Nel 2014, alla vigilia delle elezioni europee nelle quali ottenne il 40% dei voti, Matteo Renzi distribuì un regalone a qualche milione di italiani: 80 euro.
Sembrava l'inizio di un Bengodi generalizzato, tutto illustrato a colori con le diapositive che il rampantino fiorentino chiamava "slides" perchè, si sa, dirlo in inglese è più raffinato.
Io degli 80 euro non ho visto neppure un centesimo e non conosco nessuno che li abbia incassati, ma per pagarli (qualcuno li avrà pur presi !) so che mi hanno aumentato dal 20 al 26% la tassazione sui risparmi, e dal 12,5 al 20% quella sui fondi pensione.
Una rimessa secca per milioni di Italiani.
Un costo stimato e a bilancio di dieci miliardi di euro.
In questi giorni, per accontentare la unione sovietica europea (e non vedo perchè la si debba accontentare) Di Maio e Salvini si arrabattano per cercare 3-4 miliardi.
La regalia di Renzi può essere tranquillamente abolita, recuperando dieci miliardi, perchè per tutelare la fascia debole della popolazione ci sarà il reddito di cittadinanza che dovrebbe inglobare e assorbire tutte le voci di spese assistenziali.
Allora sì che il reddito di cittadinanza non solo avrebbe un senso, ma potrebbe essere erogato ad una fascia maggiore di cittadini e con un importo adeguato.
E probabilmente avremmo anche un resto da mettere in conto della flat tax per tutti gli Italiani e non solo per le partite iva o a decurtazione del debito pubblico fatto negli anni settanta dalla collusione tra cattolici, comunisti e socialisti e aumentato di cinquecento miliardi nei soli sette anni di governi euro cattocomunisti da Monti a Gentiloni, passando per Letta e Renzi.
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