La Meloni ha ragione nel chiedere un Patriota come presidente.
Abbiamo avuto un Napolitano che, in combutta con Sarkozy e la Merkel, tirò il pacco a Berlusconi e a tutti gli Italiani imponendo Monti.
Poi Mattarella, invece di mandarci a votare nell'agosto del 2019, ha brigato per impedirci di esprimere la nostra volontà dopo che avevamo potuto toccare con mano l'imbarazzante inconsistenza dei cinque stelle e, al contrario, la capacità di Salvini a fermare l'invasione dei clandestini.
Napolitano e Mattarella, non a caso esponenti di quell'agghiacciante e orrido connubio cattocomunista che unisce le due chiese talebane di Occidente, hanno agito non negli interessi degli Italiani e dell'Italia, ma di una entità sovranazionale, l'Unione del Male e dei suoi dioscuri: Francia e Germania.
Letta, dimostrando di non capire o, forse, diamogli pure il beneficio del dubbio, di non voler capire, risponde alla Meloni con il nome di Pertini, che credo sia morto da una trentina di anni.
Se Letta è stato costretto a riesumare Pertini (che era un socialista, quindi un internazionalista, certo non un Patriota nel senso pieno del termine), vuol dire che non ha nessun altro a disposizione e, infatti, nella sua area circolano troppi personaggi, lui incluso, beneficiati con onorificenze straniere che suscitano il legittimo sospetto che siano state conferite per aver concesso favori e utilità agli stati stranieri.
E se qualcuno concede utilità ad uno stato straniero, allora vuol dire che danneggia l'Italia e gli Italiani e questo qualcuno certamente Patriota non è.
Bene dunque la Meloni che chiede un Patriota per presidente, che anteponga gli Italiani e l'Italia e tuteli gli Italiani e l'Italia.
In questa ottica, anche se quello di oggi è purtroppo molto diverso e inaffidabile da quello di ieri, il nome di Silvio Berlusconi, uno dei principali danneggiati dall'aver avuto presidenti non Patrioti, rappresenterebbe un simbolico affrancamento dall'Unione del Male, dalla Francia e dalla Germania.
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