione, con
il fallimento di Monti e dei suoi professoroni che neppure sanno fare
i conti sugli incassi delle loro infami tasse, Berlusconi potrebbe
ancora rappresentare il Centro Destra unitariamente e vincere le
elezioni.
Nel 2006 aveva 17 punti di distacco dai
comunisti e arrivò ad appena 22mila voti di differenza (e i dubbi
sulla regolarità di quello scrutinio in alcune regioni del sud
rimangono tutti).
Ma avrà voglia di caricarsi nuovamente
sulle spalle gli insulti, le minacce, le aggressioni dei nemici (suoi
e nostri) per portare alla vittoria una truppa di litigiosi e ingrati
parlamentari ?
Io, ovviamente, spero di sì.
Ma noi non possiamo basarci sulle
speranze e dobbiamo sostenere, sin da ora, un piano alternativo.
Nel 1994 bastarono tre mesi, dopo un
annetto di organizzazione riservata, per portare alla vittoria Forza
Italia, sconfiggere la “gioiosa macchina da guerra” di Ochetto e
fermare la deriva marxista cui sembrava avviata l'Italia.
Oggi il panorama vede una costante
pressione su Berlusconi e i suoi uomini, una feroce aggressione alla
Lega per sottrarle il consenso del Nord e la solita politica del
trasformismo al sud.
In questo panorama, con un Pdl che
continua a sbagliare nel sostenere Monti, manca clamorosamente la
Destra.
Vero che c'è Storace con la sua La
Destra, vero che c'è Forza Nuova, vero che ci sono altri movimenti
che si costituiscono, si uniscono e si separano continuamente, ma non
basta.
Per avere una Destra che pesi sul
panorama internazione occorre guardare agli uomini dell'Msi ora nel
Pdl.
Hanno fatto più notizia le belle parole di Ignazio La Russa su Marine Le Pen di cento
manifestazioni de La Destra o di Forza Nuova.
E questo, qualcosa, vorrà dire.
Ricevo sempre con piacere le richieste
di partecipare ad indagini demoscopiche.
Non so quanto possano essere utili, ma
rispondo regolarmente.
Giovedì scorso mi è pervenuta una
richiesta articolata su una serie di domande:
- come giudico il governo Monti (molto negativamente, ovviamente)
- che opinione ho di Mario Monti (molto negativa, risposta banale)
- per chi ho votato alle europee del 2009 (Pdl perchè potevo dare personalmente il voto a Berlusconi)
- per chi avrei votato se il giorno prima ci fossero state le elezioni politiche (Lega per solidarietà contro le aggressioni di questi mesi e perchè si oppone a Monti)
poi le due domande più interessanti.
Riterrei utile la costituzione di un
partito che riunisca e raccolga le istanze della Destra ?
La domanda non era formulata
esattamente così, ma la sostanza è quella.
Ovviamente, sì.
Ovviamente ritengo che una delle gambe
di una Federazione di Centro Destra debba essere una Destra che
affondi le sue radici nell'Msi, si riappropri di tutte quelle
battaglie ora nelle mani della Lega (immigrazione, ordine pubblico,
moralità dei costumi, principi e valori etici) che si sposano
perfettamente con uno stato federale, lontano dalla nostra vita e
soprattutto dalle nostre tasche, ma solidale con chi ha bisogno per
cause esterne e non per propria atavica indolenza.
Sì, quindi ad un “quid” che
riunisca la diaspora della Destra missina (tutta la galassia della
Destra Radicale a cominciare da Forza Nuova e La Destra, tutti i
missini nel Pdl come La Russa, Gasparri, Meloni, Matteoli e anche
quei missini che hanno seguito Fini ma che continuo a rifiutarmi di
considerare veramente convinti di tale scelta, come Menia, deputato
triestino, che proprio non me lo vedo in lista con Vendola, Di Pietro, Diliberto e Bersani
!).
Ma non solo gli ex missini in una
rimpatriata nostalgica e fine a se stessa, ma anche leghisti
concettualmente di Destra (come Tosi) o berlusconiani antimontiani
come Crosetto (purchè la smettano di suonare le note
dell'antifascismo).
Una Destra quindi che, ormai pienamente
in gioco nel panorama politico italiano, possa raccogliere il
consenso di tutti coloro che di Destra sono realmente e che non
devono più mascherarsi da “moderati” per evitare l'ostracismo.
