La crisi di governo è una cartina di tornasole di tanti comportamenti e quindi dello spessore di chi la racconta.
Il giornalismo italiano, che da tempo considero, sempre con le naturali e limitate eccezioni, un ricettacolo di opinioni che nulla hanno a che spartire con l'informazione, anche in questa occasione non si smentisce.
Non sto a parlare delle innumerevoli trasmissioni debordanti chiacchiere che ormai non guardo più da tempo tanto sappiamo benissimo, preventivamente cosa dicono Tizio, Caio e Sempronio, ma proprio di quegli spazi dedicati alle notizie che dovrebbero essere giornali radio, televisivi e stampati.
La crisi si è aperta con le dimissioni delle ministre cattocomuniste in quota a Renzi, i gruppi della vecchia maggioranza parlamentare (inesistente nel paese, per questo non vogliono votare) andranno in ordine sparso al Quirinale e cercano di rappattumare un gruppo di transfughi (e il fatto che siano stati eletti con una lista per andare da un'altra parte già ci dice la loro cifra umana, intellettuale e politica), mentre il Centro Destra andrà da Mattarella unitariamente.
Eppure in ogni articolo, in ogni commento radiotelevisivo i giornalisti non perdono occasione per fare la loro marchetta ai cattocomunisti, ricordando come unica particolarità che il Centro Destra, anche se si presenta unito, così unito non è.
Continua, con i soldi di tutti noi, una propaganda tesa a creare la percezione che, mentre da una parte ci siano partiti che compongono una coalizione coesa, dall'altra ci sia solo una sommatoria di numeri.
Ed è esattamente il contrario.
Pur nelle differenze (certamente la mia personale posizione è più in linea con Fratelli d'Italia che ha nel voto l'unica proposta, anche se posso comprendere la tattica di Salvini di dire "via Conte e poi si discute di tutto", mentre capisco pure che la derelitta Forza Italia farebbe carte false per evitare il voto) il Centro Destra è l'unica coalizione che, in caso di elezioni anticipate, sarebbe in grado di dare all'Italia un governo coeso e con un programma di rinascita nazionale, senza alcuna sudditanza verso l'unione sovietica europea.
Se l'informazione italiana è quella che ad ogni giornale radio tiene e ricordare che il Centro Destra è diviso pur marciando unito, allora quella informazione è meglio perderla che continuare a sovvenzionarla.
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