Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 maggio 2025

I magistrati ci portano l'oclocrazia

Leggo che, ancora una volta, i magistrati, questa volta italiani, interferiscono con l'azione di un governo, quello Italiano, che vuole applicare uno dei punti del programma votato dalla maggioranza degli Elettori.

La corte di cassazione ha infatti chiesto un nuovo parere alla corte di giustizia dell'unione europea (come se dovessimo prostrarci ai pareri di giudici stranieri, quando personalmente non dovremmo accettare neppure le sentenze politiche di quelli italiani !)  sul trasferimento dei clandestini nei centri in Albania.

Lo scopo è sempre quello: boicottare, rallentare, ostacolare il respingimento dei clandestini voluto dalla maggioranza degli Italiani, anche di quelli che votano a sinistra.

E' lo stesso scopo dei latrati contro la timida riforma Nordio, contro il Ponte sullo stretto, contro il decreto sicurezza che colloca chi vi si oppone a difesa di chi truffa gli anziani, di chi occupa le case altrui, di chi aggredisce un poliziotto, di chi impedisce la libera circolazione stradale.

E' un disegno che trova nella magistratura un esecutore sollecito, nella convinzione di essere esente da qualsivoglia ritorsione.

Ed è la più grande stortura di questa che non è più una democrazia, ma una oclocrazia, cioè la degenerazione della democrazia secondo l'anaciclosi di Polibio (che ho spesso citato), dove vengono ignorati i principi del buon governo per dare spazio alle peggiori e più ripugnanti pulsioni ideologiche, contrarie agli interessi dei cittadini.

Aspettando che il ciclo ricominci, quando arriverà un monarca che metterà ordine nel caos dell'oclocrazia. 

30 maggio 2025

Quando l'informazione crea confusione

Questa mattina, nella trasmissione radiofonica "Il caffè di radio uno" in onda alle 6,30 dopo la rassegna stampa e prima del gr1 delle 7, il conduttore ha toccato (con fuga, nel senso che è stato sin troppo veloce e superficiale) il tema delle tasse e di chi le paga.

Il tecnico chiamato ad illustrare la questione è uno dei migliori, perchè tra i più concreti e, penso proprio per tale motivo, tra i meno invitati: Alberto Brambilla.

Brambilla, nel poco tempo tempo concessogli, ha esposto una situazione critica, in cui il 60% degli Italiani non paga le tasse ma usufruisce dei servizi che, considerando le varie agevolazione, alla fine vengono pagati dal 16% degli Italiani, cioè da coloro che dichiarano un reddito superiore ai 35mila euro.

Brambilla ha correttamente sottolineato come, se i costi dei servizi sono sulle spalle solo del 16% degli Italiani, non ci si può tanto lamentare delle liste di attesa in sanità o delle retribuzioni più basse per gli operatori sanitari rispetto ad altre nazioni.

Purtroppo quando si sarebbe dovuto andare un po' più a fondo, "il tempo è finito, grazie e a lunedì" con gli ultimi minuti dedicati ai messaggi vocali degli ascoltatori: disarmanti.

Pochi avevano capito il senso degli interventi e dei dati comunicati, i più li hanno interpretati come se il 60% degli Italiani non pagasse le tasse perchè le evade.

No, non è così.

Il 60% non paga le tasse perchè è legalmente esentato in quanto senza reddito, con redditi minimi o con redditi che fruiscono di agevolazioni tali da essere superiori all'importo che versano allo stato, con una critica, appena accennata, al sistema dell'Isee.

Una ascoltatrice se l'è presa con i pensionati, parlando di pensioni da quattro-cinquemila euro come se fosse sufficiente ridurle per pagare tutti.

Sul versante opposto un ascoltatore ha tagliato corto dicendo che chi non paga non deve usufruire dei servizi.

Meritoria l'iniziativa di parlare di tasse e cercare di spiegare che se non si pagano perchè negli anni ci sono state agevolazioni ed esenzioni a pioggia per dare soddisfazione a questa o quella categoria o gruppo di pressione, non si possono avere altri servizi o servizi migliori.

Ma quando si affrontano simili temi occorre riservare molto più tempo, anche per poter discutere su dove, in coscienza e non con demagogiche affermazione sui pensionati ricchi o sui patrimoni superiori a 500mila euro da tartassare, poter acquisire quelle risorse necessarie a migliorare servizi e retribuzioni.

E magari anche a parlare di quali spese clientelari tagliare come, ad esempio, i contributi per i cinematografari, la stampa, le associazioni immigrazioniste.

Senza ciò, si rimane sul piano dell' "indignato perenne" che istiga solo alla rabbia, senza alcun costrutto.

29 maggio 2025

Possiamo sostituire i magistrati con l'intelligenza artificiale ?

Dove il "possiamo" è una invocazione e non una richiesta di fattibilità.

L'ultimo episodio internazionale riguarda gli Stati Uniti dove un singolo giudice si è arrogato la facoltà di bloccare la politica sui dazi del Presidente Trump, votato da oltre 77 milioni di Americani. 

E già così ogni autentica coscienza liberale e democratica prova un forte rigetto.

In Italia, invece, l'ultimo episodio è del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso contro una direttiva del Ministero dell'Interno che imponeva il riconoscimento di persona da parte dei proprietari che davano in locazione breve il loro appartamento.

La ratio della disposizione era di incardinare un tassello di maggior sicurezza su chi risiede temporaneamente in quel posto, spesso in condomini abitati da altre persone, ma il tar ha evidentemente un differente concetto di sicurezza per i cittadini.

Appare evidente che si tratta, in ambedue i casi e nelle decine, centinaia, di cui siamo ormai venuti a conoscenza, di un aggiustamento delle leggi vigenti in base alla personale interpretazione ideologica del magistrato di turno che, in passato, in alcuni casi ha addirittura giustificato una giurisprudenza creativa per inventarsi una norma che non c'è, motivandola con l'inerzia del parlamento, ma all'inerzia del parlamento, semmai, non deve sopperire un magistrato, bensì il voto dei cittadini.

A questo punto credo che, anche per la incredibile vicenda di Garlasco, noi cittadini qualunque, saremmo ben più garantiti se fossimo giudicati non da una persona con le sue simpatie, antipatie, ideologie, ma dall'intelligenza artificiale che, molto più di una singola persona, è in grado di conoscere le leggi esistenti e applicarle, integrandole con le prove presentate dalle parti.

Con l'intelligenza artificiale non ci sarebbero interpretazioni ideologiche, ma solo l'applicazione della norma scritta, cioè di una legge approvata dal parlamento eletto dai cittadini.

E poichè nel nostro sistema giudiziario in dubio pro reo, nessuno verrebbe condannato sulla base di teoremi, in mancanza di solide prove. 

28 maggio 2025

Decreto sicurezza in dirittura d'arrivo

Mi stupisco che a sinistra sposino la canea di chi è contrario al decreto sicurezza.

I quattro punti fondamentali sono:

- pene più severe per le truffe agli anziani

- pene più severe per chi aggredisce un Tutore dell'Ordine

- pene più severe per chi occupa abusivamente una proprietà privata altrui

- pene più severe per chi impedisce la libera circolazione con blocchi stradali, manifestazioni etc.

A me sembrano quattro punti di estremo buon senso che contraddistinguono una società libera da una anarchica dove prevale la prepotenza, la violenza la delinquenza.

