Così ecco gli "open day" quasi fosse un evento sportivo e non una somministrazione medica che richiede atenzione e preparazione.
Ancora oggi leggo che l'assessore alla sanità in Emilia Romagna gonfia il petto come un tacchino asserendo di essere tra le prime regioni perché ha utilizzato il 94% delle dosi ricevute.
Ne mette del suo il generale che, stando ai nastri i sul petto, è reduce dalla conquista di tutte le galassie, con la sua frenesia del fare.
Ma il peggio arriva dal ministero, con direttive che si susseguono contradditorie e che ingenerano, come minimo, incertezze.
Si insegue il consenso che, al momento, vede i vaccinomani in netto vantaggio.
Intanto si ripresenta la situazione di alcuni mesi fa, con il Regno Unito, dove pure metà della popolazione adulta ha ricevuto le due dosi, che deve affrontare una recrudescenza di casi, situazione che, a febbraio, poi si riprodusse anche da noi.
Una grande responsabilità è di una stampa che, invece di fornire notizie, crea casi pur di aumentare gli ascolti e le vendite, andando a nozze con le polemiche e le dichiarazoni contraposte di virologi da telecamera.
Leggo titoli tipo "centomila latitanti al vaccino", neanche fossero tutti rifugiati in Francia con i terroristi rossi per evitare l'estadizione.
Siamo ancora sotto lo stato di emergenza e Draghi, in cui il mio grado di fiducia è pari alla temperatura esistnte sulla superficie di Plutone, può sempre ripristinare il coprifuoco e i divieti di circolazione, palese violazone della libertà individuale che è uno stato naturale delle persone.
Questa mattina ho sentito che chi è stato colpito dal virus cinese, nel mondo, ammonta a 172 milioni di persone ... su sette miliardi che vivono sulla Terra!
Poco più del 2% della popolazone dellaTerra.
Fermarsi per riflettere, studiare meglio le cure e i vaccini, non sarebbe stato meglio invece di lanciarsi nelle olimpiadi delle inoculazioni?
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