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No alla deriva

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21 settembre 2020

Votare ogni anno non è intelligente

 Eccoci, ancora una volta, appesi all'esito di un voto.

Questa volta ci sono ben due giorni di attesa, perchè, nella sua totale e imbarazzante incapacità, Conte e il suo governo, dopo aver rinviato il voto di sei mesi con un vulnus al libero esercizio della democrazia, non sono neppure stati in grado di organizzare una elezione compatibile con la presenza del virus e non hanno trovato di meglio che allungare i tempi di votazione, nella speranza di minori afflussi contemporanei ai seggi.

Come sempre sperano nello stellone, nella buona sorte e nel comportamento altrui, perchè se si dovesse giudicare il loro la bocciatura sarebbe totale.

Io ho votato poco dopo le 8 di mattina della domenica a Bologna.

Ammettevano una persona per volta pur essendoci tre cabine.

Lentezza enorme nel registrare (a mano, nell'epoca dello smartworking !) l'elettore.

Al momento della restituzione della matita sono stato costretto a consegnarla ad una scrutatrice sopra uno straccetto umido che teneva in una mano guantata.

Una liturgia ridicola.

Come sono ridicoli i doppi accessi (entrata e uscita) che nessuno rispetta perchè la cartellonistica è inesistente o imprecisa.

Se Conte ha cercato di dissuadere gli Italiani dall'andare al voto, ha posto in atto tutti gli interventi possibili, il passo successivo sarebbe quello di rinviare alle calende greche le elezioni.

Quella di ieri e oggi è la seconda circostanza di voto nell'anno dopo il gennaio in cui andammo alle urne noi emiliani e i calabresi.

Mi sembra che ci siano troppe scadenze elettorali e anche la scelta di un giorno unico per votazioni di differente natura sia una forzatura.

Negli anni cinquanta anticiparono (o prorogarono, non ricordo bene) la scadenza del senato per uniformarla alla camera.

Credo che sarebbe necessario provvedere ugualmente per accorpare, in una unica data, tutte le elezioni amministrative, regionali e comunali, con l'introduzione di una normativa per cui se si dovesse verificare la vacanza di un ruolo (presidente di regione o sindaco) si possa certo dar luogo ad elezioni sostitutive, ma con durata del mandato fino al termine di quello originario, cosicchè si possa rispettare sempre una unica scadenza che andrebbe fissata, a mio avviso, a metà legislatura in modo da verificare il sentimento popolare verso il governo e consentire un lavoro più coerente, senza che si sia costretti a misurarsi con il voto ad ogni piè sospinto.

Votare ogni anno impedisce a chiunque, governo nazionale e amministratori locali, di dispiegare il proprio programma con una visione che vada oltre l'immediato.

La miopia della politica italiana, del resto, è visibilissima con le mancette elettorali che sono state, anche in occasione del virus cinese, elargite dal governo cattocomunista e grillino  Conte, avendo come unico risultato l'aumento del debito, senza incidere in modo strutturale sulle necessità e con macroscopici intralci burocratici e funzionali.

Se continueremo ad avere governi che operano guardando all'esito di elezioni che si svolgono ogni anno e anche più volte all'anno, non riusciremo mai a mettere in piedi un progetto che abbia una visione di prospettiva per il futuro dell'Italia.

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