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No alla deriva

No alla deriva
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02 gennaio 2021

Il tempo delle pecore

Abbiamo passato anche l'ultimo dell'anno più di clausura di ogni tempo.

Non mi lamento per essere rimasto in casa, è anche piacevolequando è una libera e volontaria scelta, mi mandano in bestia le dichiarazione di Conte, dei suoi ministri e dei virologi (ultime che ho letto di quel Pregliasco che ogni anno, di questi tempi, si presenta sghignazzando davanti alle telecamere o ai microfoni per dare il bollettino delle influenze) che dicono che anche dopo il 6 gennaio non potranno "concedere" maggiori libertà.

Concedere ?

Adesso essere liberi di circolare, di lavorare, di riunirsi, di andare fuori a cena è una "concessione" reale ?

Già, un parlamento di pecore ha votato ad ottobre la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio (e temo continuerà a prorogarlo) e lo stesso parlamento di pecore ha legittimato un coprifuoco che ormai dura da mesi, che neppure in periodo di guerra è stato così lungo.

Un governo di sbandati, che accettano lo sbarco di orde di clandestini, ha sguinzagliato gli sbirri (perchè in questo caso tali sono!) per sanzionare i pericolosi festaioli del sabato sera e di capodanno, facendo leva sui peggiori e più abietti sentimenti degli uomini peggiori e più meschini che sono i delatori, i vicini che informano gli sbirri di riunioni e feste in case private.

Ma siamo pecore anche noi che non andiamo oltre a inutili e inefficaci proteste digitando sulla tastiera la nostra indignazione, sperando che QUALCUN ALTRO reagisca anche per noi.

Certo, individualmente non abbiamo alcuna possibilità, verremmo schiacciati dalla macchina del potere.

Per questo esistono le associazioni e, soprattutto, i partiti e quelli di opposizione in primo luogo.

Sono loro gli unici che possono, organizzando migliaia di persone e dando rappresentanza a milioni di Italiani, reagire, ribellandosi ad un abuso che soffoca la Libertà nel nome di una sicurezza sanitaria che, come è dimostrato dal dato dei decessi in Italia, è una falsa illusione.

Se possono, quelli che disegnano nei loro convegni la società del futuro ambientalista e tecnologico, un futuro disumano e disumanizzante, per conseguire i loro scopi senza doversi confrontare con la legge basilare della democrazia (il voto), continueranno a prorogare lo stato di emergenza, coprifuoco e divieti, soprattutto per tenerci distanti e diffidenti l'uno dell'altro e continuare a fare i loro sporchi interessi.

Intanto, cominciamo con il ricordare, prima di tutto a noi stessi, che la Libertà non è una "concessione" del Conte di turno, ma uno stato naturale di ogni Uomo, un diritto inalienabile e non negoziabile.

Noi non siamo pecore.


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