Si possono esprimere delle idee pacificamente, nei luoghi preposti alle riunioni, sulla stampa, nei social.

Abbiamo abbondanza di strumenti per manifestare le nostre idee senza arrecare disturbo o danno al prossimo.

Ex contrario si dovrebbe arguire che il pd e i suoi alleati, siano favorevoli alle truffe contro gli anziani, a picchiare un Poliziotto o un Carabiniere, a occupare liberamente una proprietà privata, a bloccare la circolazione con manifestazioni e impedimenti vari.

Se è così dove stanno i Valori di base che dovrebbero essere comuni per una società civile ?

Se è la prepotenza e violenza che dettano legge, ditecelo, che ci adegueremo.

27 maggio 2025

Finiamola di dare corda a Zelensky

Credo che il principale ostacolo alla pace, in Ucraina e nel Medio Oriente, sia lo tsunami di dichiarazioni che arrivano da ogni dove.

Assistiamo a intemerate di politici che, prima di arrivare ad ottenere i risultati di Netanyahu in carica, quasi ininterrottamente, da venti anni, dovrebbero macinare anni e anni di gavetta, ma si permettono di criticarlo, dalla comoda poltrona di uno scranno parlamentare di una nazione non in guerra.

Altri, e con cariche ben più rilevanti, continuano ad attaccare verbalmente la Russia, minacciando sanzioni (siamo già al diciottesimo round in preparazione, dopo diciassette inutili e, anzi, controproducenti, provvedimenti).

Ma il peggio è un comico che, per far ridere (o, almeno, provarci, perchè a me non ha strappato neppure un sorriso) si dimenava nudo per suonare un pianoforte con il pene, eletto da una follia collettiva in Ucraina, ha pensato di poter stuzzicare la Russia e quando l'Orso ha reagito, ha mandato a morire decine di migliaia di giovani ucraini, sospeso le elezioni (infatti il suo mandato è scaduto da oltre un anno) e imbavagliato i suoi oppositori.

Costui, istigato da certe cancellerie europee che avevano fatto conto su un presidente americano che, oggi, si scopre non fosse in grado di gestire la cosa pubblica per limiti sanitari, continua a sbraitare da tre anni chiedendo armi, finanziamenti e pensando di poter dettare la linea alle nazioni europee.

Purtroppo ci cascano tutti e fanno a gara per mostrarsi più partigiani di Zelensky stesso.

Sembrava che Trump lo avesse mandato a quel paese, giustamente, ma adesso pare che abbia ripreso a fornirgli armi e supporto finanziario, in cambio, almeno, di minerali preziosi, ma in quantità tale da consentirgli di continuare una guerra che non andava neppure iniziata.

Ogni volta, poi, che si prospetta una possibilità di pace, ecco che Zelensky la spara grossa contro la Russia e Putin, chiedendo ancora più sanzioni, ancora più aggressività da parte dell'Occidente.

Fino all'ultimo ucraino.

Spiace che anche la Meloni si sia accodata al coro dei sostenitori e amici di Zelensky, personaggio che dovremmo evitare come la peste che è una guerra inutile.

26 maggio 2025

Riduzione Irpef per il ceto medio

Governare, cercando di mantenere gli impegni, è difficile, non tanto perchè non si sappia come fare a mantenere quegli impegni, quanto perchè il voto popolare viene sistematicamente ignorato dal sinedrio dei burocrati, dei magistrati, delle consorterie di vario genere che interferiscono con l'azione di governo, "interpretando" quella norma, dichiarando incostituzionale quell'altra, chiedendo la revisione di una legge appena approvata dal parlamento.

Il tutto, ovviamente, senza avere un mandato popolare, ma solo con l'autoreferenzialità che deriva da una arroganza, da una boria, da una superbia che nessun concorso pubblico, nessuna elezione da parte di un ristrettissimo gruppo di grandi elettori può giustificare.

E' quindi con piacere che si annotano molti provvedimenti del Governo Meloni che, nonostante tutti gli ostacoli che vengono posti sul suo cammino in chiave palesemente anti Italiana, riesce pur tuttavia a percorrere il cammino del rispetto degli impegni elettorali.

E' così con il contrasto ai clandestini come è reso evidente dai centri in Albania che hanno cominciato a funzionare bene, è così con il decreto sicurezza che fornisce nuove garanzie alle Forze dell'Ordine e nuove opportunità a difesa della vita e delle proprietà degli Italiani, è così nella gestione di una politica estera che recupera il massimo della Sovranità possibile dopo la svendita operata dai governi di sinistra.

Ed è così in economia dove dopo aver stabilizzato i conti, migliorando l'appeal italiano nel mondo come dimostrano lo spread e i rating, dopo aver fermato il vorticoso aumento di balzelli, adesso pensa di agire sulla leva della riduzione delle tasse per il ceto medio.

Ridurre del 2% l'aliquota tra 28 e 50 (o 60) mila euro può sembrare poco, ma è un grande passo perchè quella è la fascia di reddito che paga maggiormente i capricci ideologici della sinistra.

Probabilmente tale riduzione potrà essere attiva dal prossimo anno, ma è un segnale fortissimo di discontinuità con il passato, anche se tante spese ideologiche continuano a pesare sui conti pubblici e quindi sulle nostre tasche.

Come i contributi per i cinematografari, per i giornali, per le associazioni che si occupano dei clandestini, per il loro recupero, alloggio, cura, mantenimento, istruzione.

Dopo l'era delle spese folli del 110%, del reddito di cittadinanza, dei monopattini, dei banchi a rotelle, cominciamo a vedere gli effetti benefici di un voto che ha consentito la formazione di un Governo degli Italiani, per gli Italiani.

25 maggio 2025

Sui dazi prevalga l'Interesse Nazionale

Ci sono due temi che i cattocomunisti stanno sfruttando per provare a ripetere la truffa del 2011, ribaltando la maggioranza e il governo uscito dal voto popolare.

Sono particolarmente i "professionisti dell'informazione" che, infischiandosene della realtà di cui dovrebbero dar conto, accreditano possibili ribaltoni ed elezioni anticipate, addirittura elencando un possibile governo della sinistra, con tanto di attribuzioni di ministeri a questo o quello.

Insomma più che notiziari, romanzi distopici di fantapolitica.

Sono due argomenti che pur avendo una valenza politica, non rappresentano certo un motivo di rottura di una coalizione che da più di trenta anni si presenta unita, il cui elettorato è sicuramente più unito dei dirigenti (che lo sanno !) e che li vuole assieme, per cui alcune differenze sono nell'ordine delle cose, diversamente non sarebbero tre partiti ma uno solo.

Si tratta del terzo mandato e della titolarità delle trattative commerciali con gli Stati Uniti.

Su ambedue i temi sono d'accordo con le posizioni della Lega (ed essendo un elettore di Fratelli d'Italia, cui confermerei il voto se si votasse oggi) la dice lunga sul grado di osmosi raggiunto dal Centro Destra.

La limitazione dei mandati è uno scippo nei confronti degli Elettori che sono sovrani nella scelta di chi debba essere eletto e nessuno, che sia magistrato o una legge che impedisce di ricandidarsi, può decidere al loro posto.

Chiunque deve potersi candidare e solo gli Elettori decidono se è idoneo per quella carica e per la riconferma tre, cinque, dieci volte.