Una Destra alleata con una Lega
rinnovata (ma non troppo: basta in qualche uomo ormai spento e
stanco) , con un Pdl che, recuperato uno smalto antistatalista e
contro le tasse di Monti, rappresenti quel bene augurante partito
liberale di massa che poteva essere, ma non è mai stato e, infine,
con quei cattolici “immaturi” (tanto per distinguerli dai
“cattolici adulti” come si definiva Prodi) che potrebbero essere
ben rappresentati da Carlo Giovanardi e che non pensano di
ritagliarsi una dottrina dal puzzo marxista per giustificare la loro
innaturale inclinazione al perverso connubio con i comunisti in una
malintesa interpretazione del Vangelo.
L'altra domanda riguardava chi dovesse
essere il leader di quella ipotetica formazione di Destra.
La mia risposta è nella fotografia in alto, il perchè merita un successivo post a parte.
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19 maggio 2012
Bombe
Troppo presto per commentare.
Troppo presto per additare colpevoli.
Troppo presto per chiedersi "cui prodest".
Doveroso esprimere solidarietà a vittime innocenti, ancor più tali se si pensa che sono ragazzine delle superiori che sorridevano alla giovinezza ed al futuro.
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18 maggio 2012
Uomini e Ideali
L’aggressione
cui è soggetta la Lega mi sembra sospetta.
Ho
già scritto che un organismo privato, in base alle proprie regole
interne, ha la piena disponibilità dell’utilizzo dei contributi
che gli pervengono senza doverne rispondere a dei magistrati.
Maggiormente
questo principio deve essere valido per un partito politico, perché
l’intervento dei magistrati potrebbe limitare il diritto a
perseguire la linea politica che venisse reputata più opportuna.
I
soci hanno invece diritto a chiedere conto di come vengono utilizzati
i contributi sociali, ovviamente nell’ambito delle norme
statutarie.
Anche
i soldi che pervengono dal finanziamento pubblico, una volta entrati
nella disponibilità di un partito, non possono essere condizionati
nel loro uso.
Il
male è il finanziamento pubblico, non l’uso che ne fanno gli
organi regolarmente eletti dei partiti che lo percepiscono.
La
Lega, dunque, è soggetta ad una aggressione.
Stranamente
le notizie più “succulente” arrivano all’antivigilia di un
voto.
Stranamente
all’antivigilia di un voto viene indagato il sindaco neoeletto di
Catanzaro, del Centro Destra.
Stranamente
all’antivigilia di un voto viene dal tar ribaltato il risultato
elettorale del Molise che aveva visto prevalere il Centro Destra.
Ognuno
è libero di pensare “male” per tutte queste coincidenze.
Ma
ammesso e non concesso che quello che è imputato ai dirigenti della
Lega ed a Bossi in prima persona sia vero, sia un reato e risulti
giustificata la canea che ne viene fatta dalla stampa, non inficia
miminamente l’Ideale che Bossi ha saputo, con grandi sacrifici
personali, portare al centro dell’interesse politico.
Mi
è piaciuta, al riguardo, una lettera pubblicata su un quotidiano
alcuni giorni fa.
Il
lettore scriveva che lui votava per il partito, non per l’uomo,
perché gli Ideali non muoiono e non tradiscono.
Vero
è che gli Ideali camminano necessariamente sulle gambe degli uomini,
ma per sostenerli e diffonderli occorre una persona che sappia
combattere, sappia esporli, sappia farli valere.
Non
importa che abbia l’aureola di un santo.
Nel
nostro caso si tende a confondere le presunte marachelle di Bossi con
l’Ideale che Bossi e la Lega hanno rappresentato: la Secessione per
molti, il Federalismo per altrettanti.
E’
un errore.
Un
errore che i cittadini del Nord rischiano di pagare con
l’introduzione di nuove elargizioni per il meridione come è
accaduto recentemente con Monti che ha destinato 2,3 miliardi di
aiuti europei nel calderone del nostro sud.
E’
un errore decidere in modo umorale di non votare Lega perché
significa indebolire un Ideale che, invece, proprio in questo momento
dimostra di essere quello che maggiormente può rappresentare gli
interessi dei cittadini del Nord.
Gli
uomini sono importanti, ma gli Ideali lo sono molto di più.
