Dopo aver trepidamente atteso l'esito delle proteste di piazza, se, cioè, potessero evolvere in qualcosa di più di un fastidioso rullo di tamburi, assicurato quindi che non avrebbe fatto la fine di Ceausescu perchè gli Italiani non sono mai stati dei rivoluzionari e oggi ci siamo rammolliti ancora di più, ecco che incurante delle sofferenze che provoca, della palese ingiustizia e iniquità che rende legali ma non legittime, Draghi, con i suoi fidi scudieri Brunetta, Speranza, Gelmini e Lamorgese e tutto il rosario del governo, insiste stolidamente in una politica che definire stalinista sarebbe attribuirle troppa dignità.
Ormai tutti sappiamo le "regole" per il prossimo Natale, non vale parlarne, peggio per ristoratori, albergatori, gestori di palestre e di impianti di sci.
Appare sempre più evidente che Draghi, incurante di tutto tranne che di se stesso e di servire l'Unione del Male, cerca di scavallare i prossimi due mesi senza troppi ulteriori danni alla sua immagine, per potersi poi insediare per ben sette anni sul trono quirinalizio, da dove potrà manovrare per "completare la sua opera" come ricordò a suo tempo il Presidente Cossiga, picconandolo in diretta nella trasmissione di Luca Giurato.
Ormai le parole di condanna per una politica così ottusa e illiberale, sono esaurite e, come sempre, inutili.
Tracimare, porterebbe solo a far godere gli aguzzini al governo che si sentono al sicuro da ogni ritorsione, puntellati come sono anche dalle baionette di Forze Armate e Forze dell'Ordine che non si ribellano al ruolo di manganelli contro gli Italiani e nel contempo a lasciar sbarcare orde di clandestini.
Non ci resta che continuare a ricordare che la Libertà è un Bene indisponibile dell'Individuo e non una concessione del principe di turno.
Aspettando tempi migliori che spetta a noi stessi contribuire a realizzare, con il pensiero, la parola e le opere.
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