Sbagliano quindi tutti coloro che vogliono limitare i mandati di un governatore, di un sindaco, di un amministratore, come sbagliano coloro che vorrebbero escludere dalle liste qualcuno perchè condannato o, addirittura, solo indagato per qualcosa, qualsiasi cosa.

Sulle trattative commerciali ha ugualmente ragione la Lega perchè una Babele come è l'unione europea, dove, anche per ragioni geoclimatiche, gli interessi sono differenti quando non in palese conflitto, non è in grado di esprimere una posizione unitaria, se non sacrificando interessi un po' a tutti, quegli stessi interessi che da trattative bilaterali sarebbero meglio difesi, da tutti gli stati.

Ha ragione il Presidente Trump a lamentarsi per le lentezze nel negoziato che sconta la necessità di convogliare il necessario consenso di 27 attori su una unica direttrice.

Lo prova la rapidità con la quale il Regno Unito ha concluso ogni controversia commerciale con gli Stati Uniti, a dimostrazione che è opportuno che l'Italia, come qualunque altro stato europeo, promuove trattative bilaterali con Washington, nell'interesse degli Italiani, interessi che non sono gli stessi di francesi, tedeschi o baltici che, a loro volta, sono i migliori difensori dei loro interessi.

Se i partiti di opposizione avessero a cuore l'Interesse Nazionale, solleciterebbero il Governo a concludere accordi bilaterali.

Poichè invece sono solo gli esecutori delle decisioni assunte altrove, all'estero, criticano la Meloni quando va a Washington a trattare e la criticano quando, sin troppo ligia agli accordi che non ha stipulato lei ma proprio i cattocomunisti nei lunghi anni della loro occupazione del potere, attende il risultato delle trattative condotte dalla commissione dell'unione europea.

La sintesi è che la sinistra, come sempre, fa l'interesse altrui e danneggia quello nazionale, quello degli Italiani che dovrebbero pagare la confusa concezione di unione europea, sacrificando, in tutto o in parte, i propri interessi commerciali sull'altare del compromesso a 27.

L'Interesse Nazionale, invece, deve prevalere, sempre e comunque, su quello dell'unione europea.



24 maggio 2025

24 maggio per l'Italia


Il 24 maggio, 110 anni dopo l'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra che completò l'Unità Nazionale, vediamo compromessa la Sovranità, l'Indipendenza, la Dignità che conquistarono i nostri nonni a prezzo di tante vite.

La svendita operata dai governi di sinistra, a cominciare da quelli di Prodi, D'Alema e Amato, per arrivare al culmine nel filotto da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2, sta portando i suoi frutti avvelenati anche perchè perseverano nell'errore di volere addirittura più europa, più cessione di Sovranità, quando invece dovremmo fare una rapida retromarcia, riprendendoci tutta la Sovranità che Prodi e compagni hanno svenduto per stare "dietro" a Germania e Francia tenendo loro lo strascico.

E la prima Sovranità che dobbiamo recuperare è quella di poter concludere liberamente accordi commerciali senza passare da Bruxelles.

La vicenda dei dazi con gli Stati Uniti è emblematica.

L'obbligo, voluto da Prodi e compagni, di adeguarci alle direttive europee con la commissione dei 27 unica autorizzata a trattare, ci danneggia, soprattutto adesso che Roma ha un rapporto diretto con Washington e decisamente migliore di qualsiasi rapporto possa avere Bruxelles.

Trump ha ragione a stancarsi delle lungaggini bizantine degli europei, del resto gli interessi di 27 stati non sono tra loro compatibili e spesso sono in contrasto, perchè a noi non interessano, ad esempio, i dazi sul merluzzo, come ai baltici non interessano quelli sul vino.

Ognuno dei 27 "tira l'acqua al suo mulino", come è giusto che sia e la Von der Leyen e i suoi commissari sono incapaci di fare una sintesi.

Così allungano le trattative in incontri senza fine e che sono fuori dalla mentalità anglosassone, molto pratica, come dimostra il fatto che nei giro di poco tempo gli Stati Uniti di Trump abbiano raggiunto un accordo con il Regno Unito anche se governato da un grigio burocrate socialista come Starmer.

Senza passare da Bruxelles, anche noi avremmo un ottimo accordo, probabilmente a dazi zero reciproci.

La ricorrenza del 24 maggio, quando noi Italiani avemmo l'orgoglio di appartenere ad una Nazione e di essere un Popolo, dovrebbe stimolare il Governo a cominciare a prendere le distanze da Bruxelles, per tutelare e realizzare l'Interesse Nazionale dell'Italia.

Per quello della Germania, della Francia e di tutti gli altri, ci dovranno pensare i loro governi.

23 maggio 2025

Voglio essere miliardario intenzionale

Il Pontefice Leone XIV ha solo pochi giorni fa ribadito, con logica e buon senso, che la Famiglia è solo quella formata da un Uomo e da una Donna (e aspetto sempre che mi si dimostri come due donne o due uomini possano procreare avendo un rapporto tra loro) ma ecco che la corte costituzionale ha inventato una nuova figura: quella della madre intenzionale.

Una donna che non è madre, ma che con un tratto di penna diviene tale, giusto per accontentare le pulsioni delle coppie formate da persone dello stesso sesso.

Il tutto andando a ravanare e cavillare su una legge di ben 21 anni fa.

Per 21 anni, tutto regolare, poi, una mattina, si son svegliati e hanno trovato l'inghippo: madre intenzionale.

Beh, allora se basta l'intenzione per vivere "come se fosse", allora io, che mi sento nello spirito un miliardario, voglio essere riconosciuto come miliardario intenzionale e ricevere dallo stato tutti i relativi benefici, a cominciare da un jet privato per i miei spostamenti lunghi e un elicottero per quelli brevi in modo da non dover subire il traffico causato dalle scelte urbanistiche di Lepore.

Chi vuole essere miliardario intenzionale ?

22 maggio 2025

Non fare di Israele il nuovo Sudafrica

Ieri, il Presidente Trump, rompendo un tabù lungo più di trenta anni, ha messo il presidente del Sudafrica davanti alle sue responsabilità nei confronti dei Bianchi del Sudafrica, oggetto di persecuzione.

Noi Occidentali abbiamo nascosto la testa sotto la sabbia in questi trenta anni per accreditare la favola della vittoria della democrazia in quello stato, quando invece si sta perpetrando un massacro nei confronti degli abitanti di origine europea che abbiamo abbandonato al loro destino (che si sono peraltro cercato deponendo le armi senza alcun accordo di spartizione preventivo del territorio).

Persino Wikipedia, per chi fosse interessato, accenna ad una Storia di migrazioni in cui nessuno aveva tolto la terra ad altri, men che meno i Boeri che, al contrario, resero fertile terre ostili, aride e poco abitate se non disabitate.

Su X vengono spesso pubblicati filmati in cui viene mostrata la aggressività e la violenza cui sono sottoposti i Boeri che hanno ritenuto di restare in Sudafrica.

Il Sudafrica è oggi ridotto così perchè noi Occidentali lo abbiamo isolato, abbandonato, costretto alla resa.

La stessa identica cosa che rischia di accadere in Israele.