Non
si abbandona un Ideale solo perché (forse) un suo alfiere ha
commesso qualche peccatuccio.
Viceversa
è necessario rafforzare la diffusione di quell’Ideale per aiutare
quanti si espongono nel suo nome e sono pronti a prendere il
testimone per coltivarlo e realizzarlo, in tutto o in parte.
Fra
un mese sapremo se, accendendo la miccia ad Atene, potrà saltare
tutta la burocratica costruzione europea per fare spazio ai Popoli ed
alle Nazioni europee.
In
quell’ambito ci sarebbe anche spazio per una rivisitazione della
forma istituzionale dell’Italia che, se non sarà Secessione, potrà
essere Federalismo.
Risolvendo
gran parte dei nostri problemi.
L'Ideale della Secessione e del Federalismo non viene meno senza Bossi.
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16 maggio 2012
I Greci combattono anche per noi
La
Grecia non sembra riuscire a costituire un governo e pare avviarsi a
nuove elezioni che potrebbero segnare la sua auspicabile e bene augurante per tutti uscita dall’euro.
I
quotidiani sono pieni di minacciosi proclami e scenari apocalittici
(per i Greci, ma anche per tutti coloro che vorrebbero la fine
dell’euro).
Tutti
i servitori di regime sono mobilitati per convincere e proiettare nel
Popolo l’idea che uscire dall’euro sarebbe un suicidio.
Gli
stessi Greci dovranno subire fortissime pressioni mediatiche perché
votino i partiti amici dell’euro, pena conseguenze inenarrabili di
povertà e fame.
Credo
che gli gnomi della finanza internazionale comincino a temere che il
loro perverso disegno egemonico possa andare in frantumi ed ecco la
reazione.
Una
volta il potere reagiva con le baionette, oggi con la stampa e la
propaganda, ma la finalità è la medesima: ingannare ed opprimere il
Popolo.
Indubbiamente
se sarà solo la Grecia ad uscire dall’euro e tutti gli altri stati
chiudessero rapporti, commerci e crediti, i Greci avrebbero da penare
e non poco.
Così
come accadrebbe a Portogallo, Spagna, Irlanda, Italia e tutte le
altre nazioni se, una alla volta, dovessero gettare la spugna ed
abbandonare la funesta moneta europea di nome, tedesca di proprietà.
La
Storia dovrebbe insegnare che l’ostinazione è destinata ad essere
sconfitta lasciando sul campo perdite di gran lunga maggiori di
quelle che si avrebbero se si rinunciasse per tempo.
La
Grecia sta pagando l’ostinazione con la quale la si vuole mantenere
nell’euro a dispetto dei parametri numerici, indebitando la nazione
e rendendo l’intero popolo greco schiavo degli speculatori
finanziari.
Altrettanto
accadrebbe a Spagnoli, Italiani, Portoghesi, Polacchi, Irlandesi se,
in ordine sparso, affrontassero il Nemico.
L’Italia
lo sa bene considerando che ci siamo già passati nel 1992, quando
Ciampi, governatore della Banca d’Italia, in accordo con Amato,
presidente del consiglio, bruciò migliaia di miliardi di lire per
mantenere l’Italia nello SME (serpente monetario europeo) senza
peraltro riuscirci.
Valuta
pregiata bruciata, senza raggiungere l’obiettivo proposto.
Diversamente
accadrebbe se, approfittando della probabile (ed auspicabile) scelta
greca, anche Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda, Polonia, Repubblica
Ceca e tanti altri decidessero di restaurare la propria Sovranità,
Indipendenza, Libertà e Dignità Nazionale abbandonando l’euro e
tornando a battere moneta in proprio che è la quintessenza della
Sovranità Nazionale.
Una
scelta unitaria, di tutte le nazioni, non lascerebbe scampo alla
protervia tedesca che dovrebbe negoziare e scendere a patti per
costituire una unione, soltanto di libero mercato come era in
origine, fondata sul consenso e sul rispetto della unicità dei
Popoli e delle Nazioni europei.
Duemilacinquecento
anni dopo Maratona i Greci tornano a combattere una guerra
nell’interesse di tutti i Popoli europei.
Non
lasciamoli combattere da soli.
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14 maggio 2012
Matrimonio e patrimonio
Le
parole nel titolo apparentemente rappresentano due situazioni
differenti, in realtà sono le fondamenta di ogni società civile.
