Pare che un cargo che trasporta acciaio, di un armatore ligure, sia stato oggetto di sequestro da parte delle autorità russe, in risposta alla confisca dei beni mobili ed immobili di proprietà di magnati russi, in Italia e altrove.
Sembra che la sorte toccata al cargo dell'armatore ligure sia toccata anche ad altre imbarcazioni di altri stati.
Leggo che l'armatore (l'unico che ci perde) giustamente protesta, mentre il governatore della Liguria Toti si agita per ottenere il dissequestro del cargo.
Se l'armatore ha tutte le ragioni per protestare e lamentarsi, le stesse ragioni che hanno i magnati russi che si sono visti sottrarre denaro, ville e imbarcazioni, Toti non ha alcun titolo per lamentarsene, essendo uno dei più accesi guerrafondai antirussi.
Toti (e con lui Draghi e Mattarella) pretenderebbero di insultare, condannare, assumere iniziative ostili (dall'espulsione di diplomatici al sequestro di beni) contro la Russia, ma si lamentano se la Russia risponde con le stesse armi.
E fortunatamente non ci sono i presupposti perchè la Russia invii armi a qualche esercito che vorrebbe bombardare l'Italia, come ritorsione contro l'invio di armi italiane all'Ucraina.
I danni che provocano Draghi e Mattarella con la loro sconsiderata politica e verbosità antirussa sono incalcolabili e, ogni giorno che passa, costano sempre di più a tutti noi in termini di inflazione, bollette, costo delle materie prime e dei beni necessari, perdita di Benessere e di Sicurezza.
La primavera del 2023, occasione per cacciarli con il voto, comincia a sembrare sin troppo lontana.
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