La lettura dei quotidiani è una salutare scarica di adrenalina per chi, in pensione, sprofonderebbe nella atarassia della poltrona.
Ieri, ad esempio, i quotidiani erano pieni di pettegolezzi circa i "mal di pancia" di cui sarebbero vittime esponenti dei partiti del Centro Destra vittorioso alle regionali e alle suppletive (oltre che al referendum dove sia Salvini che la Meloni hanno ufficialmente schierato i rispettivi partiti per il "sì").
Piegati a novanta gradi davanti alla manìpolazione mediatica dei maggiordomi di Bruxelles, ecco che appaiono articoli che rappresenterebbero personaggi che sarebbero da qualificare infami, se fosse vero.
Critiche a Salvini, pretese di delimitarne la linea e, addirittura, una ipotesi di sostituzione con leghisti "tradizionalmente nordisti" che sarebbero fautori di un riposizionamento europeista con il quale chiedere un governo di unità nazionale che, a dire dell'articolista, sarebbe l'unico timore dei perdenti cattocomunisti (ecco la carota che viene sventolata sotto il naso dei babbei: andare al governo e partecipare al banchetto di nomine e finanziamenti).
Sia chiaro.
La Lega è il primo partito grazie alla spinta di Salvini che ne ha consentito la diffusione in tutta Italia, dando una linea chiara e "distinta e distante" da quella dei cattocomunisti ed europeisti.
Il venir meno di tale linea, accettando gli ukaze dell'unione sovietica europea (ultimo dei quali la presunta revisione del trattato di Lisbona che, costringendo l'Italia a tenersi i clandestini, sembra proprio una moneta di scambio con i miliardi promessi. Beh, dovremmo dire alla Feldmarescialla Ursula Vaffankulen che la nostra Sovranità e Dignità non è in vendita e quei miliardi li può infilare nel capiente fondo schiena della burattinaia Angela. Ce la faremo meglio da soli !) sarebbe mortale per la Lega che tornerebbe al 3% da cui l'ha risollevata il movimentismo di Salvini e le sue capacità dimostrate in un anno da Ministro degli Interni.
Senza considerare che, indebolire Salvini alla vigilia del processo al quale è stato consegnato da un voto, che continua a gridare vendetta, del parlamento, sarebbe atteggiamento da esseri meschini e inaffidabili per tutti gli elettori.
Ma quelle sono interpretazioni giornalistiche, per cui, in assenza di dirette ed esplicite iniziative, lascio in sospeso la attribuzione di "infami" per quelli che la stampa serva vorrebbe stimolare ad agire come novelli Fini.
Diverso il discorso di Toti e Berlusconi.
Il primo sbaglia, per eccesso di confidenza dopo il successo elettorale, a esteriorizzare un concetto che condivido: Salvini deve indossare il cappello di Leader della Coalizione ... continuando nella sua battaglia contro i clandestini, per la Sovranità e la Dignità dell'Italia e contro il governo.
Berlusconi tace, ma sono comprensibilissimi i mal di pancia in una Forza Italia destinata a scomparire.
Mi auguro che la parte sana di Forza Italia eviti fughe alla Alfano e, riunificandosi con Toti, riesca a rappresentare quella terza gamba che fornisce un prezioso apporto all'intera Coalizione.
La Meloni, invece, ha ragione.
Leader è il capo del partito più forte e Fratelli d'Italia ha dieci punti in meno della Lega. Punto.
Per finire direi che la sola ipotesi di un governo di unità nazionale, è ripugnante e solo il pensarlo dovrebbe escludere chi lo fa dalla Coalizione di Centro Destra.
Nel caso, meglio un voto di bandiera a partiti identitari che non entreranno mai in parlamento, piuttosto che scegliere un partito che andasse poi a governare con i cattocomunisti, inquinando e corrompendo se stesso e i suoi elettori.
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