Lasciando perdere i ritardi e la disorganizzazione, la domanda che noi cittadini ci stiamo ponendo, tranne alcuni talebani che hanno sempre certezze pronte all'uso nel nome di una fede spesso mal riposta, è se vaccinarsi o no quando sarà il nostro turno.
Non tutto il male viene per nuocere e quindi i ritardi nella somministrazione delle dosi disponibili consentono di vedere "l'effetto che fa" (sperando che i media servi di regime diano conto degli effetti collaterali che si dovessero manifestare o, quanto meno, che se ne possa aver contezza tramite i "social").
Da quattro anni, dall'inverno successivo a quello in cui compii sessanta anni, sono vaccinato contro l'influenza.
Non sono quindi aprioristicamente contrario ai vaccini, anche se venendo da una generazione che ne ha fatti pochi ma significativi (a memoria vaiolo, polio e le punture antitetaniche e polivalenti del servizio militare) sono perplesso sulle vaccinazioni per malattie che quelli della mia età hanno avuto e superato benissimo come morbillo e varicella e, ancora di più, lo sono per le quantità di vaccinazioni (addirittura ho letto polivalenti per 12 tipologie di malattie).
Da liberale sono anche contrario ad ogni costrizione, ritenendo la Libertà dell'Individuo il bene primario da tutelare, quindi se uno vuole vaccinarsi è libero di farlo, così come uno che non voglia vaccinarsi è ugualmente libero di non farlo senza subire alcun tipo di discriminazione nè sul lavoro, nè nella vita sociale.
I talebani del vaccino dicono che uno che non si vaccina mette a rischio gli altri.
Ma se chi vuole vaccinarsi, procede con il vaccino ed è convinto dell'efficacia del vaccino, non dovrebbe avere alcun timore e, al più, chi non si vaccina metterebbe a rischio solo altri che non vogliono vaccinarsi.
Altri talebani ne fanno una questione di costi sanitari e vorrebbero escludere dalle cure del servizio sanitario pubblico chi non si vaccina e dovesse ammalarsi.
Anche in questo caso si tratta di una isteria ingiustificata, perchè il servizio sanitario è per l'appunto pubblico, ma non per libera adesione, bensì per obbligo di legge e tutti, anche chi non si vaccina, ha contribuito e contribuisce al suo finanziamento, pagando medici, strutture, medicine e apparecchiature.
Escluderli sarebbe una discriminazione compensabile solo con la liberalizzazione del sistema sanitario e la restituzione, a chi optasse per un sistema sanitario privato, di tutto quello che ha versato negli anni, maggiorato di interessi e rivalutazione monetaria, oltre a rimuovere ogni successivo addebito.
Evidente che un sistema sanitario pubblico senza il contributo di una parte consistente di finanziatori sarebbe destinato al collasso, soprattutto dovendo restituire quanto sottratto negli anni.
Quindi l'unica strada è la LIBERTA' di scelta, da rispettare qualunque indirizzo prenda.
Ma difendere la libertà di scelta non basta, perchè ci sono risposte specifiche che devono essere fornite e non lo sono, ai dubbi sul vaccino contro il morbo cinese.
Se per l'influenza, quattro anni fa, ho fatto la scelta di vaccinarmi dopo aver visto almeno un ventennio (e forse più) di utilizzo di tale prodotto, contro il virus cinese non c'è alcuna conferma circa i suoi effetti e, anzi, è lo stesso bugiardino che dice che non si conoscono gli effetti collaterali a lungo termine.
E' naturale, essendo un prodotto appena messo sul mercato dopo appena dieci mesi di ricerca.
Non abbiamo dati sufficienti perchè non c'è stato tempo sufficiente per analizzare gli effetti a lungo termine e neppure se sia necessario ripetere la vaccinazione ogni anno come è per l'influenza.
Per ora ci viene raccontato che gli effetti immediati sono di scarsa rilevanza e quelli più gravi sarebbero limitati a poche unità.
Sono anche d'accordo nel concedere l'immunità a ricercatori e case farmaceutiche per gli eventuali effetti collaterali, perchè loro, sollecitati dalle necessità, hanno presentato un prodotto che non ha usufruito dei tempi abituali per poterlo testare compiutamente.
Non sono invece d'accordo nell'assenza di una assunzione, piena e totale, di responsabilità da parte dei governi che vogliono inoculare il vaccino nei cittadini.
Se i governi ritengono che l'esigenza primaria sia quella di soffocare il morbo cinese e ritengono che l'unica strada sia quella della vaccinazione di massa, si assumano la responsabilità sì di tenere manlevate le case farmaceutiche, ma anche di prestare ogni tipo di cura e assistenza, piena e totale, a quei cittadini che oggi, come fra dieci anni dovessero subire le conseguenze di una vaccinazione accelerata nei tempi.
Probabilmente, davanti ad una tale assunzione di responsabilità dei governi che assicurerebbe ogni assistenza, cura e sussidi a chi dovesse subire conseguenze negative dal vaccino, qualche cittadino in più sceglierebbe, liberamente, di farsi vaccinare.
Un ulteriore punto riguarda la scelta del vaccino.
Vi sono numerosi prodotti da più case farmaceutiche, ma sostanzialmente i vaccini si dividono in due tipi: tradizionale, che ha cioè seguito le modalità abituali per la sua preparazione e innovativi, che ha utilizzato nuovi sistemi per il preparato.
Perchè non consentire ai cittadini, ovviamente dopo averne parlato con il proprio medico, di scegliere quale dei due tipi di vaccino farsi inoculare ?
A braccio, da parte di un profano, si potrebbe dire che, sull'auspicabile presupposto che i controlli degli enti che sovraintendono alle autorizzazioni abbiano verificato la pari efficacia dei vaccini, un normale cittadino si sentirebbe più rassicurato se gli venisse inoculato un vaccino preparato con il sistema più tradizionale e consolidato.
Ma ognuno dovrebbe essere posto nelle condizioni, anche in questo caso, di esprimere una libera scelta.
Infine (per ora) guardiamo alla percorso di preparazione al vaccino.
Non so quale sia la procedura che verrà adottata per chiamare i cittadini al vaccino e forse non lo sanno ancora neppure i "responsabili" della campagna di vaccinazione.
Io vorrei che l'avvicinamento alla vaccinazione fosse un percorso di massima tutela per il cittadino, preceduto da esami, anche relativi alle allergie, che possano escludere ogni controindicazione almeno sulla base di quel che si conosce fino ad ora.
Un passaggio obbligato dal proprio medico di base che dovrebbe attestare l'idoneità del suo assistito a ricevere il vaccino.
Quindi, ricapitolando:
1 - Libertà di scelta se vaccinarsi o meno
2 - Garanzia dello stato di ogni assistenza, cura e sussidi in caso di effetti collaterali che incidano sulla salute di chi si vaccina
3 - Libertà di scelta del tipo di vaccino
4 - Passaggio preventivo dal medico di base che attesti l'idoneità dell'assistito a ricevere il vaccino.
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