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No alla deriva

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14 agosto 2024

Sono d'accordo con una frase della Schlein

Il segretario del pci/pds/ds/pd, dopo aver messo il cappello sulle medaglie conquistate dagli atleti italiani, ma solo quelli le cui caratteristiche somatiche non rappresentano l'Italianità, ha tuonato: bisogna cambiare la legge sulla cittadinanza. 

Sono d'accordo con tale frase.

Bisogna cambiare la legge sulla cittadinanza.

Il problema, che porta al totale disaccordo, sono i contenuti con i quali cambiarla.

La Schlein rilancia il barbaro ius soli per estendere la cittadinanza a chiunque nasca in Italia, studi in Italia o magari faccia semplicemente un bisognino in Italia.

In pratica una accettazione generale, senza filtri, di chiunque, per un qualsivoglia motivo, voglia acquisire la cittadinanza italiana, svilendola come può essere svalutata qualsiasi cosa che si possa avere in quantità infinita, per automatismo e senza alcun merito.

Io credo invece che la Schlein abbia ragione nel chiedere una nuova legge sulla cittadinanza che, però, deve rappresentare un traguardo ambito, difficile, lungo, che sia un premio per chi la consegue, rappresentando la certificazione di un percorso di piena integrazione e accettazione delle nostre Leggi, dei nostri Usi e Costumi, della nostra Storia, della nostra Cultura, della nostra Cucina, della nostra Lingua, della nostra Tradizione e della nostra, faticosamente conquistata, Libertà religiosa (che è anche Libertà di non credere).

Un premio per pochi, non un automatismo per tutti che, poi, continuano a vivere come nei loro paesi di origine, magari con la pretesa che siamo noi a cambiare le nostre usanze (ad esempio senza festeggiare il Natale con le sue canzoni o fornendo alle scuole alimenti che non contengano i nostri meravigliosi e succulenti prosciutti, salami, mortadelle).

Una bella legge sulla cittadinanza che, ponendo fine ad ogni controversia, confermi da un lato lo ius sanguinis come fattore, pressochè unico (l'altro è il matrimonio) per l'acquisizione automatica della cittadinanza, dall'altro apra all'inclusione dei "capaci e meritevoli", che dopo un percorso di conoscenza e integrazione, abbiano, in premio, il privilegio di potersi dire "Italiani".

La morale è che anche i cattocomunisti. ogni tanto, hanno una intuizione condivisibile, ma poi, purtroppo, la sviluppano in senso opposto a quello che è il Bene per l'Interesse Nazionale e di tutti gli Italiani.


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