Oggi infatti molte nazioni occidentali, Regno Unito e Francia in testa, stanno commettendo con Israele lo stesso errore fatto con il Sudafrica e, prima ancora, con la Rhodesia e nel 2011 con l'improvvida azione bellica (fuori tempo massimo) contro la Libia di Gheddafi.

Lo stanno abbandonando fornendo un formidabile assist ai suoi nemici i cui atti terroristici ci hanno accompagnato nel tempo tra dirottamenti aerei, stragi come quelle di Monaco e Fiumicino, crimini come quello dell'Achille Lauro, fino al 7 ottobre 2023.

E' inquietante vedere che noi Occidentali ma, soprattutto, Regno Unito e Francia, non abbiamo imparato nulla dai gravi errori del passato.

 

21 maggio 2025

La fascia Tricolore

Ha suscitato forti polemiche il gesto teatrale della neo eletta sindaco di Merano, della SVP e sostenuta dalla sinistra a cominciare dal Pd, che si è tolta infastidita la fascia Tricolore con la quale l'aveva cinta il sindaco uscente.

Il suo rifiuto (poi ha corretto il tiro dicendosi orgogliosa di essere Italiana, che avrebbe indossato la fascia e che era solo un "agguato" della Destra !!!) ha scatenato le legittime reazioni di chi lo ha interpretato come un gesto offensivo verso l'intera comunità nazionale.

Personalmente ritengo spregevole il gesto di rifiuto della fascia Tricolore, così come ritengo altamente spregevoli i latrati con i quali i portavoce dei vari partiti dell'opposizione di sinistra (che infatti hanno sostenuto quel soggetto) si schierano contro l'Italia e i nostri Interessi Nazionali, sostenendo le posizioni dei tedeschi, dei francesi, degli inglesi, pur di non sostenere la brillante azione in politica estera del nostro Governo e del Presidente Meloni.

Ritengo anche inqualificabile il silenzio in merito di un solitamente ciarliero Mattarella.

Detto ciò, per precisare quanto mi stia a cuore il Tricolore, penso anche che sia legittimo per un cittadino di lingua tedesca, non "sentirsi" Italiano e, anzi, non gradire di cingersi con il Tricolore che, per loro, rappresenta solo una occupazione avvenuta al termine di una guerra che noi abbiamo vinto e loro (al solito) persa.

Penso che se io venissi eletto sindaco di Bologna e volessero cingermi con una fascia di colore blu e 12 (o 27, non conosco bene quella bandiera che non è la mia) stelle, in un futuro distopico dove l'unione europea fosse anche una realtà politica, reagirei allo stesso modo.

Però uno deve essere coerente e se non vuole essere Italiano, non può neanche volere tutti i benefici che derivano dall'essere Italiano.

A cominciare dai corposi trasferimenti in denaro che, in seguito agli accordi con l'Austria, sin dal dopoguerra hanno arricchito l'Alto Adige e che continuano tuttora, rendendo quella provincia di regione a statuto speciale equiparata ad una regione, l'unica del Nord Italia che riceve da Roma più di quanto versi nel bilancio dello stato.

E questo perchè, dobbiamo riconoscerlo, in Alto Adige i nostri soldi li hanno messi a frutto, soprattutto in campo turistico, dando vita ad ingenti introiti.

Nessuna volontà di trattenere con forza gli altoatesini in Italia.

Pienamente disponibile ad accettare un referendum che sancisca il distacco dell'Alto Adige dall'Italia e la sua annessione all'Austria.

Ma sono certo che gli altoatesini sappiano far di conto e, anche solo per interesse economico, preferiscano continuare a dipendere da Roma che essere guidati da Vienna.

E allora, se vogliono restare con noi, devono rispettare leggi, costumi e simboli della Nazione Italiana e il presidente della repubblica dovrebbe esserci soprattutto per ricordare questo aspetto fondamentale della convivenza civile.

20 maggio 2025

L'inutilità dannosa della boria anglo francese

Inglesi e francesi hanno un glorioso e nobile passato da potenze mondiali e hanno contribuito alla civilizzazione del Mondo, con la presenza coloniale in tutti i continenti.

Sono stati, assieme agli spagnoli, i maggiori artefici del progresso di popolazioni rimaste all'età della pietra, portandole, con un balzo che, in pochi anni, ha superato secoli e anche millenni, nella modernità.

Ma, come tutti gli Imperi, anche i loro si sono sgretolati.

Prima e con maggiore rapidità quello francese evidentemente costruito in modo più approssimativo, con maggiore resistenza, anche nell'eredità lasciata, quello inglese, con il Commonwealth e, soprattutto, con la consapevolezza di aver passato il testimone ad uno stato che, non solo nella lingua principale e ufficiale, discende direttamente dalla Union Jack, cioè gli Stati Uniti d'America.

Purtroppo un malriposto orgoglio, condiziona i governanti anglo francesi nelle loro scelte, effettuate come se ancora avessero il dominio dei mari e delle terre conquistate.

Inglesi e francesi, prima di fare ulteriori danni, dovrebbero mettersi in testa che sono ormai rientrati nel gruppo e devono comportarsi con la discrezione e la diplomazia dell'Italia, posizionandosi, come piacerebbe dire a Prodi, "dietro" gli Stati Uniti.

E' dalla crisi di Suez del 1956 che si è capito quanto sia tramontato il Mondo in cui Londra e Parigi potevano dettare le loro condizioni.

Allora furono Stati Uniti e Unione Sovietica a costringere al ritiro gli anglo francesi.

Ma, evidentemente, a Londra e Parigi non hanno capito l'antifona così, nonostante i danni provocati dalla loro improvvida azione di aggressione contro la Libia di Gheddafi nel 2011 (in ciò istigati da Obama) che portò Berlusconi, sotto ricatto internazionale, a rompere l'intelligente trattato e unirsi all'aggressione, senza peraltro riuscire ad evitare il colpo di mano del novembre 2011 e ponendo le basi per l'invasione dei clandestini che ancora oggi non riusciamo a fermare anche per colpa di una parte di italiani che remano contro l'Italia, continuano a ronzare attorno alle questioni internazionali che sarebbero da trattare con una moral suasion più che con le minacce.

Lo vediamo con l'operazione militare speciale della Russia in Ucraina, dove Londra e Parigi sono i più esagitati bellicisti, ma sono trattenuti dalla presidenza Trump perchè non sono sicuri che, alla reazione russa, potrebbero contare sulla protezione americana.

E ieri lo abbiamo visto sulla crisi tra Israele e i terroristi di Hamas.

Regno Unito, Francia e Canada, ignorando l'inutilità, anzi l'effetto boomerang delle sanzioni contro la Russia, si sono messi a minacciare sanzioni contro Israele, l'aggredito !, se non smette di dare la caccia ai terroristi che cercano riparo usando i civili come scudi umani.

Ci sono troppe comparse che credono di essere attori protagonisti e questo comporta una cacofonia di voci che, lungi dal favorire, allontana ogni prospettiva di pace, perchè tutti, pur di mettere il proprio cappello su una eventuale soluzione, dicono la loro, polemizzano con il vicino, lo sgambettano se vedono che acquisisce una sua autonoma rilevanza e, alla fine dei conti, prolungano guerre e morti.

E, ancora una volta, mi domando cosa ci stiamo a fare in una alleanza con simili soggetti.

