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07 agosto 2024

Veneziani, l'antifascismo e la stanchezza

Ne La Verità, oggi, Marcello Veneziani ha scritto un editoriale apparentemente rinunciatario.

Elencando le varie reazioni che si possono avere al trito e ritrito antifascismo dei cattocomunisti ed alle loro intimazioni per ottenere dichiarazioni e atti concreti "antifascisti", Veneziani conclude scrivendo che, oltre a quelle elencate, possono essercene altre, ma lui è ormai stanco di queste discussioni.

Non penso che sia un modo per gettare la spugna, dandola vinta al nemico, bensì piuttosto una indicazione sulla strada da intraprendere davanti alle sguaiate iniziative cattocomuniste: non rispondere più, non accettare il dialogo, non abbassare la Politica all'antifascismo.

Se tale fosse l'intenzione di Veneziani, sarei pienamente concorde.

Da tempo, molto tempo, ho rinunciato a discutere con i cattocomunisti, perchè loro hanno solo quei due, tre argomenti (omosessuali, antifascismo, clandestini) che nulla dicono in per la costruzione di una società forte, dinamica, ricca come quella che vorrei per l'Italia, mentre non hanno alcun argomento in materia di Sovranità, Sicurezza, Efficienza, Merito.

Quindi ha ragione Veneziani, è inutile discutere con i cattocomunisti tanto non capirebbero e ricomincerebbero da capo con le loro tiritere su antifascismo, omosessuali, immigrazione.

Questo però non vuol dire affatto lasciare loro campo libero, al contrario, vuol dire affermare Idee, Valori, Principi che i cattocomunisti non solo non hanno ma neppure sono in grado di comprendere, attivandosi perchè chi tra noi ha responsabilità di amministrazione e governo possa perseguirli con leggi e provvedimenti che tendano alla loro realizzazione, come quelli su autonomia differenziata, premierato, riforma fiscale.

Evitando di fare i principini sul pisello se il provvedimento proposto non è al 100% puro come vorremmo, perchè se cominciamo a dividerci sui particolari, allora lasceremo sì campo aperto ai cattocomunisti dai quali non potremo che aspettarci divieti, tasse, dirigismo, sovietizzazione della nostra società, inquisizione sui nostri pensieri e opinioni con conseguenti sanzioni.

Ci possono essere situazioni, totalmente marce, irrecuperabili (come l'elezione del presidente della regione Emilia Romagna) nelle quali è possibile (e per me consigliabile) distinguersi anche da Fratelli d'Italia e Lega, ma in linea di massima l'appoggio, dal semplice voto alla più onerosa militanza, alla Meloni ed a Salvini non deve venir meno perchè non si condivide un termine o anche un intero aspetto di un progetto ben più ampio.

Solo così possiamo evitare un ritorno ai disastrosi undici anni che abbiamo vissuto da Monti a Draghi.

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