Un singolo sondaggio, quello di Pagnoncelli (Ipsos per la Stampa), propone i cattocomunisti quale primo partito con un vantaggio da tre a sette decimali su Fratelli d'Italia e Lega.
Naturalmente un Letta in debito di consensi vi si è buttato come un avvoltoio proclamando il successo della sua segreteria.
A me non frega nulla dell'opinione di Letta e del destino della sinistra, a me interessa altro, il Centro Destra nel suo complesso.
Allora annoto che Pagnoncelli ha sempre stimato i cattocomunisti almeno un punto in più di tutti gli altri sondaggi e, anche in questo, li ha fatti partire dal 20%, attribuendo loro il 20,8%, quando tutti gli altri sondaggi li fanno oscillare intorno al 19%.
Quello di Pagnoncelli è l'unico sondaggio che fornisce tale graduatoria, tutti gli altri mettono ormai Fratelli d'Italia stabilmente sopra il pci/pds/ds/pd e di poco dietro alla Lega.
Il sondaggio di Pagnoncelli, però, attribuisce a Forza Italia oltre il 9% dei voti, cioè un due per cento in più della media degli altri sondaggi e, soprattutto, fatte le somme, consegna al Centro Destra quasi il 51% dei consensi.
E' evidente che la tendenza, che anche Pagnoncelli non può negare, vede il Centro Destra sempre più come area di riferimento politico della maggioranza degli Italiani e questo è il motivo per cui Mattarella rinvierà le elezioni finchè gli sarà possibile.
Quindi l'attribuzione delle percentuali diventa un "gioco" esclusivamente interno al Centro Destra, di supremazia che è importante in quanto attribuirà il diritto ad essere designato Leader della Coalizione e presidente del Consiglio.
E qui Salvini e la Meloni dovranno mostrarsi all'altezza, evitando di assumere decisioni, che potrebbero essere fatali, in base ai sondaggi, spesso interessati proprio a seminare zizzania, soprattutto con le analisi di commentatori faziosi e infidi, in un Centro Destra che deve solo continuare a marciare come ha fatto sino ad ora.
Una onesta competizione può solo attrarre ulteriori consensi e gli elettori non potranno che apprezzare la capacità di leaders che sanno unire, sanno ricercare ciò che unisce pur continuando legittimamente a caratterizzare la propria formazione politica con una propria, chiara identità.
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