Non sarebbe sufficiente, per i nostri interessi, una solida alleanza a 360 gradi con gli Stati Uniti, per poi stipulare trattati bilaterali, di volta in volta, con tutti gli altri ?

19 maggio 2025

Macron è solo un Renzi che ce l'ha fatta

Continuo a domandarmi che ci stiamo a fare nell'unione europea se la principale occupazione del presidente francese è quella di provare a tagliare le gambe a chiunque emerga, per quelle capacità che lui non ha, come leader di riferimento dell'unione.

Come sta facendo contro la Meloni, incurante delle figuracce che colleziona (quando nega che sia sul tavolo un impegno militare nello stesso momento in cui il ministro della difesa inglese dice che hanno alcuni piani alternativi che non vuole rivelare), delle marce indietro cui è costretto e delle faticose telefonate in ginocchio a Trump con il viva voce, dopo essere stato allontanato dal colloquio con Zelensky.

Anche una (blanda) unione come è quella europea, costruita dai burocrati, avrebbe necessità di una base comune di Valori, Tradizioni e, soprattutto, Interessi che non ci sono.

L'atteggiamento spocchioso e arrogante di Macron respinge l'idea di una comunione di intenti e di interessi e la partecipazione dell'Italia, come ha ricordato Prodi, si è finora risolta con noi che stiamo "dietro" a Germania e Francia.

Inaccettabile.

Meglio che ognuno riprenda la propria strada e, soprattutto, la piena Sovranità, anche monetaria, per fare tutti quegli accordi funzionali all'interesse della propria Nazione, con chiunque e senza dover fare compromessi con altri 26 stati.

  

18 maggio 2025

Cultura e Merito

Dopo la preziosa aggiunta, al nome del ministero, del "Merito" che giustamente fa bella coppia con "Istruzione", il medesimo concetto, con la stessa parola deve essere applicato anche a "Cultura", al cui ministero competente andrebbe ugualmente aggiunto "e del Merito".

Da alcuni giorni La Verità sta pubblicando elenchi lunghi una pagina di prodotti cinematografici realizzati con un contributo dello Stato, cioè con soldi nostri, che si sono rivelati superiori, anche di molto, rispetto agli incassi ottenuti al botteghino.

In parole povere abbiamo pagato per produrre qualcosa che ci fa così schifo, da non andarlo neppure a vedere in sala (dove avremmo, tra l'altro, dovuto pagarlo una seconda volta).

Quasi SETTECENTOMILIONI delle nostre tasse sono assegnati alla produzione e diffusione di film che non piacciono e che resteranno per sempre negli archivi delle cineteche, senza utilità o ritorno alcuno.

Stiamo mantenendo in piedi, con i nostri soldi, società tecnicamente fallite che non hanno utili dalla loro attività.

Nel Libero Mercato, gli attori (sotto ogni accezione del termine) di quelle società dovrebbero cambiare mestiere.

Invece li paghiamo e anche tanto e li incensiamo con comparsate retribuite anche nella televisione di stato (le private facciano quello che vogliono, non ci costano nulla).

Ho letto che gli incassi al botteghino del cinema italiano ammontano a circa seicento milioni, cioè un po' meno dei contributi statali.

Ma questo significa che con seicento milioni, si possono ugualmente produrre film che, almeno, vengono visti dal pubblico e senza alcun onere dello stato, cioè senza dover sperperare i nostri soldi.

Nelle aziende in cui gli incassi non superano le spese, le prime riduzioni sono fatte sul costo del lavoro, ivi inclusa la retribuzione dei dipendenti.

Qui invece sembra che i compensi degli attori siano intoccabili, mentre dovrebbero essere parametrati ai risultati del botteghino.

Di recente la questione è stata affrontata, con la consueta profondità, da Marcello Veneziani con un editoriale ne La Verità, il cui titolo racchiude l'essenza di ogni discorso sui finanziamenti al cinema "E se il cinema camminasse sulle sue gambe?".

Avremmo settecento milioni di euro all'anno da poter destinare a questioni più utili o, magari, da utilizzare per ridurre l'enorme debito accumulato anche con regalie come quelle dei contributi per i cinematografari.

17 maggio 2025

La peggior sinistra di sempre


Non sono mai stato un estimatore della sinistra, al contrario, da quando ho memoria, sono sempre stato sulla barricata opposta.

Non ho mai avuto neppure stima per comunisti, socialisti, democristiani di sinistra, elenco che si allunga in pratica a tutto l'infame arco costituzionale degli anni Settanta, considerato che sotto il cappello del pci/pds/ds/pd si sono, alla fine, accucciati anche tutti i democristiani (persino Casini che nel 1994 sembrava avesse trovato un cuor di leone schierandosi con Berlusconi!), liberali (vedere alla voce Zanone), repubblicani e socialdemocratici.

Però c'era un rispetto dovuto alla mia personale convinzione che i comunisti, ma anche molti di quelli che successivamente si sono inginocchiati alla falce e martello, fossero in buona fede e, almeno a parole, sostenessero principi di equità e giustizia sociale sul piano teorico pienamente condivisibili, anche se l'esperienza pratica degli stati socialisti avrebbe dovuto, sin da allora, far comprendere il tragico errore in cui nuotavano.

Ma oggi ... non posso in alcun modo accreditare buona fede alle mistificazioni, alle infami azioni contro l'Italia, contro il nostro Governo, contro noi Italiani che vengono poste in essere per impedire che la volontà popolare si trasformi in quotidianità.

Non accredito buona fede, ad esempio, ai latrati per l'assenza della Meloni al tavolo dei disagiati che istigano Zelensky a continuare la guerra.

Non è buona fede berciare su quella assenza e tacere che la socialista Spagna di Sanchez non era presente, come il Portogallo, la Grecia e tutti gli stati scandinavi.

La Meloni è stata chiara: non ci vado perchè abbiamo detto "no" all'invio dei soldati Italiani in Ucraina.

Macron ha tentato di dire che non si è parlato di truppe in Ucraina (smentito da un ministro inglese che invece ha accennato ad iniziative e progetti di cui non parla per non dare vantaggi a Putin), ma così facendo ha dimostrato che l'assenza non è una esclusione da parte loro, bensì una autonoma, legittima, giustissima scelta di politica estera del nostro Governo che, in tal modo, rappresenta la maggioranza di noi Italiani che NON vogliamo entrare in guerra, NON vogliamo che anche uno solo dei nostri ragazzi possa morire per Kiev.

Se la sinistra vuole inviare soldati in Ucraina, per continuare a restare, come vorrebbe Prodi, "dietro" a Germania e Francia, ha una strada libera: si arruolino come volontari e vadano a combattere nella legione straniera che Zelensky ha istituito sin dal 2022.

Perchè non trasformano i loro latrati in azioni concrete e non partono per il fronte ?

16 maggio 2025

I dilettanti dell'informazione

Da due giorni ascolto e leggo i commenti sulla riapertura delle trattative tra Russia e Ucraina ad Istanbul.

Riepiloghiamo.

Zelensky, istigato da quattro disagiati che hanno passato a casa sua lo scorso fine settimana, continua a latrare come il tipo della barzelletta che, dopo aver tamponato un'auto, scende, gli urla contro e quando da quella macchina scende un gigante che lo gonfia di botte, ai suoi amici, dice: avete visto quante gliene ho dette ?

