La crisi del pci/pds/ds/pd è una crisi di Valori e di Ideali che si somma alla cronica incapacità di esprimere un Leader.
Nell'era del pci c'erano valori e ideali, per me rigorosamente con la minuscola perchè totalmente ripugnanti, che resero quel partito, quella ideologia una chiesa fideista e totalitaria.
Non avevano bisogno di un Leader, perchè per loro bastava un funzionario e la stabilità del ruolo, praticamente a vita, conferiva nel tempo anche un'aura da padre nobile.
Il pci/pds/ds/pd, perso il richiamo fideista all'ideologia comunista, è rimasto solo con la mentalità comunista (quella è come il vizio, non si perde mai, l'hanno nel dna) cercando di ritrovare una bandiera nell'unione sovietica europea di cui ormai sono gli ascari ciechi e talebani.
Guidare un partito senza bussola, alla ricerca di una nuova stella polare sarebbe quindi compito di un Leader che abbia le qualità, l'autorevolezza e la capacità del comando e non le facili caratteristiche di un burocrate che deve solo adeguarsi a quello che "si è sempre fatto".
Il pci/pds/ds/pd non ci è riuscito e la vorticosa rotazione dei suoi segretari dimostra l'incapacità di individuarne uno.
I cattocomunisti avevano pensato di risolvere la questione con le primarie, cioè con una simil investitura dal basso.
Ma dalla primarie non sono usciti personaggi che possano fare la differenza.
L'unico poteva essere Renzi, ma la sua arroganza e il suo snobismo, lo hanno portato a fare la differenza ... in peggio, portando il partito, che era la somma praticamente di tutto il vecchio infame "arco costituzionale" che sommava il 95% dei voti, ad appena il 18% del 2018.
Gli altri (Veltroni, Bersani, Zingaretti) si sono dimostrati comparse, funzionari di partito inadatti ad esprimere novità, a comprendere, interpretare, intercettare, affrontare situazioni nuove.
Ecco perchè sostengo che "uno vale l'altro" e non ha importanza chi sia il segretario del pci/pds/ds/pd, perchè nessun funzionario di coop o di partito potrà mai fare la differenza (come la fece Berlusconi o come la fanno Salvini e la Meloni).
Chiunque sarà il successore di Zingaretti, ne rappresenterà la grigia continuazione ma, soprattutto, ai miei occhi, incarnerà fisicamente il nemico da battere.
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