Per
comprenderlo e per utilizzare tale parole in modo appropriato, non
dobbiamo fare altro che risalire al loro autentico significato, senza farci traviare dalle corruzioni indotte dal
politicamente corretto.
Ambedue
i termini derivano dal latino ed hanno una desinenza in comune:
“monio” (munus), letteralmente “obbligo, dovere”.
Scorporando
le parole, vediamo che la prima parte sono “mater” (madre) e
pater (padre) al genitivo.
Letteralmente,
quindi, matrimonio è “obbligo della (di una) madre”, patrimonio
“obbligo del (di un) padre”.
Matrimonio
e patrimonio, sono pertanto i termini che rappresentano la finalità
per la quale sono coniati.
Il
matrimonio ha come finalità la procreazione, cioè l’essere madre,
per la perpetuazione della specie.
Il
patrimonio ha come finalità la trasmissione delle proprietà di
famiglia per la perpetuazione del nome, del casato.
E’
indubbio che una coppia del medesimo sesso non potrà mai procreare,
venendo quindi meno al significato stesso del termine “matrimonio”
che pertanto, al di là del disgusto che provoca il solo pensiero di
due soggetti dello stesso sesso che danno sfogo assieme sotto le
lenzuola alle proprie pulsioni sessuali, non potrà mai applicarsi
loro.
Ed
è altrettanto indubbio che il patrimonio è qualcosa di intimo e di
appartenente ad una stirpe che non può assolutamente trovare
divisione con soggetti al di fuori del casato stesso.
Appare
quindi evidente come l’assunto iniziale è realtà, per cui
matrimonio e patrimonio sono le fondamenta della nostra società
civile, perché rappresentano l’essenza del nucleo primordiale di
qualsiasi società: la Famiglia.
Una
Famiglia composta da un Uomo ed una Donna con il compito di procreare
e di perpetuare la stirpe.
Una
Famiglia in grado di sostenersi e di vivere grazie ai propri beni,
che si tramandono di padre in figlio e che rappresentano il
patrimonio del casato.
La
sinistra e l’accozzaglia che sbandiera il politicamente corretto
rappresentano invece la distruzione delle fondamenta della nostra
società, con la loro volontà di eliminare il concetto tradizionale
di Famiglia, stravolgendo le regole del matrimonio, applicandolo
anche a soggetti che mai e poi mai potrebbero assolvere al compito di
procreare e perpetuare la stirpe, applicando loro regole e diritti
tipici del matrimonio, quand’anche lo chiamassero “Pippo”.
Contemporaneamente
la volontà devastatrice della sinistra si manifesta con l’intento
di azzerare e statalizzare le proprietà delle Famiglie, tanto che da
Bersani a Vendola alla Camusso, ripetono come un mantra:
patrimoniale, tassazione delle rendite.
Sul
piano etico-morale e sul piano economico noi siamo la Civiltà più
evoluta e viviamo nel mondo migliore possibile perché la Famiglia è
sempre stata il nucleo portante di ogni sviluppo.
Anche
in periodi di crisi come l’attuale, il rifugio per eccellenza è la
Famiglia, che sorregge, aiuta e salva.
Basta
poco, basta una piccola attenzione ai termini, da dove hanno origine
e perché, per evitare di commettere errori esiziali per una società
civile, come l’estensione del matrimonio a chi non potrebbe mai
assolverne gli obblighi o come l’applicazione di infami tasse sul
patrimonio di una Famiglia.
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13 maggio 2012
Oggi,o forti,sui volti baleni il furor delle menti segrete
Johnny88
ha 24 anni come risulta dal profilo del suo blog
che, purtroppo, ha deciso (per il momento ...) di non coltivare.
Pur tuttavia commenta alcuni post in
giro per la rete e anche qualcuno mio.
In genere non condivide la mia
impostazione, come penso non la condividano amici di lungo corso come Nessie
e Gaetano.
Almeno in questa fase della politica.
Ognuno ha i suoi motivi, le sue
esperienze, le sue priorità, le sue esigenze, per anteporre questo o
quel problema, questa o quella scelta.
Inevitabile.
Come è inevitabile ( naturale e giusto) che la visione di
un giovane che ha quasi la metà dei miei anni diverga dalla mia,
anche per maggiore impazienza e meno tolleranza verso il compromesso, ma anche per il diverso vissuto.