La Russia, dopo il rifiuto dell'Ucraina di cogliere l'occasione delle celebrazioni per la fine della seconda guerra mondiale per una tregua di tre giorni, propone di riprendere i colloqui, senza condizioni, a Istanbul.

L'Ucraina, istigata come sopra, prima pretende una tregua immediata di trenta giorni poi, con la moral suasion di Trump, acconsente ma pone come condizione la presenza di Putin e quindi Zelensky parte ugualmente per la Turchia.

E per giorni la stampa ci ricama sopra.

Ma da quando una trattativa inizia con l'incontro dei due presidenti, senza uno straccio di base ?

L'unico precedente simile che io ricordi fu quello di Sadat che, dopo la guerra del Kippur del 1973, volò in Israele per poi sottoscrivere un accordo di pace a Camp David, ma anche quel volo fu preceduto da innumerevoli contatti da parte dei "negri" o "sherpa", funzionari delle parti, con la mediazione americana, incaricati di predisporre un accordo accettabile dalle parti per evitare il fallimento dell'incontro.

Zelensky, con i suoi quattro istigatori, invece avrebbe voluto un incontro immediato con Putin, senza alcuna base predisposta e cosa avrebbe risolto ?

Sarebbe finita esattamente come Zelensky, da dilettante e improvvisatore quale è, finì la sua visita alla Casa Bianca.

Ma gli organi di stampa hanno creato l'evento che non c'è, non c'era, non ci doveva essere e adesso parlano di vertice "fallito", quando per fare un vertice occorre che ci siano le due parti d'accordo, mentre qui è stato solo un fuoco di fila di dichiarazioni a senso unico.

Zelensky (e i suoi quattro sodali) ha ormai stancato.

Vuole la pace o no ?

Se continua ad atteggiarsi da vincitore, da colui che impone condizioni, allora non resta che lasciarlo al suo destino, tanto le guerre finiscono sempre.

O con un accordo di pace, o con una delle parti che vince e impone le sue condizioni al perdente.

15 maggio 2025

Cattocomunisti: professione anti Italiani


I cattocomunisti continuano a chiedere, oltre alle quotidiane dimissioni dei ministri, che la Meloni "riferisca in parlamento".

Ne escono male, come ieri al premier time (una inutile baggianata con la pretesa di scimmiottare altre esperienze che non ci appartengono)  dove la Meloni ha infilzato la Schlein, Conte e tutta la corte dei miracoli cattocomunista.

Simili iniziative non servono a nulla, non rappresentano alcunchè di utile, non costruiscono altro che barriere.

Sono solo una vetrina nella quale nessuno ha mai l'ultima parola e vengono utilizzate per pagliacciate, come quella di Conte di alzarsi in piedi per Gaza (e sono felicissimo che il "mio" Governo sia rimasto a sedere!), di puro esibizionismo.

Hanno la stessa funzione delle trasmissioni televisive dei "professionisti dell'informazione", urlate, senza costrutto, finalizzate a non far capire nulla agli Elettori, ma solo all'esibizione di chi ha la battuta più pronta.

Una volta gli interventi del Presidente del Consiglio erano rari e mirati (e non parliamo di quelli del Presidente della repubblica, la cui autorevolezza è inversamente proporzionale alla quantità di parole e di messaggi che rilascia).

Le Tribune Politiche e quelle Elettorali affrontavano temi concreti, con rispetto dell'interlocutore e un moderatore che era realmente tale.

La Schlein, Conte e tutta la corte cattocomunista riescono solo a mettere in evidenza che il loro modo di fare politica è malato come la loro forma di democrazia.

Quando non sono in grado neppure di riconoscere il valore di un'azione di governo che porta beneficio a tutti gli Italiani, persino ai loro elettori e questo mi disturba molto !, vuol dire che non hanno alcuna conoscenza di quel che significa quella parola di cui tanto si riempiono la bocca: democrazia.

14 maggio 2025

Quanto è ancora affidabile Forza Italia ?

Ascoltando la radio e leggendo i quotidiani, rilevo una certa tendenza a rimarcare le distinzioni tra Forza Italia e Noi Moderati da una parte e Fratelli d'Italia con la Lega dall'altra.

E' vero che i "professionisti dell'informazione" sono specializzati nel seminare zizzania o, almeno, provarci, nel Centro Destra ingigantendo quelle differenze che sono naturali tra partiti differenti, ignorando e coprendo pudicamente le ben maggiori divisioni (spesso inconciliabili: pensiamo solo al voto nei referendum sul lavoro) nel campo più o meno largo cattocomunista, ma su Forza Italia aleggia anche l'ombra pesante dei figli di Berlusconi che mi sembra abbiano preso una brutta piega politica.

Le ultime dichiarazioni di Marina Berlusconi sono da respingere al mittente, così come il modo, fazioso e sbilanciato, con il quale persino in Studio Aperto vengono presentate le notizie politiche, con il pastone di ieri praticamente monopolizzato dai sostenitori dei referendum, quasi a tirare la volata al quorum.

Forza Italia, inoltre, pur non dando ad oggi alcun segnale, neppure sui referendum, di distinzione, aderisce a quel partito popolare che, come la dc in passato, chiede (e purtroppo prende) i voti dall'elettorato di destra dicendo cose di destra e poi si piega agli accordi con i socialisti, come nel parlamento europeo e come in Germania.

L'ambiguità di Forza Italia, che, sia pur solo nelle interpretazioni dei "professionisti dell'informazione", sembra ripercorrere le stesse strade imboccate da Fini contro Berlusconi, almeno in questa che corrisponderebbe ad una fase iniziale, indebolisce un Governo che è riuscito a sganciare l'Italia dal treno di Germania e Francia, per assumere una posizione autonoma, indipendente, sovrana, almeno nella politica estera.

Un'Italia che, per la sua importanza, per i numeri in economia, in popolazione, in produzione, è uno dei tre grandi stati dell'unione e potrebbe, DOVREBBE !, proporsi come catalizzatore di tutti quegli stati minori, a cominciare dall'Ungheria e dalla Repubblica Ceca, con i quali costituire un sindacato di blocco contro le derive della Von der Leyen, della Kallas, dei Macron, dei Merz, dei Sanchez, dei Tusk, della Ribero, della Lagarde e dei loro sodali.

Mi auguro che la mia sia solo una impressione che, volutamente, la manipolazione dei "professionisti dell'informazione" ha proiettato, ma conto sul fatto che la Meloni e Salvini non siano gli ultimi arrivati e, soprattutto, che gli elettori di Forza Italia non si facciano menare per il naso e scelgano un vero partito di Centro Destra sin dalle prossime elezioni.

Così, tanto per stare sul sicuro e senza alcuna animosità verso Tajani, Gasparri, la Bernini che probabilmente non meritano la nostra fiducia, almeno per quello che hanno dimostrato sino ad oggi.

 

13 maggio 2025

I loggionisti della politica

Ogni giorno, i "professionisti dell'informazione", a cominciare dalle rassegne stampa faziose del mattino (e con alcuni conduttori sono ben più che faziose), rilanciano le quotidiane urla belluine dei loggionisti della politica, assiepati sulla parte sinistra dell'emiciclo.

Ci fosse un provvedimento, uno solo, una dichiarazione, una sola, una iniziativa, una sola, che non provochino un coro animalesco che si riassume nella gara a chi la spara più violenta ed offensiva verso gli esponenti del Centro Destra.

