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28 maggio 2013

Gli astensionisti consegnano l'Italia ai comunisti

Il voto amministrativo ha due effetti.
Uno pratico, che riverbera sugli amministrati ai quali si può dire: chi è causa del suo mal pianga se stesso e, così, come per i bolognesi che hanno Merola dopo aver avuto Del Bono e Cofferati, altrettanto si può dire di Milano con Pisapia e di tutti i comuni che eleggono il candidato pci/pds/ds/pd.
L'altro psicologico e questo danneggia tutti, perchè già si sente di "successo" dei comunisti.
In realtà il "successo" è dovuto all'astensione, perchè una città come Vicenza non può eleggere un sindaco comunista (sì, lo so che proviene dalla dc, ma Variati aderendo al pci/pds/ds/pd si presta a fare il gioco dei comunisti, quindi essendo funzionale al partito comunista merita di essere qualificato come tale) al primo turno e, infatti, grazie a quel 40% di astensionisti è stato eletto solo dal 30% degli elettori.
Analogamente a Roma (dove hanno una prova di appello fra due settimane) come si può pensare ad un Marino come sindaco ?
E infatti lo pensa il 20% dell'elettorato che, grazie a quel 50% di astensionisti, viene percepito e pubblicizzato com il 40%.
Colpa di chi, come Bondi, alla vigilia del voto spara baggianate, ma anche di chi non si impegna attivamente in politica per evitare che esistano troppi Bondi, quindi anche mia.
Del resto si guadagna meglio e si ha più tempo libero per coltivare i propri interessi evitando la politica praticata.
E' uno sbaglio, perchè così si lascia la politica a chi la usa, non a chi la interpreta come servizio.
Riflettiamoci, ma l'astensionismo è comunque una risposta sbagliata.


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