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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

16 agosto 2018

Ma chissenefrega dello spread ?


Ci risiamo.
Agosto, mercati movimentati da poche operazioni, mirate ed eseguite da squali della speculazione.
In Italia, dopo sette anni, c'è un Governo che risponde al Popolo e non ai burocrati di Bruxelles ed ecco che riappare, rilanciato dalla stampa serva e interessata a danneggiare il governo populista, danneggiando nel contempo l'economia nazionale, la divinità montiana dello "spread".
Al quale dovremmo inchinarci tremebondi, rinunciare alla nostra Sovranità, alla nostra Indipendenza, alla nostra Dignità.
Il novello Moloch del terzo millennio, vuole un nuovo sacrificio di sangue, dopo quello pagato dalla Grecia e punta sull'Italia che ha bocciato nelle urne il favoriti della feroce divinità.
Come nel 2011, l'obiettivo è sostituire al Governo voluto dal Popolo, un fantoccio, maggiordomo del dio.
Ma diversamente dal 2011 si opera in un contesto differente.
Intanto la più potente nazione del mondo ha un presidente differente, ugualmente inviso al dio, tanto quanto il precedente ne era succube.
Poi chi è al governo in Italia non ha aziende da lasciare in eredità, quindi non è ricattabile.
Poi gli Italiani hanno capito che lo spread è l' "uomo nero" di quando eravamo bambini, agitato dai genitori (e adesso dalla matrigna Europa) per farci stare zitti.
Questa volta non resteremo in silenzio, perchè abbiamo perso sette anni, nei quali, anche con i nostri soldi, la banca centrale europea ha comprato a mani basse titoli di stato, mentre noi siamo stati ad implorare la "concessione" di indebitarci di uno zero virgola in più, inutile per intervenire con forza per rilanciare l'economia, utile solo a sperperi clientelari nel tentativo (fallito) di conquistare un voto di conferma al potere per i maggiordomi di Bruxelles.
La tragedia di Genova ha scatenato la caciara della stampa serva, con la liturgica ricerca del colpevole e gli ammonimenti su manutenzione e controlli.
Con quali soldi se proprio i beniamini di chi chiede manutenzione e controlli li hanno spesi per tutt'altre finalità, di gran lunga meno importanti ?
Quanti soldi sono stati buttati per pattugliare il Mediterraneo non al fine di proteggere i nostri confini, ma per raccogliere e trasportare naufraghi seriali, provenienti non da uno o due naufragi, fatalità che impone la massima solidarietà, ma da dieci, cento, mille imbarcazioni mandate allo sbaraglio proprio perchè c'erano i "salvatori", con scritto in fronte "Jocondor" ?
Quanto per il trasporto in Italia, l'alloggiamento in Italia, le cure in Italia, l'istruzione in Italia, il mantenimento in Italia di quei disgraziati trasformati dai loro aguzzini in armi lanciate contro di noi ?
Quanto c'è, nelle pieghe dei bilanci dello stato e degli enti locali, in elargizioni ad associazioni private come l'Anpi e circoli pseudoculturali di ogni sorta ?
Quanto c'è, nelle pieghe del bilancio dello stato, di finanziamenti a giornali che predicano la legge di Mercato (per gli altri) ma per se stessi chiedono sconti e agevolazioni ?
Quanto c'è, nelle pieghe dei bilanci, di elargizioni a "nani e ballerine", per produrre film e spettacoli che interessano uno spicchio limitato di cittadini e poi "dopo soli pochi mesi dalla prima in sala" vengono trasmessi in televisione (come recita una pubblicità che non si rende conto di certificare un flop, visto che se il film avesse avuto successo, non sarebbe rimasto in sala solo pochi mesi) ?
La vera "spending review" non è quella di Cottarelli che tagliava là dove avevano interessi i burocrati di Bruxelles e continua a girare le trasmissioni parlando contro la riduzione delle tasse o l'abolizione della Fornero perchè troppo onerose, la vera spending review è la soppressione di tutte quelle miriade di voci che si sono accumulate nel tempo, come una rendita perpetua.
Sì, lasciamo fare al Mercato e se un giornale non ha lettori, non raccoglie pubblicità, non vende, allora è giusto che chiuda, così come è giusto che un flop al cinema o a teatro o culturale sia pagato da chi lo produce o non veda proprio la luce se chi lo produce non è in grado o non vuole anticipare i costi, evidentemente non avendo fiducia nel prodotto.
E che dire delle altrettante miriadi di sovvenzioni, sotto varie voci, ma tutte finalizzate al sostentamento di chi perde un lavoro o di chi ha un reddito insufficiente per una vita dignitosa ?
Quindi i soldi ci sono per tagliare le tasse, per rottamare la Fornero e anche per rivedere tutto il sistema solidaristico per chi perde il lavoro o non riesce a trovarlo pur cercandolo (non certo per chi pensa di incamerare soldi, spassandosela sulle spalle altrui) che, se vogliamo possiamo chiamarlo "reddito di cittadinanza" (meglio "reddito di nazionalità" perchè dovrebbero essere esclusi coloro che non sono Italiani).
E se nella fase iniziale non bastano, Bruxelles non ha alcun titolo per impedirci di fare debito per gli interessi dell'Italia e degli Italiani, come possono essere opere pubbliche essenziali quali strade, ponti e ferrovie, con le loro manutenzioni.
Lo spread è la favola inventata per tenerci sottomessi e impedire che la creatività, la fantasia e lo spirito Italiano possa innescare un nuovo Rinascimento che, non a caso, partì da un'Italia che, pur divisa, ricercava una propria autonomia nelle "piccole Patrie" locali.
Se ci facciamo trattare da sudditi, resteremo sempre dimessi e impoveriti.
Ma se avremo il coraggio di liberarci dal giogo di Bruxelles, riacquisteremo, con la nostra Sovranità e Indipendenza anche Dignità e Libertà.
Anche di costruire e far funzionare le nostre infrastrutture.



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