La Schlein, Renzi, Calenda, Conte, strepitano come se loro fossero vergini da ogni responsabilità, ma per ben undici anni al governo ci sono stati loro e se non hanno risolto i problemi (al contrario ne hanno aggiunti altri), non hanno svelato i misteri del passato, non hanno sanato i conti pubblici (al contrario li hanno scassati ancora di più), non sono credibili quando si oppongono ad una azione di governo che, con il poco che hanno lasciato loro, sta ricostruendo il nostro tessuto economico e sociale.

Ma il settore in cui si esibiscono al loro meglio è la politica estera.

Se la Meloni è presente, unica delle grandi nazioni europee, al giuramento del nuovo Presidente degli Stati Uniti, la criticano e la criticano se invece non si presenta di persona ad una inutile trasferta di massa a Kiev (e pensate cosa avrebbero detto se ci fosse stata la Meloni nel tavolo in cui è stato ripreso quell'oggetto bianco che Macron ha subito nascosto in mano).

Dal mio punto di vista la Meloni sbaglia nel continuare a ribadire il suo sostegno a Zelensky, anche se da qualche tempo non è più un sostegno ad personam, ma alla nazione ucraina, ma, almeno, la nostra politica estera è autonoma e non procede, come piacerebbe ad un vecchio parruccone della sinistra, "dietro a Germania e Francia".

Del resto la frenesia mostrata dai quattro nani che si sono recati a Kiev è vuota di significato.

Avevano posto come conditio sine qua non per intavolare i negoziati, l'immediata tregua senza condizioni a partire da lunedì 12 e, siamo a martedì 13, non solo la Russia li ha ignorati, ma persino Zelensky, seguendo intelligentemente le indicazioni di Trump, ha detto che andrà ad Istanbul anche senza tregua.

Quel è stato dunque il risultato del fine settimana a Kiev ?

Uno zero assoluto, esaltato solo dai nostrani "professionisti dell'informazione" che, con lo spread che scende, l'inflazione contenuta, l'economia che regge, non hanno altra scelta per boicottare il Governo Meloni, che dar conto degli strepiti dei loggionisti della politica.

12 maggio 2025

Convinta astensione ai referendum

Il primo referendum abrogativo fu nel 1974, dopo quattro anni di difficile parto della relativa legge, con il quale si proponeva di abolire la legge sul divorzio.

Grande partecipazione e vinsero i divorzisti 60 a 40.

In seguito, soprattutto per colpa dei radicali, lo strumento di democrazia diretta fu svilito, abusato, reso un'arma di disturbo per chi non aveva altro scopo che creare scandalo per farsi pubblicità.

Pessima la concessione, complice la corte costituzionale, di poter mettere ad abrogazione solo parti delle leggi per poter ribaltare la volontà del legislatore.

In alcune occasioni sono stati sottoposti al voto una decina di quesiti.

Giusto e ovvio che gli Elettori abbiano mandato a spendere gli organizzatori e i quesiti referendari.

C'è però una legge che lo regola e, a differenza del referendum confermativo delle modifiche costituzionali, è previsto un quorum di partecipanti al voto, la metà degli aventi diritto più uno, perchè il referendum abbia validità.

E' quindi esplicitamente previsto che il Popolo decida di non andare a votare, esprimendosi così sulla natura del referendum e bocciandone la richiesta.

Ed è altrettanto ovvio che questa è una carta in più a favore di chi si oppone alla abolizione della legge (o parte di essa) sottoposta a referendum.

A differenza delle politiche e delle amministrative, io posso quindi manifestare la mia volontà non andando alle urne e incidendo sul risultato.

Alle politiche e alle amministrative, se non vado alle urne decidono per me quelli che ci vanno, nel referendum il mio non voto è importante per costruire una maggioranza.

Quindi non votare non solo è legittimo, ma è una valida opzione da considerare da parte di chi non condivide il quesito referendario.

Poi sarebbe da fare il discorso su una nuova legge.

Aumentare le firme per richiedere il referendum, limitare gli argomenti che possano essere sottoposti a referendum, contemplare l'abolizione di tutta una legge e non solo di parti di essa, chiedere una cauzione agli organizzatori che lo stato incasserebbe in caso di partecipazione inferiore ad una data percentuale (magari quel 50% più uno di adesso) ma abolire il quorum per la validità della consultazione.

Se ne è parlato tanto in passato, ma non se ne è fatto mai nulla, perchè ?

Perchè anche quelli che oggi si stracciano le vesti contro chi invita all'astensione, in passato hanno avuto il loro interesse alla attuale formulazione della legge che, pertanto, è immutata da cinquanta anni.

Quindi asteniamoci in massa e bocciamo l'abuso di uno strumento nato bene e cresciuto male.

11 maggio 2025

I nani che ostacolano la pace

India e Pakistan hanno raggiunto una faticosa e instabile tregua.

Perchè là sì e in Ucraina e Medio Oriente, no ?

Le ragione sono, ovvio, molteplici, ma credo ve ne sia una che rappresenta il filo conduttore: tra India e Pakistan l'unione europea e i nanerottoli di Germania e Francia non hanno messo becco, mentre in Ucraina e in Medio Oriente è un continuo soffiare sul fuoco.

Plasticamente lo si è visto ieri con la trasferta di Merz, Starmer, Macron e Tusk a Kiev, dove, istigati da Zelensky che, con la pace, potrà solo tornere a suonare il pianoforte con il pene perchè altro non può fare, hanno abbaiato a Putin, previa acquisizione di rassicurazioni da parte di Trump.

Sono contento che la Meloni non si sia prestata a simile sceneggiata, partecipando ai colloqui (inutili) solo in video conferenza, marcando l'estraneità dell'Italia ad ogni velleità di spedire nostri militari in Ucraina.

Se proprio vogliono, siano tedeschi, inglesi e francesi a mandare a morire i loro figli per Kiev.

L'inutilità del costoso incontro si è palesata oggi, con la proposta di Putin a Erdogan di riaprire i colloqui diretti con l'Ucraina, cui è seguito l'applauso di Trump e la stizzosa reazione di Macron che non sa neppure mascherare i suoi sentimenti negativi come, almeno, riescono a fare Starmer e Merz.

Capisco che "finchè c'è guerra c'è speranza", come titolava un fortunato film del grande Alberto Sordi e che senza guerra i succosi incassi che banche e aziende siderurgiche tedesche e francesi stanno già sognando, verrebbero meno, ma sarebbe proprio così grave avere qualche dividendo in meno in cambio di migliaia di morti e feriti in meno ?

10 maggio 2025

Spendere bene per le armi

Le, per ora, scaramucce tra India e Pakistan per la supremazia in quell'angolo del mondo, possono fornire al nostro Governo alcune indicazioni sulle armi necessarie, oltre a quelle che già sono arrivate da Israele e dall'operazione militare speciale della Russia in Ucraina.

Il Ministro Crosetto ha dimostrato di "essere sul pezzo" quando, alcuni mesi fa, ha ricordato che se venissero lanciati contro l'Italia i missili che vengono lanciati contro Israele, andrebbero tutti o quasi a bersaglio.

Quindi la priorità è nel creare, praticamente da zero, una rete di protezione che possa intercettare un numero sempre maggiore di ordigni, droni, missili, aerei, che venissero lanciati contro di noi.

