In Inghilterra, patria indiscussa della democrazia consolidata che è insita nel dna delle persone.
In Inghilterra, dove l’alternanza di governo è consolidata e chi arriva non distrugge mai l’opera realizzata dal predecessore, semmai la migliora con una diversa sensibilità.
In Inghilterra dove gli schieramenti hanno comunque una visione comune dei Valori fondanti della nazione.
In Inghilterra la parte che siede all’opposizione costituisce un “governo ombra” nel quale personaggi politici (magari gli stessi ex ministri) continuano ad occuparsi del settore loro assegnato, per seguire le iniziative del governo, criticarle, proporre soluzioni alternative ed essere comunque pronti a subentrare senza soluzione di continuità.
In Italia, dove la democrazia ha bisogno di essere precisata nella sua componente “antiFascista nata dalla resistenza … bla … bla … bla …”.
In Italia dove l’alternanza porta la sinistra subentrante a porre come priorità di governo la distruzione di quanto realizzato dal Governo Berlusconi, nonché un “cazzeggio” inutile e insignificante (veggasi alla voce “quote rosa”).
In Italia dove gli schieramenti sono talmente distinti e distanti da avere in comune solo la “cittadinanza italiana” scritta sul documento di identità, figurarsi se si può parlare di Valori fondanti comuni !
In Italia dove una maggioranza nata dai verbali degli scrutini elettorali sui quali incombono ombre e sospetti anche relativi al voto degli italiani all’estero, ha okkupato tutti vertici istituzionali, senza riflettere sulla precarietà – prima che numerica, morale - di un siffatta maggioranza.
In questa Italia non si sente alcun bisogno di un governo ombra.
Costituirlo significherebbe fare sostanziale acquiescenza ad un risultato che Silvio Berlusconi fa bene a non riconoscere e sul quale richiedere una verifica accurata di verbali e schede.
Allora, se non è opportuno costituire un “governo ombra”, si costituisca un “Governo Luce” che dia rappresentanza e visibilità al 50% e più degli Italiani che non si riconoscono in Prodi e nella sua tax band vampiresca.
Un bel Governo dell’Italia Libera che indichi ai propri elettori modalità e comportamenti da tenere nei confronti delle leggi che la sinistra dovesse promulgare.
Organizzando la resistenza (quella vera) mediante mobilitazioni di piazza e scioperi fiscali.
E sfruttando le conoscenze e le amicizie che Silvio Berlusconi ha stretto in tutti questi anni, per rappresentare anche all’estero l’Italia sana, quella che lavora, quella produttiva, che crea ricchezza e non quella che distrugge, che scappa, che apre le porte all’invasione degli illegali.
Un Governo Luce che costituisse un fondo, con finanziamenti da scalare dalle tasse, per aiutare i disobbedienti civili alle politiche vampiresche della sinistra.
Un Governo Luce che organizzasse scuole private dove applicare la Riforma Moratti.
Un Governo Luce che promuovesse iniziative economiche fondate sui principi della libertà di mercato da contrapporre allo statalismo assistenzialista e clientelare della sinistra.
Un Governo Luce che continui a tenere i contatti con le aziende impegnate nelle Grandi Opere, ivi incluso il Ponte Silvio, per dare il massimo impulso ai lavori una volta che la parentesi sinistra sarà archiviata.
Questo “Governo Luce” darebbe agli Italiani una prospettiva positiva, un punto di riferimento e sarebbe pronto, prontissimo, a riprendere in mano anche le redini “ufficiali” del paese una volta che il governo prodi fosse abbattuto dalle sue contraddizioni e dalla veemente opposizione della maggioranza del Popolo.
In Inghilterra, dove l’alternanza di governo è consolidata e chi arriva non distrugge mai l’opera realizzata dal predecessore, semmai la migliora con una diversa sensibilità.
In Inghilterra dove gli schieramenti hanno comunque una visione comune dei Valori fondanti della nazione.
In Inghilterra la parte che siede all’opposizione costituisce un “governo ombra” nel quale personaggi politici (magari gli stessi ex ministri) continuano ad occuparsi del settore loro assegnato, per seguire le iniziative del governo, criticarle, proporre soluzioni alternative ed essere comunque pronti a subentrare senza soluzione di continuità.
In Italia, dove la democrazia ha bisogno di essere precisata nella sua componente “antiFascista nata dalla resistenza … bla … bla … bla …”.
