Così uno critica la chiusura dei porti e le autonomie regionali, l'altra mette all'indice la flat tax e il terzo sorveglia l'ortodossia dei primi due.
Praticamente un megafono di Bruxelles, Juncker non avrebbe saputo fare meglio (o peggio ...).
Il blocco, severo e senza tutte quelle eccezioni che ancora vediamo, dell'immigrazione clandestina, la sicurezza dei cittadini anche attraverso norme che ne liberino le capacità di autodifesa, le autonomie regionali e la riduzione delle tasse con una flat tax applicata in modo massivo, rappresentano invece la strada maestra per rilanciare l'Italia e il nostro ruolo nel mondo.
Sicuramente sono provvedimenti che non piaceranno all'unione sovietica europea che vuole un'Italia suddita, ai vari maggiordomi che vorrebbero la procedura di infrazione per domare la "provincia ribelle", ai sindacati che, come tutta la sinistra, sono sempre stati internazionalisti e antiItaliani.
Ma è proprio nella loro ostilità che risalta la necessità di tali provvedimenti.
Fare il contrario di quel che ci "chiede l'europa" e di quel che vuole la sinistra, significa ricominciare a fare gli interessi dell'Italia e degli Italiani.
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