Soprattutto nell'ottica per cui chiunque, persino i terroristi palestinesi, di Hamas, Hetzbollah, Houthy, riescono a comprare e lanciare numerosi strumenti di morte.

Quindi una spesa oculata è di comprare un sistema di difesa che sia uguale a quello israeliano che credo sia una combinazione tra produzione americana e innovazione israeliana.

In secondo luogo è importante la difesa del territorio in modo che si sia in grado di contrastare una eventuale invasione.

Occorre quindi avere dei riservisti pronti al richiamo, con il ripristino del servizio di leva obbligatorio perchè "la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino", ma anche mezzi, soprattutto carri armati, efficienti e in grado di affrontare una avanzata nemica e rispondere con specifica precisione.

L'inizio dell'operazione speciale fu un bagno di sangue per i russi, i cui carri furono bersagliati dalla più moderne armi occidentali fornite agli ucraini, anche se, comunque, i Leopard 2 tedeschi e persino gli Abrams, furono colpiti dai russi appena utilizzati dagli ucraini.

Probabilmente, con l'esperienza dell'Ariete, la soluzione migliore sarebbe un carro di produzione nazionale, adatto al terreno in cui si richiede il suo utilizzo e chi, meglio di noi Italiani, potrebbe costruirlo ?

Infine mezzi offensivi, come gli aerei da combattimento.

Le ultime scaramucce indopakistane hanno mostrato la vulnerabilità degli aerei forniti dalla Francia all'India.

Anche in questo caso la produzione nazionale sarebbe più indicata per capacità, tecnologia e inventiva.

In sostanza, se si legge che le banche tedesche (in crisi fino ad oggi) si stanno già leccando i baffi per i cospicui introiti previsti dalla corsa al riarmo voluta dalle due fanatiche di Bruxelles, posto che comunque anche l'Italia dovrà dotarsi di Forze Armate e di mezzi adeguati ai conflitti di oggi, perchè dovremmo finanziare i guadagni di tedeschi e francesi e non invece ricorrere alla produzione nazionale, aiutando le nostre aziende produttrici di armi e le nostre banche ?

09 maggio 2025

Uno yankee in Vaticano

C'era chi si aspettava un Italiano, chi sperava di distruggere quel che rimane della chiesa con un "papa nero" e invece è arrivato uno yankee.

O, almeno, io mi auguro che sia uno yankee nell'accezione che viene usata da chi non ama gli Stati Uniti.

I giornali radio e i quotidiani di questa mattina sono pieni di frasi, di citazioni, di occasioni nelle quali il nuovo papa ha presenziato a questo o quello.

Siamo già al punto delle dichiarazioni tipo "un grande amico. Cinquanta anni fa lo incrociai in stazione e mi chiese se avevo da accendere", ecco il livello della conoscenza è più o meno quello.

Ho già citato il caso di Mastai Ferretti, eletto con una nomea liberale e ricordato nei libri di storia per aver agito esattamente nel modo opposto.

Penso che il papa potrà essere giudicato dai fatti concreti, nel tempo e, soprattutto, dalle risposte che darà nei momenti di crisi, perchè quando tutto va bene, chiunque fa bella figura, è quando ci sono situazioni critiche che emerge la vera tempra di una persona.

Sento molti tirare un sospiro di sollievo perchè non è stato eletto Zuppi, ma anche in quel caso, avremmo dovuto attendere i fatti e le azioni concrete.

Altri cercano di interpretare il nuovo papa dai "segnali", come il nome "Leone" che è quello della dottrina sociale, ma anche di chi fermò Attila, oppure per aver ripristinati mozzetta e stola, che è come dire il "giacca e cravatta" dei laici, dopo lo stile "casual" e volutamente pauperista di Bergoglio sin dalla prima apparizione.

Sicuramente è stato uno spottone per la chiesa cattolica che, almeno in un primo momento, aumenterà le adesioni, poi, quando la sbornia del conclave sarà terminata, ci saranno quelli che criticheranno la parolina sugli omosessuali, il rifiuto dell'insegnamento gender o anche solo la stretta di mano con Trump.

E altri inorridiranno per qualche frase sull'ambiente, sull'accoglienza, sul ruolo delle donne e l'inclusione nella chiesa.

Tutto normale, del resto non si condivide al 100% neppure la posizione del proprio partito e del leader di riferimento e altrettanto vale per una religione.

Come ho già scritto, a me piacerebbe che il nuovo papa volasse alto e potesse darmi delle motivazioni per avere quella Fede che non ho e, forse, al di là dell'indottrinamento dell'infanzia, non ho mai avuto.

Se ci riuscisse, lo giudicherei un grande papa.

08 maggio 2025

Il prezzo della Libertà

Il parlamento ormai è solo un palcoscenico dove ognuno espone il proprio copione e le uniche cose interessanti arrivano dai banchi del Governo, perchè da lì arrivano le uniche iniziative concrete, gli altri fanno solo propaganda, senza assolvere minimamente a quello che sarebbe il doveroso compito delle opposizioni di essere propositivi.

Ieri la Meloni ha svolto una lunga sessione di risposte, sintetiche, a domande spesso inutili, anzi, tutte inutili, dei cattocomunisti.

Il nostro Presidente del Consiglio ci ha offerto numerosi spunti, ma voglio oggi prendere quello più ostico alla sinistra: l'aumento al 2% del PIL della spesa militare.

Come ha ricordato la Meloni, è un impegno preso sin dal 2014 e mai rispettato.

La sintesi è che per poter difendere la nostra Libertà dobbiamo pagare un prezzo e questo prezzo è il destinare risorse per le nostre Forze Armate, per dotarle di armamenti efficaci e moderni e remunerazioni adeguate al rischio che corrono.

Ma anche, aggiungerei, per aumentare gli effettivi disponibili e questo si può ottenere solo con la reintroduzione del servizio militare obbligatorio, abbandonato nel 2005, ma già in precedenza indebolito dalla previsione dell'obiezione di coscienza.

L'aumento è minimale (attualmente siamo all'1,6) ma muoverebbe un discreto giro di affari da veicolare esclusivamente verso le aziende italiane del settore armi, non certo per foraggiare la ripresa industriale tedesca o francese.

Soprattutto, però, le Forze Armate italiane non devono essere assoggettate, in tutto e neppure in parte con la destinazione, magari, di qualche reparto d'elite, non dico al comando, ma neppure ad un potere di indirizzo devoluto a Bruxelles.

Le fanatiche esternazioni della Von der Leyen e della Kallas non offrono alcuna garanzia di un utilizzo saggio e misurato della forza che può scaturire dal rinunciare al comando su reparti importanti delle nostre Forze Armate.

Quindi armi sempre moderne, aumento degli effettivi tramite, da un lato, migliori condizioni economiche per i professionisti e, dall'altro, il ripristino del servizio di leva per avere a disposizione Riservisti o anche una Guardia Nazionale che possa mobilitarsi alla necessità.

Questa si chiama deterrenza, convenzionale, certo (ma personalmente credo che l'Italia dovrebbe uscire dal trattato di non proliferazione delle armi nucleari per dotarsi di un suo arsenale anche atomico a controllo nazionale) ma che, come sta dimostrando la guerra in Ucraina e contro i terroristi palestinesi, continua ad essere lo strumento principale per la difesa degli stati sovrani.