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23 ottobre 2006

Ungheria 1956


Il 23 ottobre 1956 iniziava quello che si sarebbe rivelato un effimero tentativo di dare un volto umano a ciò che di umano non aveva e non poteva avere nulla: il comunismo.
Dopo 11 anni di oppressione gli ungheresi cercarono di allentare il giogo comunista e Imre Nagy, comunista per forza, rappresentò tale speranza, esattamente come, dodici anni dopo, la rappresentò in Cecoslovacchia Alexander Dubcek, con quasi lo stesso esito (Nagy fu tradito, venduto e assassinato, Dubcek scontò “solo” la morte civile).
Dal 23 ottobre 1956 al 10 novembre dello stesso si consumò quindi l’ennesimo crimine comunista, con migliaia di morti e con l’intervento dei carri armati sovietici quando apparve chiaro al Cremino del “liberaleKruschov (succeduto a Stalin) che i Magiari stavano per rimpossessarsi del diritto all’autodeterminazione, cosa che avrebbe provocato un effetto domino, 33 anni prima della caduta del muro di Berlino.
L’anelito alla libertà degli ungheresi fu represso nel sangue.
Nagy cercò scampo dal “dissidente” Tito che, però, lo vendette ai sovietici perché fosse assassinato.
L’Ungheria nel 1968 partecipò con sue truppe all’invasione della Cecoslovacchia che tentava ugualmente di allentare l’oppressione comunista.
I tempi non erano maturi.
Il comunismo doveva ancora mietere milioni di vittime prima di implodere ed evidenziare la sua perversa natura malvagia che diffonde terrore, miseria e morte.
Io nacqui nel 1956 (e dopo che tutto si era compiuto), quindi, a differenza dell’invasione della Cecoslovacchia del 1968, non ho alcun ricordo personale.
Nel 1990 feci un viaggio di tre settimane in Ungheria, fermandomi al Lago Balaton, per poi passare due settimane intere a Budapest e dintorni.
La curiosità dei ragazzi dell’Ungheria davanti ai turisti occidentali, era piena di curiosità e di speranza per quel mondo che si apriva appena allora alle loro esplorazioni.
Hanno dovuto pedalare in fretta.
Non hanno avuto la possibilità di un passaggio graduale dalla dittatura alla libertà.
Oggi hanno un governo che, come in Italia, ha mentito pur di vincere le elezioni e le piazze si riempiono della protesta.
Fa specie pensare che, con tutti gli esempi di miseria, terrore e morte che il comunismo ha portato nel mondo ci siano ancora persone e partiti che al comunismo si richiamano.
Fa specie pensare che ci siano ancora dei boccaloni (se non peggio)che, definendosi “cattolici adulti”, si prestino ad essere la foglia di fico per l’occupazione comunista del potere.
Fa specie pensare che grazie a costoro, i fatti di Ungheria 1956 siano stati commemorati da due comunisti.
L’intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d’Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all’Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l’Ungheria cadesse nel caos della controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell’Urss ma a salvare la pace nel mondo
Chi lo disse ?
Giorgio Napolitano, presidente della repubblica, eletto grazie ai voti degli itaglioni.
Gente così doveva avere il buon gusto di ritirarsi sin dal 9 novembre 1989, quando apparve chiara a tutti la natura perversa e malvagia di quel comunismo che avevano servito per tanti anni.
Come dar torto a Berlusconi quando dice che anche Napolitano è “dei loro” ?


Sui fatti di Ungheria segnalo i post de I morti dimenticati che forniscono un quadro storico completo ed ai quali rimando per l’approfondimento.

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2 commenti:

Hermes ha detto...

in effetti che lo abbiano eletto proprio nel 50enario di Budapest è una cosa orribile... fossi un ungherese non so cosa penserei dell'Italia... :-/

Nessie ha detto...

Il PCI (oggi DS) si comporta come Santa Romana Chiesa: ammette i suoi errori ed orrori con secoli di ritardo. Non serve più il solito "facciamo autocritica compagni". E' come dire: "ego te absolvo".