La risoluzione 1701 dell'11 agosto 2006 aveva come primo punto la missione di disarmare i gruppi armati libanesi per restituire la piena sovranità del territorio all'esercito libanese.
La funzione di cuscinetto era secondaria e doveva proteggere i terroristi di Hetzbollah, una volta che fossero stati disarmati, da attacchi israeliani .
In Libano è avvenuto esattamente il contrario.
Hetzbollah si è militarmente rinforzato, ha continuato ad accumulare armi come dimostrano le centinaia di missili che lancia quotidianamente contro Israele e il governo libanese non ha alcuna autorità.
La missione Unifil è fallita e mantenere le truppe in quelle località, oltre ad essere un costo economico equivalente ad uno spreco, mette anche a rischio le vite dei nostri militari impediti a svolgere il reale compito loro assegnato, disarmare le bande terroriste, offrendo così la legittimazione all'Idf a provvedervi per porre fine all'aggressione missilistica Hetzbollah.
La domanda resta quindi: cosa restano a fare i nostri soldati in Libano ?
A quanto pare la loro presenza si riduce ad essere scudi umani, a tutela delle bande terroriste.
Non mi sembra una missione che abbia pregio, nè alcun quartino di nobiltà.
3 commenti:
In ogni caso, non è Israele che deve stabilirne la tempistica. Perché il Libano non è territorio di sua proprietà. Per quanto non ami l'ONU, l'atteggiamento di Israele è stato arrogante e preoccupante, in quanto suprematista. Immagino, a parti invertite, quanti piagnistei avrebbero fatto loro.
Vero. Ma Hetzbollah doveva essere disarmato da Unifil che, invece, ne ha protetto il riarmo e i bunker predisposti vicino alle sue basi. Qui si tratta di eliminare bande di criminali terroristi, alimentate dall'odio religioso contro di noi. Se non lo ha fatto Unifil in 20 anni, mi auguro che lo faccia Israele anche se qualche colpo dovesse cadere sulla testa di Guterres.
In ogni caso Israele dispone di servizi di intelligence che gli permettono di fare uccisioni mirate e non macelleria in stile Gaza che poi dovremmo comunque pagare tutti noi. A cominciare dalle migrazioni di profughi.
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