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No alla deriva

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14 gennaio 2021

Spazi social in internet contro bavagli e censure

Mi sembra abbastanza strano scrivere sui vari social, quando mi sono sempre rifiutato di iscrivermi a Facebook e Instagram e solo alla fine del 2019 ho fatto capolino in Twitter e Whatsapp.

Ma il morbo cinese ci ha chiusi in casa ed ha incrementato a dismisura le ore di utilizzo del computer, per lavoro, per svago, per istruzione, per informazione e per discussione.

Personalmente sono dell'idea che sarebbe una svolta se la Lega e Fratelli d'Italia decidessero, in barba e in sfida ai dpcm di Conte e dei cattocomunisti, di riaprire le loro sedi organizzando dibattiti e discussioni tra iscritti, militanti ed elettori.

Come una volta.

Ma, in attesa di un voto che non verrà perchè Conte e Renzi e tutti i cattocomunisti sono terrorizzati dalla prospettiva che sia il Popolo a decidere sul loro operato e quindi faranno un governo che, con questo parlamento, sarà comunque un pessimo governo chiunque sia il presidente, i ministri e con qualunque maggioranza condizionata da piccoli gruppetti di parlamentari aggrappati agli ultimi anni di legislatura e di privilegi, l'espressione di idee e di opinioni sui social diventa uno sbocco obbligato.

Purchè quei quattro nerds di Silicon Valley, con più miliardi che brufoli, come piccoli Ceausescu (e la fine del dittatore rumeno non è stata delle più gloriose ...) non cancellino le nostre utenze, come qualsiasi direttore di quotidiano fa con le lettere scomode dei lettori.

Ci sono però le alternative, bisogna cercarle, avere pazienza e sostenerle, anche solo scaricandole senza magari utilizzarle se non al momento opportuno.

I social li dividerei in tre blocchi.

Le bacheche personali che sono sostanzialmente pagine personali nelle quali il "titolare" scrive le sue opinioni e ottiene risposte da altri utenti che in qualche modo sono arrivati sulla sua pagine.

Il più noto di questi è Facebook, al quale non sono e non sono mai stato iscritto e che non credo mi vedrà mai iscritto.

Ma Facebook ha da tempo una alternativa validissima in Vk.com, al quale, invece, sono iscritto (la mia pagina è https://vk.com/id596620333) , dove verrà pubblicato anche questo commento, il 71° che pubblico dall'apertura.

E' una piattaforma agile, veloce, probabilmente ha molte più funzioni di quelle che utilizzo, infatti ogni tanto provo qualcosa in più.

Il suo limite è che ognuno cura la sua pagine, interagendo poco con gli altri (in tanti sono i censurati da Facebook e da Twitter), un po' come accade nei "vecchi" blog, dove il titolare scrive le sue opinioni e, se ne ha voglia e tempo, dialoga con una gruppo, sempre ristretto, di lettori.

Da ieri ho visto che si è affacciato il social di Trump, denominato Trumpbook al quale non sono riuscito ancora ad iscrivermi, quindi non sono in grado di giudicare se sia una bacheca personale o un rullo di commenti.

Mi fornisce però l'occasione per dire che, una volta rotta la "astinenza" da social, può essere conveniente scaricare tutti quelli più diffusi e citati, in modo da avere pronta all'uso ogni alternativa.

Un concetto che vale anche per le altre categorie dei social.

Quella che io chiamo "rullo di commenti", come Twitter, dove, in modo anche vorticoso, si possono leggere commenti di tutti i nominativi che scegliamo di seguire.

Twitter fa comunque parte della oligarchia di Silicon Valley ed ha censurato Trump come ha fatto Facebook, Instagram (di cui non so proprio nulla) e trova supporto dagli altri miliardari della rete come Bill Gates con Microsoft e Jeff Bezos di Amazon che, infatti, sembra siano intervenuti per ostacolare la crescita di due social concorrenti di Twitter e che erano stati indicati come nuova piazza virtuale.

Si tratta intanto di Parler.com che è stato immediatamente silenziato con la chiusura dei server di Amazon ed è ora alla ricerca di nuove opportunità per dare voce alla sua comunità.

Io ho fatto appena in tempo ad iscrivermi e iniziare a seguire il dibattito, che, appunto, il sito non risulta più raggiungibile.

Lo tengo comunque in evidenza, sperando che, come ho letto è già accaduto un'altra volta, riesca a rientrare e a far sentire la sua voce.

L'altro sito, che continua a funzionare nonostante le difficoltà registrate sia per l'improvviso accesso di centinaia di migliaia di nuovi utenti in una sola notte, che per i soliti ostacoli (sono state bloccate le visa non si capisce bene se del titolare, dell'azienda o l'utilizzo tout court delle carte visa per la gestione dei pagamenti nel e del sito) che vengono frapposti da parte degli oligarchi della rete, è Gab.com.

Mi sono iscritto anche in questo e ci sono due interessanti gruppi in italiano.

Uno si chiama, per l'appunto, Italiani in Gab e l'altro riguarda la censura contro Parler e raduna gli "orfani" di Parler.

Oltre ovviamente molteplici gruppi promossi dai Patrioti Americani e sostenitori di Trump.

Sono entrambi spazi di libertà, alternativi a Twitter e nei quali possono trovare spazio e possibilità di scambio di informazioni e abbozzo di organizzazione, tutti i gruppi alternativi a quelli genuflessi al potere internazionalista e globalista del grande reset.

Anche in questo caso il consiglio non può che essere quello di iscriversi, anche solo per ottenere quelle informazioni che vengono negate da radio, televisioni e giornali servi.

Personalmente resto comunque iscritto anche a Twitter, almeno finchè non sarò bandito per le idee che esprimo nei miei commenti.

Sarebbe infatti sbagliato lasciare spontaneamente una piazza di discussione, dando, senza che neppure facciano lo sforzo di applicare ciò che sanno fare meglio (bavaglio e censura) campo libero ai cattocomunisti.

Della messaggistica scriverò in un prossimo commento, anche perchè dovrò dilungarmi sulle nuove condizioni d'uso di whatsapp che ci viene chiesto insistentemente di accettare entro l'8 febbraio.

Ricapitolando per quanto riguarda i siti personali, in alternativa a Facebook, consiglierei sicuramente Vk.com, seguendo l'evoluzione di Trumpbook.

Per quanto riguarda il rullo di commenti, l'alternativa a Twitter al momento in linea è Gab.com, ma suggerirei di continuare a monitorare Parler.com nella convinzione che potrebbe presto tornare in linea.

Un'ultima annotazione.

Trovo più facile entrare nei siti alternativi usando Firefox anzichè Microsoft o Chrome.

Non so se sia casuale o, anche questo, discenda dagli ostacoli che gli oligarchi del regime frappongono a chi fa loro concorrenza.

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