Johnny, ad esempio, non ha vissuto gli anni settanta e primi ottanta, con i comunisti che spadroneggiavano a scuola e nell'università e anche nel mondo del lavoro, appena entrato, dovetti affrontare i picchetti che impedivano a chi non voleva scioperare di poter entrare in ufficio.
Una pratica barbara e violenta che, per fortuna, è stata oggi abbandonata.
Una pratica barbara e violenta che, per fortuna, è stata oggi abbandonata.
Johnny nacque quando Reagan terminò il
suo mandato e l'Unione Sovietica, il comunismo con il suo corollario
di miseria, terrore e morte erano sulla via del tramonto e
dell'estinzione.
Non, purtroppo, i comunisti che anzi
sono riusciti ad occupare importanti posti istituzionali.
E' quindi comprensibile che sottovaluti il pericolo degli epigoni dell'ideologia più perversa e sanguinosa che mai abbia trovato spazio sulla Terra.
E' quindi comprensibile che sottovaluti il pericolo degli epigoni dell'ideologia più perversa e sanguinosa che mai abbia trovato spazio sulla Terra.
Queste sono esperienze che ci si porta
sempre dietro e che non consentono di considerare l'opzione di
favorire l'ascesa di quegli individui o di ritrovarseli al proprio fianco, qualunque battaglia si debba intraprendere.
Molti dei quali, poi, in gioventù
appartenenti proprio ai gruppi più volenti, come Potere Operaio e
Lotta Continua (e senza considerare che i brigatisti rossi sono
praticamente tutti liberi).
Per altri i motivi sono diversi, a
volte più personali, per sostenere tesi "rivoluzionarie"
che, si badi bene, in linea di principio condivido, ma di cui non
apprezzo i potenziali compagni di viaggio.
Soprattutto non mi sembrano fondate su
una base concreta.
Johnny88 mette al primo punto del suo
ipotetico programma l'uscita dall'euro.
Non so se per me tale scelta sarebbe
posta in cima alla lista, ma sono d'accordo con il principio.
Nel 1989 fui uno di quei pochi (10%
circa) che votò contro in quel referendum farsa "esterno"
alle elezioni europee, di carattere consultivo, nel quale si chiedeva
se volevamo trasformare l'unione europea economica in una unione
politica.
Non ho cambiato idea: i fatti mi hanno
dato ragione, l'euro è una gigantesca sola che ha impoverito tutti
e non solo noi Italiani.
Quindi se riusciremo ad uscire
dall'euro per tornare alla lira sarà tanto di guadagnato, per quanto
ci potrà costare nell'immediato.
Ma è una ipotesi concreta o non è,
piuttosto, una petizione di principio da porre in atto alla prima
occasione utile e, nel frattempo, cercare di limitare i danni con
quello che c'è ?
Io credo che dovremmo valutare,
concretamente cosa possiamo fare, con chi possiamo farlo, adesso, in
questa situazione, per migliorare una condizione che, come dimostrano
attentati e assalti ad Equitalia i cui funzionari sono sempre più
visti come tanti sceriffi di Nottingham, ma soprattutto tanta rabbia
repressa che si sfoga nei forum dei giornali e non solo.
E poi i suicidi che rappresentano il
punto di non ritorno, la fine di ogni speranza nel futuro.
Troppi suicidi, nessuna speranza.
Il governo di Monti ci ha tolto anche
quel poco di speranza e di ottimismo che avevamo, adesso dobbiamo
agire in concreto per recuperarlo.
Come e con chi ?
Con quel che abbiamo e con chi c'è.
Non con sogni che devono rappresentare
però il traguardo da raggiungere con tappe dettate dalla ragione.
Perchè chi vuole saltare le tappe
intermedie, non arriverà mai al traguardo.
Ma per riuscirci non dobbiamo andare in ordine sparso, ciascuno con le sue priorità, ciascuno con la sua "purezza".
Per vincere dobbiamo sporcarci tutti le mani e accettare il compromesso, diversamente non avremo neppure quel poco che invece possiamo e dobbiamo recuperare sin da ora.
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12 maggio 2012
Monti finanzia il sud
Nella peggiore tradizione della prima repubblica, quando il consenso cala, si ricorre alle politiche clientelari.
