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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

27 settembre 2020

Rifiutiamo la museruola da schiavi

Passate le elezioni i piccoli omuncoli che si credono Dio, ricominciano a manifestare la loro assoluta carenza di personalità agitando proclami, divieti e sanzioni.

Così il lanciatore di fiamme (a parole) De Luca impone la museruola in tutta la Campania a chi, stoltamente, lo ha votato al 70%.

Tutto sommato direi che a chi l'ha votato la museruola è il giusto coronamento della scelta effettuata, la mia solidarietà a tutti quelli che NON hanno votato De Luca e che dovrebbero ugualmente subirla.

Posso capire (non condivido, ma in quelle circostanze, pro bono pacis, mi adeguo) che in situazioni di affollamento, possa essere psicologicamente confortevole coprirsi naso e bocca (ma anche occhi e orecchie ...), ma quale senso ha l'obbligo, ad ogni ora, anche all'aperto, anche quando siamo da soli per strada ?

L'unico senso è il simbolo, la museruola, di schiavitù, di genuflessione davanti al potere che si manifesta nel modo peggiore possibile, con un tizio che ordina e che, pavidamente, invece di intervenire personalmente per far rispettare le sue imposizioni (vorrei vedere De Luca entrare in certe zone per imporre la museruola !) ordina a Polizia e Carabinieri.

Il sospetto che sia tutta una montatura, certamente fondata su un virus particolarmente aggressivo, ma niente di più visto che vengono curati e guariscono anche ultraottantenni con altre gravi patologie pregresse, è sempre maggiore.

Il 15 ottobre scadrà lo stato di emergenza e mi aspetto che Conte chieda l'ennesima proroga, così tanto per avere sempre a disposizione poteri speciali che servono solo a imprigionare gli Italiani, imponendoci scelte che la maggioranza di noi non vuole come i porti aperti e lo sciamare di migliaia di clandestini sulla nostra terra, con pretesa di essere mantenuti, curati e istruiti.

A luglio, sull'onda emozionale del virus cinese, Mondadori ha ristampato e ripubblicato, per gli Oscar, un bellissimo romanzo degli anni sessanta di Charles Eric Maine: Il grande contagio.

Maine è un autore della scuola inglese, come John Wyndham, specializzato nel disegnare mirabilmente una società che vive un evento catastrofico globale.

Ricordando che il romanzo è del primi anni sessanta (1961 o 1962 non ricordo bene) vi si trovano molte analogie con quello che è capitato a noi, confermando la natura di letteratura di anticipazione della fantascienza.

C'è l'inizio in oriente, ci sono le mascherine, l'igiene personale e il distanziamento che nel romanzo si manifesta con la creazione di bunker dove si rifugiano politici e scienziati.

Nel romanzo c'è anche la rivolta violenta del Popolo.


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