In Italia dove l’alternanza porta la sinistra subentrante a porre come priorità di governo la distruzione di quanto realizzato dal Governo Berlusconi, nonché un “cazzeggio” inutile e insignificante (veggasi alla voce “quote rosa”).
In Italia dove gli schieramenti sono talmente distinti e distanti da avere in comune solo la “cittadinanza italiana” scritta sul documento di identità, figurarsi se si può parlare di Valori fondanti comuni !
In Italia dove una maggioranza nata dai verbali degli scrutini elettorali sui quali incombono ombre e sospetti anche relativi al voto degli italiani all’estero, ha okkupato tutti vertici istituzionali, senza riflettere sulla precarietà – prima che numerica, morale - di un siffatta maggioranza.
In questa Italia non si sente alcun bisogno di un governo ombra.
Costituirlo significherebbe fare sostanziale acquiescenza ad un risultato che Silvio Berlusconi fa bene a non riconoscere e sul quale richiedere una verifica accurata di verbali e schede.
Allora, se non è opportuno costituire un “governo ombra”, si costituisca un “Governo Luce” che dia rappresentanza e visibilità al 50% e più degli Italiani che non si riconoscono in Prodi e nella sua tax band vampiresca.
Un bel Governo dell’Italia Libera che indichi ai propri elettori modalità e comportamenti da tenere nei confronti delle leggi che la sinistra dovesse promulgare.
Organizzando la resistenza (quella vera) mediante mobilitazioni di piazza e scioperi fiscali.
E sfruttando le conoscenze e le amicizie che Silvio Berlusconi ha stretto in tutti questi anni, per rappresentare anche all’estero l’Italia sana, quella che lavora, quella produttiva, che crea ricchezza e non quella che distrugge, che scappa, che apre le porte all’invasione degli illegali.
Un Governo Luce che costituisse un fondo, con finanziamenti da scalare dalle tasse, per aiutare i disobbedienti civili alle politiche vampiresche della sinistra.
Un Governo Luce che organizzasse scuole private dove applicare la Riforma Moratti.
Un Governo Luce che promuovesse iniziative economiche fondate sui principi della libertà di mercato da contrapporre allo statalismo assistenzialista e clientelare della sinistra.
Un Governo Luce che continui a tenere i contatti con le aziende impegnate nelle Grandi Opere, ivi incluso il Ponte Silvio, per dare il massimo impulso ai lavori una volta che la parentesi sinistra sarà archiviata.
Questo “Governo Luce” darebbe agli Italiani una prospettiva positiva, un punto di riferimento e sarebbe pronto, prontissimo, a riprendere in mano anche le redini “ufficiali” del paese una volta che il governo prodi fosse abbattuto dalle sue contraddizioni e dalla veemente opposizione della maggioranza del Popolo.
4 commenti:
Esatto,
o questo governo tiene conto anche dell'altra metà del cielo (degli italiani), oppure è giusto e moralmente accettabile che si dia corpo ad un governo "luce".
Mons ovviamente sono in piena sintonia con te. Io ho scritto qualche settimana fa sul governo ombra. Lasciami precisare che il centrodestra non si sta muovendo nella direzione migliore per adesso. Eppure è chiaro: se non si trova un'unità d'intenti nell'azione è inutile pensare al partito unico. Il referundum sarà un ottimo banco di prova. Vedremo.
un saluto
Vedendo l'andazzo delle elezioni odierne comincio avere meno dubbi sul risultato delle politiche e molti di più sull'intelligenza degli italiani.
Il prodino non è in grado neppure di rappresentare i suoi elettori se non i più integralisti e sfasciatutto, figuriamoci se si fa carico del 50% (e più) dell'Italia ...
Federico io non sono affatto insoddisfatto dei quel che è stato fatto dopo le elezioni. Certo, avrei preferito che fossimo, da subito, chiamati in piazza, ma Berlusconi ha tenuto molto bene il pallino contrastando i tentativi dei più deboli di accucciarsi all'ombra dell'ulivo, riconoscendone la maggioranza (che non ha).
Ed è certo che, incombendo le elezioni amministrative e il referendum, non poteva cominciare a mettere mano all'organizzazione del futuro, cosa che, invece, si dovrà e potrà fare dal 27 giugno e per tutta l'estate.
Master ... io non la vedo così male, anzi ... :-)
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