Avranno i loro rigurgiti, come è maturale che sia in ogni elezione, ma l'erosione del potere cattocomunista, in Emilia Romagna ma non solo, esiste ma è resa evidente dalla liberazione di due comuni capoluogo come Forlì e soprattutto Ferrara, da settanta anni in mano al pci/pds/ds/pd.
Non illudiamoci, il potere cattocomunista in Emilia Romagna è ancora molto forte, appoggiandosi sui sindacati (soprattutto i vecchi pensionati), sulle coop e, almeno finchè comanderà Bergoglio, sulle parrocchie.
Proprio per questo la vittoria di Ferrara e Forlì è ancora più rilevante, perchè la Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia potevano contare solo sulla forza delle idee e sulle personali capacità di parlare e interpretare il sentimento del Popolo.
Come non sono riusciti i cattocomunisti immigrazionisti ed europeisti.
Adesso il rischio è di sbagliare, come già fece Guazzaloca a Bologna dopo il trionfo del 1999, rinunciando a perseguire i propri ideali, anche a costo di uno scontro a tutto campo con il potere tuttora esistente e che, tramite le strutture ben radicate nelle amministrazioni, cvercherà in ogni modo di disinnescare il cambiamento.
Come stanno facendo al governo alcuni ministri di osservanza quirinalizia.
E come dovranno essere accantonati, anche loro, esattamente come lo spoil system dovrà essere incisivo e veloce a Ferrara e Forlì.
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