Almeno il Comandante Lauro lo faceva con i suoi soldi, Monti, invece, lo fa con i nostri soldi, avendo deciso di cambiare l'utilizzo di ben 2,3 miliardi di euro di finanziamenti europei unicamente per dirottarli al sud.
Evidentemente sessanta anni di sprechi della cassa per il mezzogiorno non gli hanno insegnato nulla.
E dire che dovrebbe essere un professore e conoscere che errare humanun est, perseverare autem diabolicum.
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Adesso è il turno di Balduzzi
Ma si danno il cambio al governo a chi dice la fesseria maggiore ?
Riccardi vuole il voto e la cittadinanza agli immigrati.
La Fornero si trasforma in "Elsa, la belva delle ss" con pensionati e pensionandi.
Monti pensa solo a depredare i nostri risparmi e poi a sprecare i finanziamenti con una nuova cassa per il emezzogiorno.
Adesso arriva questo Balduzzi che dopo aver proposta una tassa sulle bollicine delle bevande (per poi utilizzare i soldi in campagne pubblicitarie salutiste anzichè per ridurre i debiti della sanità !!!) vorrebbe far pagare il ticket in base al reddito.
Così chi paga già di più in trattenute previdenziali, pagherà ancora di più perchè invece di ricevere i servizi per i quali paga, deve pagare di nuovo.
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11 maggio 2012
I ceppi della servitù
Sui
quotidiani di oggi è apparsa la notizia che il famigerato spread
sarebbe calato per forti acquisti di btp operati da Goldman Sachs, il
precedente datore di lavoro di Mario Monti.
Giulio
Andreotti, lunga vita al senatore, diceva che a pensare male si
faceva peccato, ma spesso ci si azzeccava.
Così
io penso male e ipotizzo un “aiutino” che il vecchio padrone ha
voluto fornire al suo diligente vecchio servitore nella sua nuova
veste di gauleiter italiano.
Ma
tutti gli aiuti hanno un prezzo e temo che quel prezzo saremo noi
Italiani a pagarlo se non ci sveglieremo e, assumendo decisioni
difficili e costose, non riconquisteremo la nostra Sovranità,
Indipendenza e Libertà.
Posso
capire quanto sia più comodo vivere in servitù, con i ceppi imposti
dalla Merkel, quando non è la Goldman Sachs a farlo e con le
decisioni che vengono prese sul Britannia, piuttosto che da
conventicole trilaterali o simili.
Molti,
tanti, di noi “tengono famiglia” e se oppongono tale ostacolo
invalicabile a perseguire azioni non dico eroiche ma, almeno, virili
(nel senso nobile che si dava una volta a questo termine) non
possiamo poi lamentarci se saremo sempre considerati i guitti
d’europa, carne da macello e la nostra terra uno spazio che possono
riempire anche con gli immigrati.
Ma
se a qualcuno sono rimasti dignità, orgoglio, senso dell’ onore,
non si può prescindere dal dire che qualunque prezzo non sarà mai
troppo alto per liberarsi dai ceppi della servitù.
Servitù
che, oggi, assume le fattezze di Monti e Napolitano in Italia,
Barroso, Van Rompuy, Juncher, ma, soprattutto, Angela Merkel a
livello generale.
I
Greci stanno cercando, nonostante le resistenze della loro stessa
nomenklatura, di liberarsi dal giogo della schiavitù e le minacce
sono quotidiane da parte dei padroni, a cominciare dal ministro delle
finanze tedesco Schauble che è arrivato a dare l’aut aut: o la
Grecia segue i protocolli che ne hanno sancito l’asservimento
all’europa, oppure esca dall’euro.
E
già appaiono minacciosamente sulla stampa gli scenari di quello che
potrebbe accadere in termini di costi in caso di uscita dall’euro
e, magari, anche dall’europa sovietizzata.
Certamente
il ritorno alla lira (o alla dracma per la Grecia, alla pesata per la
Spagna etc.) comporterebbe un costo per definire gli scambi e il
cambio dei debiti (che comunque vanno pagati) contratti in euro.
Ma
anche quegli scenari indicano che già dal secondo anno tali costi
verrebbero ridotti ad un quarto, quindi nulla di impossibile.
Soprattutto
nulla di impossibile se non lasceremo i Greci da soli e anche noi
Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Irlandesi, Polacchi, Romeni, Bulgari,
Sloveni, Cechi, Slovacchi e tutti i Popoli e le Nazioni che francesi
e tedeschi cercano di asservire (ma con gli Inglesi neanche ci
provano …), ci ribelleremo e licenzieremo, con una voce unica, l’euro
e la dittatura del soviet europeo.
Rompere
i ceppi che ci hanno imposto i trattati europei e gli speculatori
finanziari internazionali, significa riconquistare quella Sovranità
e Indipendenza che contraddistinguono un Popolo Libero da sudditi
piegati e asserviti.
Le
elezioni più o meno recenti ci hanno raccontato proprio di un
risveglio delle Nazioni e dei Popoli e anche in Italia chi saprà
interpretare questo vento di ribellione potrà guidare gli Italiani
ad un nuovo Risorgimento.
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10 maggio 2012
Una Destra d'arrembaggio
I
timidi segnali di risveglio del Pdl (l’interrogazione dei 41 sulle
incaute dichiarazioni di Monti in ordine alle “conseguenze umane”
delle sue tasse) non bastano.
Posso
capire la prudenza dei più timorosi (Lupi, Frattini) perché, come
insegna la saggezza popolare, “la prudenza è la paura che cammina
in punta di piedi”, ma la situazione fotografata dalle elezioni
amministrative pur su un campione ridotto di elettorato, non lascia
spazio ai “ma anche” e pretende una scelta decisa e finale.
Berlusconi
e il Pdl devono staccare la spina a Monti adesso, perché ogni giorno
perso sono altri voti che prendono il volo verso l’astensione e che
sarà sempre più difficile recuperare in futuro.
Non
importa un programma (che nessuno leggerebbe) di cento pagine, anche
perché i cambiamenti in un’epoca così globalizzata sono tali che
impediscono una programmazione dettagliata ed a lunga portata.
Abbiamo
infatti visto come un attentato, un terremoto, uno tsunami, possano
cambiare le prospettive e i progetti.
E’
invece necessario aver chiara la direzione sulla quale incamminarsi con coerenza e perseveranza e su
questo il nuovo Centro Destra dovrà essere chiaro.
1)
nessun accordo, nessuna maggioranza con la sinistra, per nessuna
ragione al mondo;
2)
meno tasse e ritiro dello stato dalla nostra vita e dalle nostre
tasche;
3)
abolizione definitiva dell’imu, del canone rai e del bollo auto;
4)
taglio della spesa pubblica con soppressione delle elargizioni a
partiti, giornali, nani e ballerine;
5)
vendita della rai, delle partecipazioni e dei beni dello stato per
fare cassa e ridurre il debito pubblico;
6)
deregolamentazione burocratica e legislativa;
7)
federalismo in base al quale i soldi delle tasse restano in sede
locale;
8)
presidenzialismo per consentire una guida dell’amministrazione
dello stato non soggetta al trasformismo parlamentare;
9)
conferma dei Valori etici e morali della Tradizione (rispetto della
Vita sin dal concepimento, matrimonio solo tra Uomo e Donna,
cittadinanza e voto in base allo ius sanguinis …);
10)
legge e ordine a difesa dell’interesse nazionale, della proprietà
privata, della libera circolazione di persone e di idee nel rispetto
del diritto di ognuno ad esprimerle e a diffonderle.
Ovvio
che, nello stilare i desiderata, ciascuno di noi indica il traguardo
ideale e che, ragionevolmente, non potrà mai essere raggiunto il
giorno dopo un successo elettorale, bensì richiederà un percorso
più o meno lungo, una naturale gradualità che eviti traumatici
cambiamenti con ripercussioni negative come è accaduto per la
riforma delle pensioni operata con troppa fretta dalla Fornero.
Quello
che è importante, quello che chiedo al Pdl, a Berlusconi, a tutto il
Centro Destra è di abbandonare, definitivamente, ogni doroteismo per
perseguire, con coerenza, pazienza e determinazione la strada
virtuosa indicata che porta il Centro Destra nella inevitabile rotta
di collisione con la sinistra i cui fondamenti sono (e non può né
deve essere altrimenti) totalmente distinti e distanti dal Centro
Destra, come progetto di società, come Valori fondanti civili,
economici, etici, politici.
Riusciranno
i nostri eroi a rappresentare degnamente le esigenze dell’elettorato
di Centro Destra da sempre maggioritario in Italia ?
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